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«Ma dove? Non abbiamo nemmeno ordinato da bere!» si lamentò Valentina sbuffando.

«Non rompere e seguimi, ti compro tutto quello che vuoi dopo.»
Damiano si avvicinò per alzarla dalla sedia dopo che lei aveva messo il broncio.

«Non stai cominciando per niente bene, Damiano.» lo avvertì. «Dimmi almeno dove stiamo andando.»

Il ragazzo sbuffò, alzandola di peso.

«Nina dai, sembra di parlare con Camilla. Ti prometto che ti porto in un posto bellissimo.» disse, imitando proprio la voce che utilizzava quando parlava con la bimba.

Valentina lo seguì, facendosi volutamente trascinare per un braccio da Damiano.

«Ti ricordi quella lunga lista di lavori alternativi di cui ti avevo parlato? Ecco, potresti aggiungere anche "cavallo da traino", non sei poi così male.» ironizzò Valentina, prima di cominciare a muoversi autonomamente.

La mano con cui Damiano teneva Valentina mentre la trascinava era ancora legata a quella della ragazza e nessuno dei due sembrava averci fatto caso o, perlomeno, nessuno dei due aveva lasciato la presa.

«Sono lusingato, davvero.» disse Damiano ridendo. «Ma è il tuo cane quello che stava trascinando entrambi.» aggiunse indicando con la testa il piccolo Mojito.

Valentina sorrise divertita.
Continuò a farlo anche quando Damiano cercava di fare il simpatico inventandosi qualche battutina o quando la costringeva a lasciargli gli ultimi tiri della sigaretta che stava fumando.

«Aspe, pausetta.»
Valentina si fermò di colpo dopo aver avvertito un dolore al piede dovuto alle scarpe che indossava.
«Mi prendi in braccio che mi fanno male i piedi?» chiese scherzando la mora, ricordandosi delle mille volte che, da bambina, aveva usato questa scusa con i suoi cugini più grandi per evitare di stancarsi camminando.

«Vié, sali.» le disse lui, indicando con lo sguardo la sua schiena.

Valentina lo guardò stranita, ma non aveva capito che scherzava?

«Ultima occasione, poi la fai davvero tutta con il mal di piedi.»

Valentina non se lo fece ripetere due volte e saltò sulla sua schiena, allacciando i piedi all'altezza del suo ventre.

«Ora sì che si ragiona.» constatò lei,
I Dr Martens non erano proprio fatti per camminare.

«Mi vibra la schiena.» disse Damiano sentendo il cellulare di Valentina squillare.

La ragazza riuscì a togliere il telefono dalla tasca della giacca, incastrata tra il suo corpo e quello di Damiano.

«È Vic, videochiamata.» lo avvisò lei premendo il tasto verde per rispondere.

Valentina mantenne con una mano il cellulare che, per maggiore stabilità, appoggiò sulla testa di Damiano.

«Ciao amò!» la salutò la bionda. «Ma dove sei?» aggiunse poi, notando la strana inquadratura.

«Sono con Damiano e il cane a fare un giro.» rispose lei girando la fotocamera per inquadrarli.

«Ah, allora Leo aveva ragione!» esclamò Victoria, battendo una mano sul tavolo davanti a cui era seduta.

Valentina scosse la testa mimando un "ti racconto dopo" alla sua amica per non farsi sentire da Damiano.

«Cos'è sto silenzio, vi state raccontando i segreti?» Quest'ultimo, non sentendo più nessuno parlare ad alta voce si incuriosì.

«Ma tu fatti i cazzi tuoi, Damià.» esclamò la bionda. «Vabbè Nina, ci sentiamo dopo.» concluse lei, strizzandole l'occhio.

«Senti chi parla.» borbottò il ragazzo quando ormai la chiamata era terminata.

«Che bimbetti!» esclamò Valentina divertita dal battibecco prima di appoggiare il mento sulla testa di Damiano.

«Mi sa che mi conviene scendere dal mio mezzo di trasporto, non vorrei che i cavallo si rompesse la schiena.»

Damiano ridacchiò piegandosi leggermente per permettere a Valentina di appoggiare nuovamente i piedi a terra.

«Siamo quasi arrivati.» la informò lui dopo qualche minuto.

Valentina sbarrò gli occhi, «Spero per te che sia vero, al solo pensiero che devo anche tornare indietro mi viene male.» disse.

Damiano la guardò divertito; non è che avessero camminato chissà quanto.

«Stiamo andando al Fontanone, Val. Manca davvero poco.» le disse, ridendo.

Valentina sorrise genuinamente. Le piaceva tantissimo quel posto, sia di giorno che di sera, ma era un po' che non si fermava ad ammirare la splendida architettura della fontana.

«Siamo arrivati allora! È appena dopo la curva a sinistra, vero?» chiese, non fidandosi della sua memoria ma soprattutto del suo scarso e pressoché inesistente senso dell'orientamento.

«Esatto, eccolo qui.» annuì Damiano qualche secondo prima di svoltare l'angolo e ritrovarsi faccia a faccia con il monumento.

Entrambi rimasero qualche minuto in silenzio ad ammirare il paesaggio che Il Gianicolo offriva.

«Sai perché ti ho portato qui?» domandò lui abbassandosi per prendere in braccio un Mojito stremato dalla camminata a cui non era abituato.

Valentina scosse la testa.

«Perché mi ricordo che qui ci sono venuto dopo che mi hai baciato quella volta da piccoli.» le confidò. «Ho costretto mia mamma ad accompagnarmi dicendole che dovevo assolutamente raccontare un segreto importantissimo ai draghi lì in alto.» disse ridendo mentre con il mento indicava le due creature.

Valentina sorrise spontaneamente, immaginandosi la scena.

«Io ti avevo fatto un disegno bellissimo invece, ma tu non l'hai voluto.» rispose lei, facendogli la linguaccia. «C'eravamo io e te sotto ad un cuore gigante.» gli spiegò lei.

«Sei un'inguaribile romantica.» canticchiò lui, rispondendole.

Valentina lo guardò, riconoscendo immediatamente la canzone.

«Un po' isterica.» continuò lui, con un sorriso strafottente stampato in faccia.

«Però simpatica.»

Valentina roteò gli occhi borbottando.
«Almeno quello!»

«Certo unica.» Il ragazzo concluse la strofa avvicinando Valentina a sé in un abbraccio.

«Come fai adesso che sei rimasta solo te a sperare in qualche cosa di migliore, a pensare anche al grande amore?» continuò, abbassando la voce come in un sussurro riprendendo le parole iniziali della canzone.

Valentina appoggiò la testa al suo petto lasciandosi cullare dalla voce di Damiano.

«Come fai adesso che non c'è neanche più lui con te?» cantò, dando un'intensità tale alle parole che sembrava quasi fossero versi di una sua canzone.

«Sei un'increbile romantica; un po' nevrotica, ma non patetica.»

«Certo unica.» sussurrò al suo orecchio lasciandole un bacio tra i capelli.

«Mi piace questo posto.» disse Valentina dopo qualche secondo. «Mi piace che si veda tutta la mia città.»

Damiano alzò lo sguardo per ammirare il paesaggio.

Roma e i suoi meravigliosi colli.

Prima o poi si sarebbe tatuato qualcosa in onore di casa sua.
Forse proprio qualcosa per i suoi colli.

'hills', probabilmente.

hills. ↠Damiano David, Måneskin ↞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora