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«Sono stanca morta.»

Victoria si mise sulla spalla il borsone che si era portata dietro per la palestra, aggiustandosi la giacca.

«Non dirlo a me, Vic.» le rispose Valentina, «Voglio solo tornare a casa, lavarmi e dormire.» concluse ridendo leggermente.

Si appoggiò allo stipite della porta dello spogliatoio, in attesa che Damiano uscisse dal suo.

Victoria era davanti a lei, intenta a digitare sul suo cellulare.

«Vic » la richiamò la mora, «non fare l'asociale.» le disse non appena ottenne la sua attenzione.

«Scusa, bella. Stavo sistemando una cosa con Ethan, ha deciso di fare il coglione e oggi non viene a provare.» spiegò lei.

«Che cosa vuole fare?» domandò Damiano che, nel frattempo, si era avvicinato alle due.

Victoria mostrò la conversazione al ragazzo, che alzò gli occhi al cielo.

«Vabbè, proveremo domani allora.» sospirò lui, rassegnato.

«Andiamo?» chiese poi.

Victoria annuì, rimettendo in tasca il cellulare.

«Io aspetto Mirko, mi ha detto che sarebbe passato lui a prendermi.» disse Valentina sorridendo.

«Sicura? Per me non c'è problema tanto siamo di strada.» domandò Damiano, cortesemente.

«Tranquillo, dovrebbe arrivare tra qualche minuto, credo.» lo rassicurò la mora, controllando le ore.

«Ti aspettiamo, allora.» propose Victoria, appoggiandosi al muro.

Erano ancora all'interno della palestra, fuori faceva davvero freddo.

Valentina sorrise, ringraziandoli silenziosamente per poi sedersi su un gradino.

Il silenzio che si era creato per qualche secondo venne spezzato dalla suoneria di Victoria, che, scusandosi si allontanò per rispondere.

Damiano si avvicinò alla ragazza rimanendo dietro di lei.

«Stanca?» domandò.

Valentina voltò leggermente la testa verso di lui prima di annuire.

«Ci hai ucciso oggi.» gli disse, ridacchiando.

Approfittò delle gambe di Damiano utilizzandole come cuscino.

Si spostò leggermente a sinistra appoggiando la testa su di lui per poi agganciare un braccio dietro la caviglia per sostenersi.

Damiano sorrise.

Quando erano più piccoli lo facevano spesso.

«Non esagerare, Nina.» disse. «Vi ho solo massacrato un pochetto.»

La ragazza rise, scuotendo la testa.

«Domani cosa facciamo?» domandò poi Damiano.

«Non lo so, cosa vuoi fare?» rispose, osservando la strada dalle porte lucidissime della palestra.

Il sabato, Valentina lavorava solo fino a mezzogiorno quindi il pomeriggio, solitamente, lo passavano insieme.

A Mirko non dava fastidio, lui lavorava tutto il giorno, quindi non avrebbe comunque potuto passare del tempo con Valentina.

«Volevo andare a comprare i regali. Pensavo di andare con Jacopo e Vic, se ti volete aggiungervi anche tu e Suzanne non ci sono problemi.» le rispose. «Altrimenti spostiamo le prove al pomeriggio e vieni a sentirci.»

Valentina si era persa nei suoi pensieri e si era dimenticata di rispondere al ragazzo.

«Nina.» la richiamò.

Si piegò in avanti per controllare, nel caso si fosse addormentata
Poteva sempre capitare.

I suoi capelli, data la lunghezza, solleticarono il viso della mora che, quando se li ritrovò davanti li tirò leggermente.

«Lascia le prove al mattino, veniamo con voi a comprare i regali.» gli disse, giocherellando con una ciocca del ragazzo che ancora stava piegato.

Per mantenersi stabile, Damiano appoggiò le mani sulle spalle della ragazza, cercando di non pesarsi troppo su di lei.

La mora si prese qualche secondo per osservare il viso di Damiano da quella prospettiva.

«Sei proprio brutto da qua, lo sai?» se ne uscì poi.

Damiano fece una smorfia ma non fece in tempo a ribattere.

Un colpo di clacson lo fece sobbalzare e quasi perse l'equilibrio.

Si tirò su ridendo e vide Mirko nell'auto appena entrata nel parcheggio di fronte a loro.

«Io vado.» disse, allora, Valentina sollevandosi dal pavimento.

«Fermate 'n attimo.»

Damiano le chiuse il cappotto e le sistemò la sciarpa per bene, prima di lasciarla uscire.

Valentina scosse la testa, sorridendo; era abituata ad uscire senza allacciare le giacche e non ci aveva nemmeno fatto caso.

«Grazie, mamma.» rispose ironica prima di salutarlo. «Salutami Vic, quando torna.»

La ragazza uscì dalla palestra e velocemente salì in macchina, salutando Mirko con un bacio.

«Perché eri così attaccata a Damiano?» domandò lui, diretto.

Le porte della palestra erano in vetro e dall'esterno si poteva vedere benissimo l'interno dell'edificio.

Valentina sbuffò.

«Non ho fatto niente, Mirko.» rispose lei, leggermente stizzita.

Ultimamente non si poteva nemmeno sfiorare l'argomento che lui si atteggiava distaccato.

«Ti conviene, Valentina.» rispose lui.

Dopo qualche minuto di silenzio, Mirko informò la ragazza che il giorno dopo avrebbe avuto il giorno libero.

«Vieni da me?» domandò.

Valentina non voleva aggravare la situazione dicendogli che aveva già preso impegni con Damiano ma, allo stesso tempo, non voleva mentirgli.

«Domani non ci sono, amore. Nel pomeriggio sono con Suzanne a fare compere per Natale.» spiegò piano. «Ci vediamo per cena?»

Ops.

In fondo una mezza verità non si può considerare una vera e propria bugia, giusto?

hills. ↠Damiano David, Måneskin ↞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora