Parlava troppo, fin troppe parole stavano uscendo da quella dannatissima bocca che la ragazza che aveva appena salutato, tanto amava baciare.
Ormai ciò che stava dicendo non gli interessava particolarmente.
Si era fermato a rimuginare su una frase banalissima.«Titti era diversa prima.»
Banale sì, vera anche.
Valentina era diversa, da quando avevano recuperato i rapporti loro due.
Glielo aveva detto lei, una sera.
Sotto voce, come se fosse un segreto.
Come se avesse paura ad ammetterlo.Erano passati diversi mesi da quando la casa di Valentina era andata in fiamme.
Al pensiero gli venne da ridere.
Solo lei avrebbe potuto trovarsi in una situazione del genere.«Che ti ridi?»
Mirko.
Ecco, che du' coglioni.«Signore e signori, ecco a voi una grande rottura di palle.» sbuffò Damiano, seguendo il filo dei suoi pensieri.
«Scusa ma io proprio non ti capisco, amico.» rispose il ragazzo.
«Amico un cazzo.» rispose a tono Damiano. «È la seconda volta che vengo a parlarti pe' Valentina e te sei qua che fai la paternale a me. Te 'n stai bene, non t'accorgi nemmeno che la ragazza tua piagne per interi pomeriggi a causa tua e della tua cazzo di testa di merda.»
Esausto, era davvero esausto di questa storia che, secondo il suo punto di vista, era già durata troppo.
«Tu davvero ti incazzi per stronzate come i video su Instagram, che per carità ci può anche stare eh, ma se la ragazza tua viene e te dice che vole sta' co' te je devi crede.»
Mirko rimase zitto, nonostante volesse replicare, perché il moro continuò subito il suo discorso.
«E se ancora vuole stare con uno che so' più le volte che vede su FaceTime che dal vivo nonostante abiti a venti minuti da lei, fidate che quello che dice è vero.»
Gli costava ammettere che Valentina fosse seriamente innamorata di Mirko e che, per lui, molto probabilmente non provava le stesse cose.
Era invidioso, più che geloso.
Invidioso del fatto che lui potesse toccarla quella volta in più senza sembrare invadente, che potesse avere la fortuna di sentirsi amato veramente.«Non penso che siano affari tuoi, Damiano.» disse Mirko in tono pacato.
«Non sono di certo qui per fare un favore a te, penso che tu lo sappia. Sono qui solo per farti capire che non puoi permetterti di fare tutte ste scenate e poi comportarti come un uomo di merda.» rispose il cantante.
Alzò gli occhi al cielo, consapevole che i suoi discorsi non sarebbero serviti a nulla.
Mirko iniziò a parlare ancora e ancora e ancora che quasi anche i muri avrebbero voluto non sentirlo più.
A salvare Damiano ci pensò il suo cellulare.
Marta, la manager del gruppo lo stava chiamando.
Interruppe il ragazzo che parlava, uscendo velocemente dalla casa dopo aver sbiascicato un «Vedi di fare qualcosa di intelligente questa volta.» e aver recuperato la giacca appoggiata al divano.
«Marta non hai idea di quanto ti stia amando in questo momento.» le disse.
«Sarai ancora più contento questa sera, quando vi dirò tutte le novità che vi aspettano quest'anno.» disse la donna trattenendo l'entusiasmo.
Damiano inciampò sui suoi piedi, cercando di schivare una buca vicino al marciapiede.
«Novità?» chiese, dirigendosi verso l'auto.
«Non posso dirti altro, voglio che sia una sorpresa per tutti voi!»
Damiano, dopo essersi accordato sull'orario e sul luogo dell'incontro salutò Marta.
Mentre il ragazzo si perdeva nel traffico di Roma, Victoria e Valentina erano alle prese con due piccole pesti.
«No!! Non va qui il pezzo, non vedi che non entra?»
Giorgio e Camilla stavano cercando di finire un puzzle di Spiderman.
Giorgio, all'ennesimo tentativo errato della sorella nel trovare posto alla tessera si spazientì, decidendo di lasciarla finire il gioco come meglio credeva.
«Vieni qui, siediti in mezzo.» disse Valentina, allontanandosi leggermente da Victoria per fare in modo che il bimbo potesse sedersi tra loro due.
Giorgio borbottando qualcosa di incomprensibile le raggiunse e con lui anche Mojito che si accucciò sulle gambe della padrona.
«Perché le femmine sono così?» sospirò sconcertato, rivolgendosi proprio al cagnolino, come a cercare conforto nell'unico "maschio" presente in casa.
Victoria si trattenne dal ridere al sentire quello che il piccolo aveva detto, immaginando un'ipotetica risposta del cane.
Valentina scosse la testa, spiegando a Giorgio che avrebbe dovuto avere più pazienza con la sorella durante il gioco.
«No, lei non è capace!!» Giorgio aveva cominciato a fare i capricci.
Victoria fece segno a Valentina di lasciarlo perdere, gli sarebbe passato tutto in qualche minuto.
«Gio, vuoi andare a prendere i muffin che abbiamo fatto prima? Sono sul tavolino bianco.» Chiese allora la mora sorridendo al bimbo.
Victoria aveva cominciato a conoscere un lato diverso di Valentina, molto materno.
Non le veniva difficile immaginare la mora con dei bimbi tutti suoi.Lo disse alla ragazza che, cercando di immaginarsi a sua volta in quel ruolo, vide tre bimbi correre sui divani ridendo e chiedendo al padre di prenderli in braccio per farli volare in aria.
La cosa che stupì di più la ragazza fu proprio l'immagine del padre.
«Vic.»
«Mh, che c'è?» rispose la bionda, osservando il viso stranito di Valentina.
«Mi sono immaginata i miei figli, belli, sorridenti come il padre.» iniziò lei, esitando leggermente prima di continuare a parlare.
«Il padre però era Damiano. Non ha senso.»
[...]
Spero vi piaccia, grazie per i bellissimi commenti che avete lasciato nel post precedente!❤️
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hills. ↠Damiano David, Måneskin ↞
Fanfiction"T'amo senza sapere come, né quando, né da dove, t'amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti che così, in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vici...