Erano le nove di sera quando Ronald Weasley mise piede in casa.
Mancava dalla sera prima e la piccola me non aveva potuto fare a meno di notarlo.
Ero seduta sul divano della grande casa che possedevamo a Godric's Hallow e stavo guardando i cartoni in televisione.
Mamma mi aveva permesso di stare sveglia un po' più del solito, era sabato sera, il giorno dopo non avrei avuto scuola, quindi, non era un problema.
Probabilmente si sentiva sola, non l'avevo mai vista così silenziosa e triste in vita sua.
Mio fratello dormiva come un sasso nella sua cameretta da almeno un'ora e noi eravamo sole.
Così, mamma ed io ci eravamo sedute vicine e lei mi passava una mano tra i boccoli rossi, li amava tanto e mi aiutava sempre a tenerli in ordine.
Era tutto silenzioso, solo il rumore della tv aiutava ad eliminare un po' di quella tensione atona, per questo quando la serratura del portone venne fatta scattare il suo eco raggiunse le nostre orecchie, facendoci voltare entrambe.
La luce del corridoio si accese e rischiarando la stanza.
Mio padre so fece avanti con indifferenza, come se fosse normale sparire per una giornata intera senza farsi sentire.
Andava avanti così da un bel po', ma entrambi erano convinti che non li avessi mai sentiti litigare violentemente di notte o che non mi rendessi conto di quanto fosse difficile la loro situazione.
Per quanto mi riguardava avevo compreso tutto quello che una ragazzina della mia età poteva capire. Ne avevo parlato con mio cugino Albus e mi aveva assicurato che anche zio Harry e zia Ginny capitasse di litigare, ma non credevo che lo facessero come i miei.
Mamma scattò in piedi irrigidendosi.
«Rose è ora di andare a dormire, vieni» disse, lanciando uno sguardo freddo a papà.
Mi prese per mano accompagnandomi su per le scale, arrivammo davanti alla mia camera, la mamma aprì la porta ed accese la luce.
Mi mise a letto e mi diede un bacio sulla fronte.
«Buonanotte, tesoro» disse, coprendomi con il piumone di Grifondoro regalatomi da mio padre.«Buonanotte» risposi, nascondendomi sotto le coperte, mentre la guardavo andare via.
Spense la luce e si chiuse la porta alle spalle, lasciandomi sola.
Passai un'ora a fissare il buio, non si sentiva alcun rumore in quella casa, eppure, ero sicura che niente so sarebbe risolto così facilmente.
Ero preoccupata per quello che stava accadendo alla mia famiglia e non stavo affatto bene per questo.
Mi sarebbe piaciuto gridare e dirgli di smetterla di comportarsi così, ma non potevo farlo, dovevo stare zitta e non intromettermi nelle loro cose.
Ad un tratto li sentì discutere animatamente, non comprendevo bene cosa stessero dicendo, ma sicuramente non era niente di buono.
Mi girai di lato dando le spalle alla porta e chiusi gli occhi provando a dormire.
Qualche giorno dopo mio padre prese tutte le sue cose e se ne andò di casa lasciandoci soli, non si guardò mai indietro e distrusse la mamma.
Solo grazie a zia Ginny e zio Harry riuscimmo a ritornare ad una qualche normalità, mentre sui giornali la notizia di quello che era accaduto era finita in prima pagina.***
Mi ritrovai seduta nell'ufficio della Preside McGrannitt, seduta su una sedia di pelle e sotto gli occhi indagatori dei professori di Hogwarts che abitavano i quadri.
Accanto a me erano seduti Scorpius e mio cugino, mentre dall'altro lato c'erano la Lee e Gordon.
Sam, Stefan e Joe se l'erano cavata con un ammonizione, mentre noi eravamo stati spediti qui.
Non potevo crederci, anche perché eravamo noi le vittime, trovavo totalmente scorretto dal professore trattarci così dato che erano i ragazzi della sua Casa ad averci attaccato.
Non era giusto essere punita dopo aver risposto ad un insulto, a maggior ragione se questo insulto riguardava la famiglia.
Non sopportavo chi si comportava così, deridendo gli altri basandosi silla vita privata altrui, si fossero fatti beffa di me non l'avrei presa così male.
Mi voltai verso i miei amici, Al stava seduto composto con in faccia stampato uno sguardo volutamente indifferente, mentre Malfoy stava letteralmente sdraiato sulla sua sedia con una faccia da schiaffi ed un'arroganza capaci di far saltare i nervi persino al Papa.
Per quanto mi riguardava avevo preso tutto con ironia, lo dimostrava il sorrisetto disegnato sulle mie labbra.
La porta si aprì e la longeva Minerva McGrannitt fece la sua comparsa, muovendosi agilmente e con un postura impeccabile nonostante i suoi quasi cento anni d'età.
Raggiunse la sua sedia seguita dal professor Hammou e dal professor Lumacorno, direttore della nostra casa.«Non le permetto di parlare così dei miei ragazzi!» esclamò proprio l'insegnante di pozioni, mettendosi dietro alla mia sedia e poggiando le mani sulla spalliera.
Il professor Hammou fece per rispondere, ma la preside lo interruppe con un'occhiataccia.
«Smettetela entrambi!» ordinò «Non voglio dover prendere provvedimenti anche su di voi» concluse inforcando gli occhialetti tondi che era solita portare.Spostò lo sguardo su tutti noi e si fermò un po' più su di me.
Sapevo che era stata informata della mia situazione, lei e la mamma avevano un buonissimo rapporto da sempre e sicuramente avevano parlato di me.«Sono veramente amareggiata, come vi è saltato in mente di dare inizio ad una rissa nelle classi di questa rispettabile scuola?» domandò oltraggiata fissandoci uno ad uno negli occhi.
«Non era una rissa» intervenni in difesa dei miei compagni «Lee e Gordon hanno provocato, insultandomi pesantemente e loro mi hanno difesa» esclamai indicando Al e Scorp con un braccio.
La professoressa mi fissò alzando un sopracciglio. «Da ciò che mi è stato riferito siete stati voi a dare inizio a tutto, non è vero, Signor Malfoy?» chiese poi, spostando l'attenzione sul biondo che spalancò gli occhi, per poi fare spallucce.
«La pensi come vuole» rispose semplicemente, sembrava abituato ad essere ritenuto la pietra dello scandalo e, forse, parte delle punizioni che aveva scontato non erano del tutto meritate.
Lo guardai per un momento, non avrei permesso che si prendesse una colpa che non aveva, non era stato lui a provocare e non potevo permettere che i Corvi passassero per le vittime della situazione.
«No, non è vero!» affermai con sicurezza «Lee e Gordon mi hanno insultata pesantemente davanti a tutta la classe e Scorpius non ha fatto altro che difendermi» continuai «È forse un crimine tanto grave?».
Se le cose avessero preso la piega che volevo, la Corvonero si sarebbe messa nel sacco da sola, altrimenti avrei potuto raccontare tutto di bocca mia.La preside mi guardò alzando un sopracciglio incuriosita.
«In che modo è stata insultata pesantemente, signorina Weasley?» chiese curiosa.Feci per parlare, ma Marlene non me lo permise alzandosi in piedi e facendo strusciare la sedia sul pavimento con fare teatrale.
«Oh, ma smettila Weasley» esclamò «Mi hai veramente rotto le palle!»La preside strabuzzò gli occhi.
«Signorina Lee, non le permetto di usare questo linguaggio nella mia scuola!» asserì indignata.Come volevasi dimostrare: Quella ragazza poteva essere una Corvonero, ma non era di quelle intelligenti.
Alla fine, la Preside ascoltò tutta la storia di come Lee e Gordon mi avessero insultata usando i pettegolezzi, i gossip rosa della Gazzetta del Profeta e le chiacchiere dei ficcanaso per umiliarmi tirando in ballo la mia famiglia.
Non avevo potuto evitare di rivelarglielo, qualsiasi cosa avessi detto non avrebbe giustificato la reazione di Scorpius e l'unica mia possibilità era di dire la verità.
Non mi piaceva affatto ricordare il periodo in cui la mia famiglia era su tutti i giornali ed odiavo che qualcuno usasse la mia situazione per ferirmi.
La McGrannitt comprese e riuscimmo a cavarcela con soli due giorni di punizione che consistevano nell'assistere Gazza alla pulitura della Sala dei Trofei.
Potevamo ritenerci fortunati, Lee e Gordon avrebbero scontato due mesi di lavori socialmente utili, comandati a bacchetta dall'insopportabile ed immortale guardiano della scuola.
Per quanto mi riguardava, una volta uscita dall'ufficio decisi di cancellare di nuovo il pensiero dei miei genitori dalla testa.
L'unica persona a dominare la mia mente era un ragazzo biondo, dagli occhi chiari e che sembrava essere diventato il mio eroe.Scusate l'incredibile ritardo, ma eccomi qua con un nuovo e deludente capitolo di passaggio.
Ho aggiunto un flashback sulla piccola Rose per darvi un'idea di cosa è accaduto tra Ron ed Hermione.
Anche perché, ormai, manca davvero poco al grande giorno di Ronald Weasley e piano, piano scopriremo di più del suo rapporto con la figlia.
Spero di non farmi odiare troppo e vi giuro che nel prossimo capitolo vedremo un po' di momenti Scorose 😏😍🤐.
Perdonate se ci sono alcuni errori di scrittura, provvederò appena possibile a correggere, ma ci tenevo troppo a pubblicare
A preso,
-RoseWDream
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Attenta
Fanfiction!!! REVISIONATO FINO AL CAPITOLO 11!!! Questa è la mia prima storia e spero non sia troppo deludente. Rosalie Minerva Weasley, diciassette anni ed un passato abbastanza traumatico alle spalle, è all'apparenza una ragazza qualsiasi, se non fosse per...