Quella notte non riuscii a dormire molto, la mia testa viaggiava tra i ricordi lontani ed i miei pensieri non erano affatto positivi, il che non contribuiva a fare in modo che potessi prendere sonno.
Non avevo fatto altro che rivedere la mia infanzia, analizzare la freddezza di mio padre ed il mio bisogno di un gesto da parte sua, gesto che ancora non era arrivato e che sentivo non sarebbe arrivato mai.
Ero stata cancellata dalla vita di mio padre con la facilità con cui si cancellano le scritte in gessetto da una lavagna.
Mi ero soffermata su mio fratello ed il nostro incredibile legame da bambini, eravamo stati amici e complici, l'uno il sostegno dell'altra, finché anche lui mi aveva voltato le spalle senza rimorsi.
Sapevo che il mio essere una Serpeverde l'aveva deluso talmente tanto da allontanarlo da me, ma non riuscivo a capire come potesse covare tutto quel risentimento nei miei confronti e come potesse esprimerlo con la facilità in cui lo faceva.
Avevo capito che i suoi pregiudizi, inculcati nel suo cervello con forza da mio padre, erano più grandi ed importanti di qualsiasi altra cosa, persino di me.
Alla fine mi ero resa conto che l'unico genitore che mi aveva amato incondizionatamente era stata mia madre, senza di lei sarei stata sola e indesiderata, perché fosse stato per mio padre sarei anche potuta sparire dalla faccia della Terra e lui non avrebbe battuto ciglio, mentre per lei era tutta un'altra storia.
Era stata l'unica a prendersi cura di me e non sempre era stato facile, soprattutto quando non stavo affatto bene e sarebbe stato più semplice ignorarmi come tanti altri avevano fatto.
Ero stata scontrosa con tutti quelli che mi capitavano a tiro, con cattiveria avevo espresso tutto il mio risentimento nei confronti del mondo ed ero stata talmente ribelle da averne combinate di ogni, mettendo più volte la mamma in difficoltà.
A ripensare a quel periodo buio mi sentivo in colpa, ero stata egoista, avevo chiuso il mondo fuori dalla mia testa decisa a vendicarmi in ogni modo possibile e ci ero riuscita, ma questo non mi aveva aiutata.
La paura di essere abbandonata di nuovo era l'origine di tutti i miei problemi, l'addio di mio padre aveva aperto quel vaso di Pandora dentro di me, liberando tutto ciò che di negativo nascondevo.
Ansia, frustrazione, depressione, paura, egocentrismo, superficialità, rabbia, apatia e molte altre cose erano diventate parte integrante di me e lo erano state molto a lungo.
Le mie paure ed insicurezze discendevano tutte dal mio rapporto inesistente con mio padre, prima di allora ero stata una bambina allegra e tranquilla che viveva in una favola, poi la vita vera mi aveva colpita con un bel destro.
Sapevo che il mio unico desiderio era di essere amata e apprezzata da qualcuno a tutti i costi, perciò faticavo ancora ad accettare un tradimento o un insulto da che mi era caro.
Volevo l'affetto di qualcuno che non dovesse amarmi per forza, perché era l'unica cosa che mi era mancata e che volevo provare.
Sentivo di non aver mai provato l'amore incondizionato, ma di non meritarlo dato che anche alcuni dei miei famigliari più prossimi me lo avevano negato.
Nessuno mi aveva mai donato talmente tante attenzioni da spingermi a pensare di averne abbastanza, da farmi credere sul serio nelle sue buone intenzioni.
Eppure sarebbe bastato talmente poco per rendermi felice e a mio agio, anche solo una carezza, una parola o un abbraccio donato dalla persona giusta avrebbe potuto fare la differenza e rendermi diversa da ciò che ero diventata.
Purtroppo non era accaduto e non potevo fare nulla per cambiare la mia storia, il passato era stato scritto ed influiva permanentemente sul mio presente.
Solo mia madre ed Albus erano stati capaci di farmi ricredere e di farmi sentire meritevole di amore e di rispetto, aiutandomi a costruire una base su cui camminare che fosse più resistente di un filo da cucito.
Entrambi mi avevano aiutato ad andare avanti grazie alla consapevolezza di avere qualcuno per cui contare qualcosa, qualcuno pronto a fare il tifo per me.
Altri avevano provato a capire chi fossi, i miei cugini ci avevano provato ed in molti ci erano riusciti, accettandomi e rientrando nella cerchia di persone su cui contare.
James, Dominique, Fred e Lily erano stati i primi a dimostrare quanto tenessero a me ed erano anche quelli su cui potevo contare senza problemi da sempre; poi anche gli altri mi compresero e solo non in pochi si rifiutarono di farlo.
Quei pochi non contavano nulla perché erano stati sostituiti da altri, persone che non avrei mai creduto potessero divenire la mia famiglia, ma che lo erano diventata.
Sam e Joe, quando pensavo al mio porto sicuro vedevo loro e pochi altri.
Erano le mie due migliori amiche, le sorelle che non avevo mai avuto, ma che avevo incontrato nel corso della strada tortuosa che era la mia vita.
Quelle due erano fondamentali per me ed avevo sperato che anche io potessi contare qualcosa per loro, ma forse mi ero sbagliata.
C'era Stefan, un ragazzo gentile e sicuro di sé, sempre pronto ad offrirmi aiuto e che era parte fondamentale della famiglia che avevo scelto.
Ed alla fine quando ormai mancavano poche ore all'alba, la mia mente come una barca in balia delle onde, era approdata su un unico lido concentrandosi su di esso e questo paradisiaco inferno portava il nome di Scorpius Hyperion Malfoy.
Quel ragazzo dalla sera della festa sembrava non voler più uscire dalla mia testa, era diventato il protagonista indiscusso delle mie giornate ed una costante nei miei pensieri, concentrati ad analizzare ogni sua singola mossa a lezione o ogni movimento durante la giornata.
Quel maledetto bacio aveva stravolto la mia esistenza, era bastato un innocente contatto per mandarmi in tilt.
Mi ero sentita incredibilmente vicina a lui, più che a chiunque altro prima e non potevo permetterlo, era una follia.
Era come se la mia anima fosse stata legata da un filo alla sua, per poi essere allontanata, ma mantenendo sempre quel legame.
Le nostre anime si erano perse, avevano viaggiato su binari paralleli l'uno all'altra, vissuto vite diverse, prigionieri di un gioco perverso al massacro e, solo avvicinandomi, mi ero sentita di nuovo a casa.
Così era stato per me, ma non avevo idea di cosa potesse significare o di cosa pensasse lui; eppure sentivo di poterlo immaginare e non sarebbe andata bene.
Scorpius non era il tipo da relazione seria, poteva avere qualsiasi ragazza e ne approfittava, quindi perché si sarebbe dovuto accontentare di me?.
Di una ragazza problematica ed insicura, ma soprattutto come avrei potuto tenergli testa e tenere testa a tutte quelle che gli facevano la corte?.
Non ci sarei mai riuscita, ma continuavo a pensare e ripensare a lui, sapevo di farmi del male, ma il mio era un chiodo fisso e non riuscivo a toglierlo dalla testa, soprattutto non potendone parlare con nessuno.
Mi addormentai sfinita, solo quando divenni troppo debole per fare altro con l'immagine dei suoi occhi chiari impressa nella mia mente.
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Attenta
Fanfiction!!! REVISIONATO FINO AL CAPITOLO 11!!! Questa è la mia prima storia e spero non sia troppo deludente. Rosalie Minerva Weasley, diciassette anni ed un passato abbastanza traumatico alle spalle, è all'apparenza una ragazza qualsiasi, se non fosse per...