Quella notte era stata una ventata d'aria fresca. Era la notte di libertà che si erano concessi tutti quanti prima dell'inizio del tour.
Anche Damiano, che in genere preferiva non perdersi in distrazioni prima di eventi importanti, si era goduto la sua band, i suoi amici, la compagnia di suo fratello e della sua Valentina.
«Mi mancherai da morire, Vic» l'aveva sentita salutare quella sera augurandole il meglio per il tour.
«Ci vediamo tra qualche giorno, fai la brava nel frattempo» le aveva raccomandato stringendola forte in quello che sarebbe stato l'ultimo saluto prima della partenza.
Un po' ubriache, con i piedi stanchi e la testa leggera, appoggiate al muretto fuori dal locale c'erano due ragazze che erano diventate complici e sostegno una dell'altra. Senza grandi discorsi, che non erano parte del loro mondo, nonostante le accomunasse una profonda stima e affetto.
«Okay basta, ci vediamo tra cinque giorni. Penseremo poi a piagne pe' davero» sentenziò la bionda.
Valentina avrebbe partecipato alla prima data del tour. Avevano scelto simbolicamente di iniziare con Copenaghen che, dopo Londra, era la loro città.
L'esperienza del primo tour era stata un esperimento, quasi quattro settimane a suonare per i locali europei. Erano cresciuti, maturati, avevano preso consapevolezza della loro musica e avevano rafforzato il legame che li univa.
Questa volta sarebbero partiti per tre mesi: dopo i successi ottenuti, la loro musica era arrivata forte e chiara anche oltre confine e i ragazzi non vedevano l'ora di suonare e spaccare i palchi europei.
Il tour effettivo avrebbe coperto più di un mese ma i ragazzi, sotto la guida di Marta, avrebbero sfruttato quell'opportunità per lavorare a dei progetti e collaborazioni che avrebbero richiesto un'ulteriore loro permanenza lontani da casa.
«Andiamo Nina?» chiese Damiano, facendo un cenno all'autista che aveva appena accostato per riportarli a casa.
Valentina annuì e salutò velocemente ancora tutti. Nonostante non volesse andare via, era esausta.
«Mi sono dimenticata di dire a Vic una cosa importante» sospirò assonnata la ragazza dopo essersi accoccolata nei sedili posteriori.
«Che le dovevi dire?» le chiese Damiano accarezzandola dolcemente.
Valentina si lasciò scappare una risata, non glielo avrebbe mai detto. «Segreti nostri, non impicciarti» sorrise. «Stiamo andando da me?»
Damiano annuì; avevano lasciato Mojito da solo per una serata intera, quel cane sarebbe stato capace di distruggere tutto l'appartamento se fosse rimasto incustodito per tutta la notte.
Scambiò poi qualche chiacchiera di cortesia con l'autista dell'Uber che aveva chiamato e si lasciò andare alla musica che stava risuonando a basso volume dagli altoparlanti.
Arrivati a casa cercarono entrambi di entrare in silenzio, sperando che Mojito non abbaiasse.
«Mi sa che la peste dorme» mormorò il moro guardandosi attorno.
Sembrava tutto tranquillo.
«Sarà nel suo posto» ipotizzò Valentina non vedendo il cagnolino in salotto.
Damiano appoggiò la giacca sul divano, dirigendosi a passi svelti verso la porta.«Guardati qui, tutto la tua mamma eh?» Damiano si era accovacciato vicino alla poltroncina in camera da letto, di fronte a Moijto. «Carino e coccoloso solo quando dormi»
«Guarda che ti ho sentito, stai per perdere la tua prenotazione nel letto» esclamò divertita Valentina, raggiungendo i due nella stanza. «Ciao amore di mamma!»
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hills. ↠Damiano David, Måneskin ↞
Fanfiction"T'amo senza sapere come, né quando, né da dove, t'amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti che così, in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vici...