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Sempre dritto, al terzo semaforo dopo la rotonda gira a destra.

Damiano aveva seguito alla lettera le indicazioni che gli erano state fornite.
Di semafori ne aveva contati due e il terzo era a qualche metro da lui.

Arrivato davanti alla scuola materna, parcheggiò la macchina e si diresse all'entrata dove già parecchie persone attendevano l'uscita dei loro bambini.
Il moro frugò nelle tasche della giacca, sospirando sollevato quando le sue dita toccarono il foglio che Valentina gli aveva lasciato.

A causa di una visita di controllo, Valentina non sarebbe potuta andare a prendere Giorgio e Camilla all'uscita dall'asilo.
Alessia quindi aveva dovuto scrivere una delega per fare in modo che le maestre lasciassero i bambini a Damiano.

«Sono arrivato, sto aspettando che escano.»  digitò velocemente sulla tastiera del cellulare, informando Valentina.

Si accese una sigaretta sotto l'occhio vigile di alcune mamme che, da quando era arrivato, non avevano fatto altro che confabulare tra loro lanciandogli qualche sguardo nel mezzo del discorso.

Ripensò alla serata trascorsa con la mora a casa sua, soffermandosi sul fatto che Valentina non fosse riuscita, per questioni di tempo, a chiamare Mirko in sua presenza e che non l'avrebbe fatto finché lui non fosse stato lì con lei durante la telefonata.

«Ricordati la delega e salutami i mostri, ci vediamo stasera da Vic❤️»

La risposta della ragazza arrivò in fretta, distraendo Damiano dal fissare il fumo che usciva dalle sue labbra.

Mancavano solamente pochi minuti prima delle 16, ora per cui solitamente era prevista l'uscita dei bambini e Damiano non aspettava altro che entrare, recuperare i bambini e portarli a fare un giro.

«Scusami, Damiano?» lo aprocciò una donna sulla trentina con al seguito una bimba.

Lui gettò la sigaretta a terra, sorridendo ad entrambe.
«Ciao!»

«Ciao, sono Lucia. Scusami se ti stiamo disturbando ma c'è la signorina qui che vuole una foto.» continuò la donna, spingendo leggermente in avanti la piccola che si stava nascondendo dietro le gambe della madre.

«Nessun problema.» la rassicurò lui, abbassandosi sulle ginocchia per arrivare al livello della bambina.
«Come ti chiami?» le chiese lui, lasciando che si avvicinasse.

«Elena.» sussurrò la bimba, permettendo a Damiano di abbracciarla.

«Bellissimo nome, un nome da regina.» le confidò Damiano, sfiorandole il nasino con un dito.

«Raccontagli cosa abbiamo fatto domenica, Ele.» la incoraggiò la madre.

«Siamo andati in un posto grande grande!» esclamò la bimba, allargando le braccia al massimo. «E la mamma ha detto che dobbiamo tornare anche per ascoltare te che canti.» continuò.

Damiano rise, intuendo che fossero andate a sentire un concerto.

«Ah, si?» chiese lui, sorridendo ad entrambe.

«Dì bene il nome del posto dove siamo andate, che lo sai.» la spronò nuovamente la donna.

«No mamma! È difficile..» si lamentò la bambina che fece scoppiare a ridere sia Damiano che Lucia.

«Am-» suggerì quest'ultima.

«Ambugo!» disse Elena, dimenticando una lettera.

Lucia spiegò velocemente a Damiano che la sua famiglia si era trasferita lì per lavoro e lei avrebbe approfittato di una visita per portare la bambina al concerto, considerando anche che sarebbe iniziato presto e che non avrebbero partecipato migliaia di persone.

hills. ↠Damiano David, Måneskin ↞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora