Capitolo23.

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❤️❤️❤️❤️❤️Buon pomeriggio❤️❤️❤️❤️


Stephan

Ho appena finito di spiegare una delle tecniche basilari per realizzare un dipinto con delle bombolette spray.
Devo dire che hanno preso bene il mio arrivo qui.
È stata una settimana impegnativa, ma ha dato i suoi frutti.
Sono tutti ragazzi diplomati all'artistico, hanno sui vent'anni.
Alcuni sono davvero bravi.

Sento uno sguardo puntato addosso, purtroppo so bene da chi viene, è una delle ragazze del corso.

È dal primo giorno che tenta di avere un approccio con me, non capendo che non mi interessa minimamente.

Uno perché sto con Aurora;
Due perché sono il suo insegnante.

Mi volto verso di lei, mi sorride.

Distolgo lo sguardo, non voglio che capisca male

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Distolgo lo sguardo, non voglio che capisca male.
Se ripenso al primo giorno di scuola, mi riviene in mente lei.

Ero seduto sulla cattedra, le gambe incrociate, attendendo l'arrivo della ciurma.

Rebecca è stata la prima ad arrivare, mi ha chiesto se fossi un nuovo alunno.
Quando le ho detto di no è rimasta sorpresa, ma credo che questo le abbia dato una spinta in più.
Cerca sempre di mettersi in mostra, è brava nel disegno ha un'ottima mano, quindi quando chiede il mio aiuto lo fa solo per avere un pretesto per stare vicini.
Per non parlare di tutte le sue domande sulla mia vita personale.
Sa che ho una donna ed un bambino, ma non molla lo stesso.
Purtroppo finché non fa un passo falso, le mie restano solo supposizioni e non posso far nulla.

Aurora non sa niente, non volevo darle un pensiero in più, per adesso è abbastanza stressata, fra il lavoro e la raccolta per la chiesa è un miracolo che non dorma in piedi.
Io cerco di aiutarla il più possibile insieme ad Ugo e Lina, ma ci sono cose che può fare solo lei.

<Professore?>.

Eccola, mi volto verso di lei.

<Dimmi Rebecca>.

<Può venire qui per favore? Ho un problema col disegno>.

Ecco fatto.

Mi avvicino a lei, mi posiziono alle sue spalle, guardo la tela, il disegno mi sembra abbastanza preciso.

<Mi sembra abbastanza buono>

<Io non voglio che sia abbastanza buono io voglio che sia perfetto>.

<Secondo te dove sta l'errore?>.

<Le linee non sono precise>.

<Esatto, dammi la matita>.

Mi passa la sua matita, nel modo di rettificare il disegno, la testa di Rebecca finisce sul mio petto, i nostri visi sono vicini.

Il suo respiro è cambiato, mi guarda con la coda dell'occhio.
Rettifico le linee e mi allontano subito.

<Adesso è perfetto>.

Mi guarda dritto negli occhi.

<Si è perfetto>.

Per il resto della lezione non chiede più il mio aiuto, mi dedico al resto della classe.

Finalmente suona la campana, per oggi è finita, anzi per la settimana, domani è la vigilia di Natale.

Esco dall'edificio, voglio andare a comprare un regalo ad Aurora ed uno a Jason, ho venduto diversi quadri per una mostra, uno degli azionisti della scuola ha una sua esposizione, quindi diciamo che posso permettermi una sorpresa per la mia famiglia..

Aurora

<Auri se non ti fermi un po' rischi di svenire>.
Guardo Laura, so che ha ragione è stata una settimana di inferno.
<Hai ragione, ma sai benissimo che ci sono le scadenze da pagare, i fornitori e le tasse. Se non accettavo l'impegno del catering non ce l'avrei mai potuto fare >

<Lo so, ma almeno la raccolta per la chiesa potevi dire di no>

<Laura sai perché lo faccio, è in memoria di Jason>.

<Non parlo più, però adesso che è tutto pronto, tu vai a casa, qui ci penso io>

<Ma il pomeriggio sei libera>.

<Una mezza giornata in più di lavoro non mi ucciderà, mentre a te un po' di riposo può solo fare del bene>.

<Io davvero non so come ringraziarti>.
Sono commossa.

<Non devi ringraziarmi Aurora, se non fosse per te io starei ancora in quel tugurio sfruttata da quello stronzo. Questo è il minimo>.

La stringo forte.

<Il merito è solo tua e della tua forza>.

<Ci vediamo domani>.

<A domani>.

Esco dalla pasticceria, domani ci sarà la recita di Natale e la vendita dei dolci, spero che vada tutto bene.

Devo dire che Step è molto migliorato, litiga ancora con tutti, ma ha imparato le sue battute, ogni sera le ripete a Jason, ormai anche il mio bambino le sa.

Entro in casa, trovo Lina con Jason.

<Tesoro che ci fai qui? Stai male?>.

Tolgo il cappotto.

<No Laura si è offerta di sostituirmi per il pomeriggio>.

Bacio il mio bambino.

<Hai fatto bene ad accettare il suo aiuto sei stremata>.

Mi seggo sul divano, con una mela fra le mani.

<Passerà>,

<Certo come è passata ogni anno>.
Le sorrido.

Sta provando a conoscere Stephan, siamo stati spesso a cena  tutti insieme e le cose sono andate bene.

Anche tra noi le cose vanno bene, anche se vorrei che andassero meglio, vorrei che andassimo oltre per intenderci.
Ogni volta che stiamo insieme intimamente, nel momento fondamentale ne succede sempre una.
Jason si sveglia, Ugo vuole il cavatappi, un cliente ha bisogno di un'ordinazione.
Non ne posso più, se non è sfiga questa.

Mi è venuta un'idea.
<Lina, mercoledì avete impegni?>.
<No Perché tesoro?>
<Volevo chiederti se potresti tenere Jason>
<Certo che possiamo>.

<Tu pensi che io sia una cattiva madre?>

<No assolutamente che ti passa per la testa?

<Non lo so, è che mi sento in colpa a lasciare Jason a casa per stare solo con Stephan>.

<Tesoro siete una coppia è normale che abbiate bisogno dei vostri spazi>.

<E Jason?>

<Per Jason una sera da noi non gli cambierà nulla, sarà solo felice di poter stare di più con i suoi nonni>.

<Quindi dici che faccio bene?>

<Si dico che fai bene e che se avessi anche io un uomo così sexy e affascinante al mio fianco avrei avuto la tua stessa idea>

La guardo scioccata.

<Ti piace Step?>

<Tesoro sarò anche vecchia, ma ancora non sono cieca>.

Sto per risponderle quando sento il mio cellulare squillare.

Lo cerco dentro la borsa.

Finalmente lo trovo, guardo lo schermo.

Alzo gli occhi al cielo, quando chiamano non sono mai delle belle notizie...

Una ragione per ricominciare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora