"A Natale sono tutti un po' più buoni", lo dice pure la pubblicità.
Chissà perché, poi.
Forse perché è un giorno dove si sta insieme a tutta la famiglia, forse perché è giusto così.La famiglia di Valentina non era mai stata molto unita.
Certo, i suoi genitori erano ancora sposati e mantenevano i rapporti con la figlia, nonostante i suoi continui spostamenti e la sua voglia di indipendenza.Il Natale a casa loro era l'insegna della falsità.
Nonostante ci fosse una moltitudine di parenti vari che approfittavano per festeggiare la vigilia o per pranzare con loro il 25, nessuno di loro era veramente interessato all'altro e i discorsi che intraprendevano erano pressoché gli stessi ogni anno.L'unica, forse, che stava simpatica a tutti e soprattutto a Valentina, era sua cugina Alessia.
Alessia era poco più grande di lei ma era già sposata e suoi figli avrebbero compiuto quattro anni quell'estate.
Quando erano nati quei bambini, due gemellini, i genitori di Alessia si erano fatti da parte lasciandola sola a gestire due bambini piccoli.
I genitori di quello che era ancora il suo ragazzo, fortunatamente, le diedero un grande aiuto con la gestione delle due bestioline.
Proprio Alessia, il giorno della vigilia quando aveva cenato con lei, avendo visto i suoi figli si divertirsi da matti con Valentina, aveva proposto alla ragazza di fare da babysitter a Camilla e Giorgio.
Valentina, dopo averla informata dei suoi orari e dopo aver appurato che quelli dei bambini non combaciavano con i suoi, accettò.
Due giorni dopo si sarebbe ritrovata la casa invasa da giocattoli e biscotti strani.
La situazione con Mirko si era stabilizzata, dunque non si era fatta troppi problemi a dire di sì alla cugina.
Damiano era andato a parlargli il giorno dopo.
Si erano svegliati sul divano, tutti e tre in condizioni orribili.Nica, tralaltro, si era presa la briga di scattare qualche foto a quel quadretto.
Era scoppiata a ridere e li aveva addirittura svegliati.
Non vi immaginate neanche quanti santi si scomodarono quella mattina.
Dopo essersi ripreso dal risveglio traumatico, il ragazzo era andato all'appuntamento con Mirko.
Avevano deciso etrambi che sarebbe stato meglio incontrarsi a metà strada in un bar, giusto per usare la solita scusa del caffè.Damiano aveva cercato di spiegargli che tra lui e Valentina effettivamente non c'era mai stato niente.
Gli aveva detto che il loro rapporto era un'amicizia molto forte, data dal fatto che era nata fin dai tempi in cui indossavano il pannolino.Mirko era stato ragionevole con lui, credendo a quello che Damiano gli. aveva raccontato.
Poi, volendo essere precisi, il moro aveva tralasciato il fatto che stava iniziando a sentire qualcosa per Valentina, ma quelle erano cose che non riguardavano Mirko.
Non lo sapeva nemmeno Victoria, di certo Mirko non sarebbe stato il primo a cui l'avrebbe detto.
Probabilmente la sua migliore amica l'aveva anche intuito o perlomeno, come pensava lui, Victoria ci sperava.
Era capitato più volte che mostrasse la sua approvazione per quell'ipotetico rapporto tra lui e la mora.
In quei giorni non si erano visti, avevano preferito tutti passare almeno qualche giorno in famiglia, senza nessuna preoccupazione.
Avevano programmato di vedersi con il loro gruppo di amici, un po' allargato, la sera di Santo Stefano.
Definirlo "un po' allargato" era riduttivo; a quella serata, oltre ai membri della band e rispettive ragazze, avrebbero partecipato le amiche di Victoria, alcuni amici di Damiano, il migliore amico di Thomas e due o tre amici di Ethan.
Valentina era stata invitata alla festa e, con lei, anche Suzanne e Marta.
Quella che era partita come una serata da passare tra amici si era trasformata presto in una festa a tutti gli effetti.
Mirko non sarebbe stato presente, dal momento che i suoi orari di lavoro non glielo avrebbero permesso.
«Il guanciale ce l'hai?»
La domanda ridestò Valentina dai suoi pensieri.
Scosse la testa, maledicendosi mentalmente.
Nel frigorifero aveva solo la pancetta, ma sua madre l'avrebbe fulminata anche solo al pensiero.“La carbonara con la pancetta, no! Mai e poi mai!” diceva.
Valentina, dal canto suo, non la trovava così male.
Certo, con il guanciale era tutta un'altra storia, ma la pasta non era immangiabile con la pancetta.«No, mamma. Mi sono scordata di comprarlo.» le disse.
Sua madre sbuffò, aveva voglia di carbonara.
«Che figlia ingrata.» proferì, cercando di rimanere seria.
«Ti ho anche regalato un cane e tu mi tratti in questa maniera?»Valentina scoppiò a ridere, scendendo dal tavolo su cui era seduta.
Oltre ai bambini, adesso, anche un cane avrebbe invaso il suo spazio vitale.
Quando aveva inviato la foto del cucciolo ai suoi amici, non si era trattenuta e quei poveretti si erano ritrovati un servizio fotografico completo nella galleria.
«Mojito!» esclamò quest'ultima vedendo proprio il diretto interessato morsicare una delle sue amate scarpe.
Si precipitò verso di lui, cercando di togliere la scarpa dalla bocca del suo meticcio di Jack Russell.
Mojito.
Quando aveva scelto il nome, le avevano riso in faccia tutti.Sua madre avrebbe voluto sbattere la testa contro il muro, Marta invece era sempre più decisa che uno psichiatra avrebbe fatto bene alla ragazza.
Ethan l'aveva stupita, come sempre del resto.
«È curioso sai, una volta in un libro del quale adesso non ricordo il nome, il protagonista aveva scelto un nome particolare tanto quanto questo. Mi piace, è un nome originale.»Victoria, Damiano e Thomas, come al solito non si erano lasciati scappare l'occasione per rifilarle qualche battuta ogni tanto.
In fondo però il nome piaceva anche a loro, gli donava.
«Che mostro che sei.» sentenziò Valentina, tenendo tra le braccia il cagnolino.
Lui rispose con un verso che poco somigliava all'abbaiare tipico dei cani.
Era ancora piccolo e faceva decisamente ridere quando cercava di imitare i suoi simili.«Allora, Mojito, pronto?» chiese la ragazza al cane, mentre gli accarezzava la testa. «Stasera conoscerai tutti, non sei felice?»
Sua madre, che la osservava dubbiosa, si lasciò scappare un commento.
«Questa è più fulminata de 'na lampadina, ora parla pure con i cani.»
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hills. ↠Damiano David, Måneskin ↞
Fanfiction"T'amo senza sapere come, né quando, né da dove, t'amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti che così, in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vici...