La sarta mi aiutò ad indossare l'abito da damigella.
Era di un semplice blu scuro, quasi notte, il bustino stretto di pizzo, a mezze maniche e la gonna scampanata mi arrivava alle ginocchia.
Non era niente di orribile, molto meglio delle brutte tovaglie che, a volte, si vedevano indossare dalle damigelle in questi casi.
Inoltre, creava un bel contrasto con la mia chioma rossa e, perciò, potevo dirmi soddisfatta.
Quindi, bisognava ammettere che la futura moglie di mio padre aveva buongusto.
La commessa anziana prese le misure per apportare qualche modifica alla lunghezza della gonna e per stringere un po' le maniche.
Nel frattempo, Melissa non faceva altro che parlare di quanto era felice per l'evento che si sarebbe tenuto in meno di due giorni.
«Sei sicura che ti piaccia?» domandò la mia matrigna cercando il mio sguardo dallo specchio «Altrimenti possiamo provare altri modelli o altre tonalità sempre sul blu, non è un problema».«No, va benissimo» la rassicurai «Hai un ottimo gusto» conclusi sorridendole.
La sarta fece segno di aver finito, mi guardai un'ultima volta allo specchio esaminando la mia elegante figura, poi presi ha cambiarmi negli abiti che avevo indosso quella mattina.
«Sono felice che ti sia piaciuto» commentò «Ho cercato di abbinarlo meglio che potevo al completo di tuo fratello ed agli addobbi» spiegò un po' agitata.Le sorrisi di nuovo. Era chiaro quanto ci tenesse che tutto fosse perfetto per quel giorno speciale, speravo per lei che anche il resto della sua vita con mio padre lo sarebbe stato e che con lei si sarebbe comportato meglio di quanto aveva fatto con mia madre.
«Vedrai sarà tutto grandioso, hai fatto scelte ottime» dissi allacciando le scarpe, per poi raggiungerla.
Aveva selezionato i migliori addobbi, i fiori più freschi e particolari, l'abito più bello e, pregavo per lei, lo sposo migliore.
«Sono molto contenta che tu abbia deciso di essere la mia damigella» commentò, distogliendomi dai miei pensieri. «So quanto è difficile per te farlo» concluse mettendomi una mano sulla spalla.
No, non lo sapeva. Se ne fosse stata anche solo lontanamente a conoscenza, non avrebbe mai fatto quel passo con mio padre, solo una pazza avrebbe acconsentito di legarsi con lui per la vita.
Per carità era un uomo affascinante, con una fantastica collezione di avventure e di storie alle spalle, era benestante, conosciuto e sapeva anche essere gentile e molto perspicace quando voleva, ma era anche un rinomato donnaiolo ed era stato uno stronzo di prima categoria persino con sua figlia.
Questo, mi spinse a pensare che magari Melissa non sapesse tutto o che probabilmente non avesse tutte le rotelle al loro posto, ad ogni modo quella questione non poteva e non doveva essere un mio problema.
«Lo faccio con piacere» risposi, cercando di sembrare il più convinta possibile «L'hai detto anche tu, è importante tornare a considerarci una famiglia in tutto e per tutto» biascicai reprimendo qualsiasi sentimento negativo la mia mente elaborasse.
«Sono felice che la pensi come me!» esclamò allegra, mentre controllava l'orologio al suo polso «Sarà meglio sbrigarsi, ho l'ultimo incontro con il cuoco, non posso fare tardi» concluse prendendo a camminare più velocemente verso l'hotel.Non parlammo molto, mentre passeggiavamo per le strade di Belfast.
Melissa si preoccupò solo di ricordarmi che avrei dovuto vedermi con mio fratello per scrivere il discorso e che, quella sera, sarebbero iniziati ad arrivare alcuni ospiti.
Per la verità erano per la stragrande maggioranza parenti, dunque non ero preoccupata come lei, infondo erano solo famiglia e mi avrebbe aiutato avere tutti quei volti famigliari intorno.
Avevo saputo da zia Ginny che lei, Lily e Dom sarebbero arrivate per aiutarmi e per farmi compagnia.
In realtà, avevano intenzione di presentarsi per il matrimonio, ma sapere che la mia era stata una partenza anticipata, le aveva spinte a raggiungere Belfast due giorni prima.
Zia Ginny era la più grande sostenitrice del RWS Club, ovvero, del Ron Weasley è uno Stronzo Club, tacito gruppo che vantava una grande affluenza e di cui ero il capo indiscusso.
Con mio dispiacere, Lily mi aveva informato che Molly e Lucy sarebbero state lì a breve e non potevo esserne meno felice.
Quella era una notizia orribile, non le sopportavo perché erano una delle cause dei più brutti litigi avuti con mio fratello.
Erano le serpi in seno della famiglia, sempre pronte a sparlare di chiunque e grandissime provocatrici.
In breve, i classici tipi in grado di far perdere le staffe persino ad un santo.
Le avevo viste riuscire nell'impresa quando avevano distrutto i nervi di quella creatura angelica di Victoire Weasley, unica della famiglia dotata di una pazienza infinita e dallo charme invisibile.
L'avevano colpita per giorni con delle frecciatine e delle allusioni su Teddy Lupin, fidanzato storico della bionda, innescando una delle più brutte sfuriate che Hogwarts avesse avuto il piacere di ricordare.
Se ci ripenso, ricordo chiaramente le urla di Vic rimbombare nei corridoi della scuola, solo la presenza del suo gemello Louis, di Teddy, di Dominique e di tutti noi aveva impedito che le ammazzasse.
Facevamo il primo anno, ma avevo già compreso quanto stronze potessero essere.
Decisi di farmi una doccia prima di raggiungere Hugo per scrivere il discorso.
Speravamo di cuore che fosse disposto a collaborare, perché io della storia di Melissa e Ron non sapevo niente e non avrei saputo da che parte iniziare.
Appena le porte dell'ascensore si aprirono, andai verso la mia camera.
L'albergo era grande è molto elegante e per raggiungere la mia stanza dovevo svoltare due corridoi e così feci, senza aspettarmi di trovare una scena del genere davanti ai miei occhi.
Mio fratello ed un ragazzo che non conoscevo si stavano baciando, in un modo che era tutto fuorché amichevole.
Mi spiaccicai al muro, sperando di non essere vista e restai immobile senza emettere un suono.
Quando il biondino si allontanò da Hugo lo guardò negli occhi. «Dobbiamo dirglielo, voglio che tutti sappiano di noi».
Restai immobile e rimasi a fissarli, sconvolta. Non volevo farlo, non era giusto, ma la curiosità e la preoccupazione avevano preso il sopravvento, volevo capire cosa stava accadendo a mio fratello e nonostante fosse così evidente non potevo crederci.
Non era possibile che Hugo avesse tenuto per sé un segreto del genere, non volevo credere che io non me ne fossi accorta.
Benché non avessimo chissà quali rapporti, l'avevo sempre tenuto d'occhio perché infondo era il mio fratellino ed ero abituata a farlo.
Mi piaceva prendermi cura di lui.
«Non possiamo» rispose Hugo prendendogli una mano, il suo volto era corrucciato e triste, ma anche spaventato.
«Hugo, sono stanco di andare avanti così» affermò l'altro convinto «Non voglio essere il tuo segreto per sempre, forse il problema è che non mi ami abbastanza» concluse, facendo un passo indietro e abbassando il capo.«Cosa stai cercando di dire?» domandò il rosso, indurendo il tono della voce.
«Sto dicendo che forse è meglio chiuderla qui» asserì il biondo convinto «Non è salutare per me continuare, mi dispiace» terminò con la voce affranta, prima di voltarsi ed andarsene velocemente.
Hugo restò fermo a guardare, mentre andava via e poi si lasciò cadere a terra nascondendo la testa tra le ginocchia.
Non potevo vederlo stare male, mi ricordava quando da piccoli lo consolavo durante le liti dei nostri genitori e quando lo proteggevo se qualche altro bambino si prendeva gioco di lui.
Per me era sempre Hugie, il bambino dalla spettinata zazzera rossa, dal volto spruzzato di lentiggini e con la finestrella vuota dove doveva crescere il dente canino.
Decisi di uscire allo scoperto e di raggiungerlo. «Hugo?» lo richiamai, attirando la sua attenzione.
Il ragazzo alzò lo sguardo e mi incenerì con un'occhiata di fuoco. «Cosa vuoi?» domandò sulla difensiva «Che hai visto?».
Alzai le manu, facendogli capire che andavo in pace. «Non ho la bandiera bianca, ma credo di essermi fatta capire» commentai, mentre sotto il suo sguardo mi mettevo a sedere vicino a lui.«Da quanto sei qui?» chiese indagatore, non si fidava di me, non lo faceva da molto tempo.
«Da abbastanza» rivelai «Non volevo origliare, ma non ho potuto fare altrimenti, scusa» dissi guardandolo negli occhi con fare veramente dispiaciuto.
Lui si voltò verso di me. «Adesso cosa pensi di fare con quello che hai scoperto?» chiese «Vorrai dirlo a tutti, immagino».Feci no con la testa. «Hai davvero una considerazione così bassa di me?» domandai retorica, non volevo sapere quale era la risposta «Non ti farei mai una cosa del genere».
Lo vidi annuire sollevato, sembrava spaventato dall'idea che qualcuno scoprisse la verità su di lui, come se la sua sessualità potesse cambiare l'idea che gli altri avevano di lui. Era gay, non un appestato ed il fatto che tentasse in ogni modo di negarlo era molto malsano.
«Posso darti un consiglio?» chiesi, volevo creare uno spiraglio di apertura per tornare ad avere almeno una parvenza di serenità tra noi.
«Perché me lo chiedi?» rispose sogghignando «Sappiamo entrambi che lo farai lo stesso».
«Dovresti fregartene di cosa pensano gli altri» affermai, pensando a quello che era successo tra Scorpius e me, ma soprattutto a quanto la paura del giudizio degli altri avesse influito sulla maggior parte delle mie decisioni.
Se non fosse stato per la paura, forse a quel punto, saremmo stati insieme e felice, invece, era crollato tutto come un castello di carte soffiato via dal vento.
«Se ci tieni a quel ragazzo, non dovresti più nasconderti e non avere paura» dissi.«Vorrei essere come te, liberarmi di ogni peso e fregarmene, ma non posso essere una delusione» sussurrò abbassando il capo con vergogna.
Allora compresi cosa stava dicendo, aveva paura che mostro padre gli voltasse le spalle come aveva fatto con me, per questo manteneva recluso se stesso in gabbia e faceva tutto quello che ci si aspetterebbe dal figlio del rispettabile e magnifico Ronald Weasley.
Un forte senso di empatia nei suoi confronti, nacque in me, forse non ero l'unica ad avere lottato fino allo strenuo per avere l'amore di nostro padre.
Anche mio fratello era stato nella mia stessa arena, ma a differenza sua io ne ero scappata più o meno indenne.
«Chi ci ama veramente non ci giudica e ci accetta per quello che siamo, datti una chance, Hugo» lo consigliai «Non voglio vederti vivere una triste recita, solo per compiacere gli altri» conclusi mettendogli una mano sulla spalla, prima di alzarmi per andarmene.
Camminai per appena due metri, quando mio fratello mi prese per un polso e mi gettasse contro il suo petto per abbracciarmi.
«Rose, mi dispiace» sussurrò tra un singhiozzo e l'altro.
Solo allora compresi che quello era tutto ciò che dovevamo sapere e di cui avevamo bisogno per guarire.Ciao,
Eccomi con un nuovo capitolo ed è uno di quelli a cui tengo di più, perché Rose inizia a comprendere le scelte di suo fratello e vede in lui la sua stessa sofferenza.
Tra le righe riceviamo una piccola anticipazione sulle future mosse di Rose riguardo l'affare Malfoy.
Quindi, fatemi sapere cosa ne pensate.💕
A presto,-Rosie

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Attenta
Fanfic!!! REVISIONATO FINO AL CAPITOLO 11!!! Questa è la mia prima storia e spero non sia troppo deludente. Rosalie Minerva Weasley, diciassette anni ed un passato abbastanza traumatico alle spalle, è all'apparenza una ragazza qualsiasi, se non fosse per...