Lo seguì fino alla riva del Lago.
L'acqua era trasparente, non verde come si vedeva dagli oblò della nostra Sala Comune.
Il sole permetteva di vedere il fondale sassoso della riva e svelava un po' dei misteri nascosti al suo interno.
Guardai il ragazzo sedersi e appena mi fece segno di imitarlo, lasciai cadere la borsa e mi posizionai al suo fianco.
Il cuore mi batteva a mille, ero emozionata e pronta a dirgli tutto quello che mi passava per la testa.
Volevo usare tutte le parole giuste per spiegare i sentimenti che provavo per lui e mentalmente mi feci una bozza del discorso da pronunciare.
Avevo intenzione di essere perfetta e di spiegargli bene tutte le mie emozioni.
Desideravo capisse e volevo finalmente accettare la sua proposta di fare un tentativo.«Rose» prese a parlare con un sospiro «Mi piacerebbe parlare di noi due, sono passati giorni dal nostro discorso e...».
Alzai una mano interrompendolo. «Desideravo parlarne anche io, dobbiamo chiarire la situazione e devi sapere che...».
Questa volta fu lui a fermarmi, il suo sguardo era serio e carico di emozioni.
I suoi occhi, alla luce del sole, erano di un colore talmente chiaro da sembrare trasparente, sembravano dei cubetti di ghiaccio in cui potevo tranquillamente specchiarmi.
La sua voce era profonda, tanto da farmi salire un brivido su per la schiena.
Quello sarebbe stato il momento della verità. Di lì in poi non saremmo più stati un "tu ed io", ma un "noi" e al contrario di quanto si potesse pensare ne ero felice.
Ero stanca di essere sola, volevo qualcuno al mio fianco e con Scorpius ero riuscita a creare quella fiducia che, con altri, mi era sempre mancata.
Non mi sentivo in dovere di trovare qualcuno, anzi da sola ero veramente in gamba, non certo una principessa indifesa da salvare, ma con Malfoy era stato diverso.
Mai nessuno prima mi aveva fatto pensare di poter avere qualcuno di cui tenere conto al mio fianco ed ora ero pronta ad accettare quella nuova realtà.«Rose, credo che dovremmo continuare ad essere amici» affermò, prendendomi la mano e puntando gli occhi nei miei.
Mi sembrava di sentire il mio cuore andare in frantumi, nel vero senso della parola.
Cosa significava quello che stava dicendo?.
Era uno scherzo, non poteva essere altrimenti. Uno stupido scherzo progettato dal biondo e da mio cugino per prendersi gioco di me.
Non capivo cosa ci fosse di divertente, ma speravo di vedere Albus spuntare da dietro un albero gridando: "Te l'abbiamo fatta!".
Restai in silenzio attendendo quella grande rivelazione e quando con il passare del tempo non accadde, giurai di sentire il peso del mondo cadere sulle mie spalle.
Sentivo di capire benissimo Atlante e provavo compassione per la sua punizione che, ora, sembrava essere diventata anche la mia.
Mi resi conto di aver sbagliato a concedere la mia fiducia al mio peggiore nemico e tutto l'orgoglio e la freddezza che covavo dentro di me vennero fuori.
Mi costruii una maschera, nascondendo tutti i miei sentimenti sotto uno sguardo vuoto ed ironico.«Stai attraversando un momento difficile ed io ti ho caricato di questo peso» continuò abbassando lo sguardo sulle nostre mani intrecciate.
Prontamente sfilai la mia mano dalla sua e mi allontanai dal ragazzo, prendendo la tracolla della borsa e tentando di alzarmi, non me lo permise, afferrandomi per un polso e tenendomi seduta a terra.
«Ho sbagliato, sapevo che avevi bisogno di un amico ed io sono stato un imbecille» riprese «Potrai mai perdonarmi, Rose?» chiese.Scrollai via la sua presa dal mio braccio e mi alzai, puntai il mio sguardo freddo su di lui.
«Non c'è niente da perdonare» commentai «La situazione tra noi è chiarita, finiamola qui» conclusi, voltandomi e camminando verso il castello.Malfoy scattò in piedi come una molla e iniziò a seguirmi.
«Che significa: Finiamola qui?! » esclamò, facendo voltare un folto gruppetto di ragazzini di Tassorosso seduti sotto una quercia.«Significa proprio quello che ho detto» risposi tenendo un tono di voce controllato e lanciando un'occhiataccia ai ficcanaso. «Avevi ragione, non ho bisogno di un ragazzo, soprattutto non di uno come te» conclusi riprendendo a camminare velocemente.
«Cazzo!» imprecò alle mie spalle e poi riuscii ad udire un forte colpo, come se avesse colpito qualcosa con un pugno.
***
Quella sera decisi di non partecipare alla cena, rimasi sdraiata sul mio comodo letto con la testa affondata nel cuscino e le tende tirate.
Non volevo essere disturbata per nessun motivo al mondo, non ero dell'umore giusto e sicuramente non lo sarei stato per un bel po'.
Così, quando Sam e Joe entrarono nella stanza e spalancarono la stoffa del baldacchino non potei fare altro che imprecare.
«Per Merlino, Rose, che diavolo ti è preso?!» esclamò la Zabini sedendosi al mio fianco «Perché non sei venuta a cena?» domandò poi.«Pensavamo fossi con Scorp, non c'era neanche lui, ma a quanto pare non è così» constatò Joe «Vuoi dirci cosa è successo?».
Non avevo alcuna voglia di raccontare la chiacchierata avuta quel pomeriggio con Mister Stronzo,.
Non mi andava di farmi consolare e neanche di sentirmi dire che si sarebbe sistemato tutto, non ero il tipo che amava farsi commiserare e sicuramente ero tutto fuorché una bamboccia da film rosa.«Insomma, vuoi parlare?» disse esasperata Sam tirandomi una ciocca di capelli «Abbiamo già capito che non state insieme, la domanda è perché?».
Sospirai sfinita e mi voltai verso di loro, se non avessi detto tutto, non mi avrebbero mai lasciata in pace.«Vuole che restiamo amici» rivelai atona e guardando il soffitto.
«Cosa?!» dissero in coro con le mascelle che sfioravano il terreno e gli occhi spalancati.
«Mio cugino è proprio un coglione, non può averlo fatto davvero» commentò Sam esasperata.
«Scusate, vado a cercare lo scemo, coglione!» esclamò alzandosi in piedi e scappando fuori dalla porta, mentre gridava il nome del cugino come una iena in piena crisi isterica.
Alzai un sopracciglio divertita e per un momento riuscì a dimenticarmi della delusione che provavo.
Quello che era accaduto quel pomeriggio non era stato affatto piacevole e non sapevo spiegarmi il perché del suo passo indietro. Credevo di piacergli davvero, mi aveva convinto, ma quando era arrivato il momento clou mi aveva mollata come una stupida e neanche stavamo insieme!.
Non l'avrei mai perdonato per quello, neanche dopo mille anni sarei riuscita a restare sua amica come mi aveva chiesto, soprattutto perché sapeva quanto fosse difficile spingermi a fidarmi di qualcuno.
A quanto pareva, però, non ero l'unica delusa dato che Sam aveva reagito peggio di me.
Mi voltai verso Joe con fare interrogativo e sorpreso.
«Che diavolo è appena successo?» le chiesi, sperando di poter ottenere qualche risposta da lei.«Oh non chiederlo a me, sai quanto è strana a volte» disse, alzando le mani con fare innocente e con un sorriso divertito stampato sulle labbra. «Ma credo dovremmo pregare per Malfoy, questa volta lo manderà davvero all'altro mondo» concluse.
Sorrisi. Sam arrabbiata era in grado di spazzare via anche un gigante e non mi sarei certo voluta mettere nei panni di suo cugino in quel momento. Per quanto fosse cretino, non meritava di finire sotto le grinfie di quella megera.
«Mi mancherà Sam» commentai alzandomi dal letto per indossare un pigiama «Sai per caso quali sono i giorni di visita ad Azkaban?» domandai.Ciao a tutti,
Eccomi con questo nuovo e brevissimo capitolo.
So che adesso vorreste uccidermi, ma vi prego di ripensarci o non saprete mai come andrà a finire per queste due testarde Serpi.
Spero possiste perdonarmi,
Alla prossima.-Rosie
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Attenta
Fanfiction!!! REVISIONATO FINO AL CAPITOLO 11!!! Questa è la mia prima storia e spero non sia troppo deludente. Rosalie Minerva Weasley, diciassette anni ed un passato abbastanza traumatico alle spalle, è all'apparenza una ragazza qualsiasi, se non fosse per...