37: nel quale si viene letti come un libro aperto

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Avevano un piano, sì. Che razza di piano, però.

Quando Delia lo aveva illustrato in poche, concise parole, Kim aveva pensato fosse uno scherzo, qualcosa che la donna si era inventata in un momento di sconforto. Non aveva potuto credere che parlasse sul serio, perché quello che diceva era talmente azzardato, folle e ai limiti del suicidio da risultare inaccettabile. Però Delia non solo era rimasta lucida e aveva insistito sulle sue idee, ma aveva anche affermato che la maggioranza degli altri era d'accordo. Subito dopo, come colpo di grazia, perfino Sid aveva accennato al fatto che avrebbe potuto essere un buon piano.

Secondo Kim non era mai esistito al mondo una cosa più sciocca e mai persone più illuse avevano calcato piede sulla Terra. La sua indignazione era scoppiata come una bolla di sapone ormai troppo grande quando Delia si era rivolta a Jozefien e aveva richiesto il suo aiuto. Serviva una velocista, aveva detto. Una ragazza con le gambe lunghe, che corresse parecchio e in fretta senza fatica.

Quando la croata l'aveva fissata con i suoi freddi occhi verdi e le aveva chiesto quel favore, Kim si era sentita morire e avrebbe voluto rifiutare per lei, facendo presente che Jo aveva già messo sufficientemente in pericolo la sua persona in nome degli altri. Però non lo aveva fatto, paralizzata dall'incredulità e dall'orrore di quell'avventata e bislacca idea.

Jozefien, ovviamente, non ci aveva pensato un secondo. Aveva sorriso, annuito, fatto un passo avanti. Poi si era ricordata di lei, si era voltata, le aveva messo le mani sulle spalle e aveva avvicinato la propria fronte alla sua. Kim aveva deglutito a fatica, quando si era messa a parlare a bassa voce.

"Lo so cosa stai pensando. Però non c'è altra scelta. Lo sai anche tu".

"Possono mandare qualcun altro" aveva sibilato lei, senza neanche sentirsi troppo in colpa.

"Chi? Tu non riesci a correre, Camila è troppo piccina. Esteban, Kerli e Diego vengono con me. Sono l'unica abbastanza in forma". Le aveva sorriso, con quel suo modo adorabilmente e stupidamente fiducioso. "Grande, grossa e cretina, ricordi?".

Kim non aveva per nulla gradito quel rimando a Byrd, ma sapeva che Jo lo diceva come una sfida, perché di tutti gli insulti che si era presa da quel bastardo, quello era sicuramente il più falso. Avventata, certo. A volte follemente coraggiosa. Ma mai, mai stupida.

"Stai attenta" l'aveva supplicata, sapendo di non poter più influenzare la sua decisione. "Ti prego. Attenta".

"Attentissima". Di nuovo quel sorriso. "Tu stai attenta. E lontana dai vetri. Sì?".

Kim aveva fatto per risponderle, ma Jo le aveva dato un fugace bacio in fronte e subito dopo l'aveva lasciata andare, facendo un paio di passi all'indietro. Aveva piegato leggermente la testa, l'aveva fissata fiduciosa. Subito dopo le aveva dato le spalle e aveva fatto una rapidissima corsetta verso la porta del ponte, dove l'attendeva Esteban. Per un secondo Kim era riuscita solo a riversare tutta la sua disperazione e il suo rancore sul ballerino tanto che lui, sentendosi probabilmente addosso quello sguardo, si era voltato a guardarla stupito. Kim aveva distolto gli occhi, ma non aveva negato a sé stessa che, se avesse potuto, avrebbe sacrificato tre volte Esteban al posto di Jozefien.

***

"Tu pensi che sia fattibile?".

Kim distolse lo sguardo dalla porta che stava fissando da più di mezz'ora e lo posò sulla giovane spagnola che aveva appena aperto bocca. La squadrò per un attimo ma, non sapendo che dire, rimase in silenzio.

Subito dopo la partenza dei volontari per la missione di Delia, coloro che erano rimasti sul ponte esterno si erano ritirati al salone Giulietta, il bellissimo locale tinteggiato di rosa antico al ponte Keats. Isidro aveva scelto la destinazione, ma Kim pensava che non fosse stata una decisione casuale: sicuramente l'ambiente ampio ma protetto da molti elementi di mobilia rendeva il salone un luogo sufficientemente riparato. Probabile che ne avesse parlato con la croata, prima che quella, armata di coltello, seguisse gli altri ai ponti inferiori.

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