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«Vic, che cazzo ne so se le va bene?»

Damiano era ancora nella stessa posizione di qualche ora prima, con la differenza che in quel momento aveva appoggiato i piedi sul tavolino davanti a sé, mantenendo meglio la testa di Valentina sulle gambe.

Aveva in mano una sigaretta appena accesa e da parte a lui c'era il foglio, già scritto in precedenza, dove aveva abbozzato delle parole.

L'aveva trovato lì, insieme ad alcune penne e matite.

Probabilmente Valentina stava lavorando nonostante la febbre, pensò.

«Se, va bene.» annuì lui, al telefono.

Victoria aveva visto la foto che il ragazzo aveva pubblicato poco prima.
Le aveva già raccontato un po' di lei, di loro da bambini e di loro qualche settimana prima, quando alla ragazza era bruciata la cucina.

Victoria era la sua migliore amica, ora.

L'aveva conosciuta qualche anno prima di entrare ad X factor, avevano iniziato a suonare insieme per passare il tempo.

Più tardi, dopo l'arrivo di Thomas ed Ethan, nacquero i Måneskin.

La bionda gli aveva appena proposto di invitare Valentina a casa sua, per il giorno dopo. Ci sarebbero stati tutti e, secondo lei, le sarebbe piaciuto conoscere i "compagni di vita" di Damiano.

«Va bene, ripeté lui per la seconda volta.»

Anche lui era contento di far conoscere la band a Valentina, in fondo loro erano la sua quotidianità e, se voleva coinvolgere anche la mora nella sua vita, avrebbe di certo dovuto incontrarli prima o poi.

Mentre Damiano salutava Victoria al telefono, Valentina aveva iniziato a girarsi, per mettersi più comoda.

«Abbassa la voce, che mi scoppia la testa.»

La voce del ragazzo aveva disturbato il suo sonno e, conoscendo il suo corpo, aveva già capito che il suo riposo sarebbe terminato lì.

Si voltò supina, ritrovandosi un Damiano assonnato, che la guardava.

«Buongiorno, bella addormentata.» disse lui, sorridendole.

Valentina sbadigliò per poi sollevarsi e mettersi dritta.

«Cia'» salutò lei.

Sfregò entrambe le mani sul viso, per levare un po' di stanchezza.

Notò il cellulare illuminarsi: qualche chiamata persa.

Si sporse in avanti, sollevando di poco il cellulare per vedere di chi si trattasse.

Mirko❤️
2 chiamate perse

Mirko❤️
stasera hai da fare?

Prese il telefono e si sdraiò nuovamente con la testa sulle gambe di Damiano che, nel frattempo, stava rileggendo le parole che aveva scritto sul foglio.

-
Ho la febbre, non so se riusciamo a vederci oggi.

Ti chiamo più tardi :)
-

Rispose velocemente al messaggio, le faceva male la testa e la luminosità dello smartphone le dava fastidio.

«Cos'è quella faccia arrabbiata?» chiese Damiano.

Era chiaro che qualsiasi cosa lei avesse letto o scritto, non era stata piacevole.

«Mirko, finalmente, si è fatto sentire.» iniziò, sbuffando. «E io ho la febbre e non posso uscire. » concluse e il suo broncio si accentuò maggiormente.

«E Mirko sarebbe?» domandò il ragazzo, confuso.

Non conosceva nessun Mirko, a quanto si ricordava.

«Il mio ragazzo.» rispose lei.
«Sta in zona Prati, non penso tu lo conosca.» precisò, come se potesse leggere nel pensiero.

Non gli aveva detto di avere un ragazzo; non che a Damiano cambiasse molto, sia chiaro, ma "certe cose è meglio saperle".

«Non dirmi che tifa Lazio.»

Valentina spalancò gli occhi e, con uno scatto, guardò fisso negli occhi Damiano.

«Con tutte le cose che mi potevi chiedere, te importa de sape' se tifa Lazio.» esclamò. «T'ha svaporato er cervello.»

Damiano rise per la reazione della ragazza, ma la sua domanda era seria.

«Nina, le cose importanti nella vita so' poche: una di queste è la squadra de calcio.» ammise lui.
«Metti che un giorno deciderà di portarti allo stadio, starai lì come 'n palo perché te tifi giallorosso e sarà una flebo vedere la Lazio giocare.» spiegò. «Oppure al derby, dai, dimmelo al derby come fai a sopportà uno convinto che la sua squadra sia migliore.»

Damiano scosse la testa, immaginandosi il fatidico momento nel quale avrebbe incontrato questo Mirko.

Che poi, lo avrebbe mai incontrato?
Aveva dato per scontato che lei, a una certa, avrebbe voluto presentarglielo.

«Comunque sì, tifa Lazio.» rispose la ragazza.

"Lo sapevo!" pensò Damiano.

Per cambiare argomento, e per curiosità, il ragazzo fece qualche domanda in merito alla loro storia.

«Ormai sono cinque mesi che stiamo insieme, non è da tanto lo so, ma penso che si possa definire come una storia seria.» disse lei.

Sorrise nel ripensare a lui.

Mostrò qualche foto di Mirko al moro, che subito inquadrò il ragazzo.

Aveva più soldi lui in tasca che tutto Corviale.

E si preoccupò per lei, per la sua voglia di essere sopra le righe.
Aveva paura che quel ragazzo potesse tarparle le ali, aveva paura che quel ragazzo potesse compare la sua felicità, che tanto i soldi non mancavano.

Sperò che, al contrario delle sue preoccupazioni, lui fosse la persona giusta, nonostante tutto.

Lo sperò davvero, anche se, in fondo, sapeva che di speranze ce n'erano poche.

hills. ↠Damiano David, Måneskin ↞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora