Capitolo 40.

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          ❤️❤️❤️Buon giorno❤️❤️❤️

Aurora

La chiamata  con Step mi ha lasciato l'amaro in bocca.

Le parole dette al telefono risultano fredde, distanti, non ti aiutano.

Vorrei tanto essere con lui.

Sento un dolore al petto, come se una mano mi stesse stritolando il cuore, un dolore che ho voluto vivere  io.

Non gli ho dato la possibilità di spiegarsi, ad un girono dalla sua partenza mi sono fatta trascinare nel gioco di quella strega!

Ma adesso mi sentirà, altro che se lo farà.

Entro in bagno, sciacquo il viso sotto l'acqua fredda.

Con il trucco nascondo i segni della sofferenza di questi giorni.

Mi guardo allo specchio, in queste occasioni ci vuole il rossetto rosso.

Mi auto convinco, devo essere forte, decisa ed impassibile.

La stronza deve parlare.

Un messaggio sul cellulare mi avvisa che Laura è giù.

Chiudo la porta alle mie spalle, scendo le scale, apro il grande portone.
Davanti a me Laura ed Antonie.

Guardo la mia amica con sguardo perplesso.

<Cosa ci fa lui qui?>

<Eravamo insieme quando hai chiamato, ed ho pensato che dato come siamo inviperite avevamo bisogno di qualcuno che ci tenesse fuori da guai>.

<Io ho bisogno di sapere la verità e la otterrò ad ogni costo, quindi se ne volete stare fuori, siete ancora in tempo>.

Laura stringe la mia mano.

<Io non ti lascio sola>.

<Neanche io>, risponde Antonie.

Sorrido ad entrambi.

<Grazie davvero>.

<Come dobbiamo muoverci?>

<Non so dove abita, però so dove va a scuola a breve dovrebbe uscire, le lezioni sono quasi finite>.

<Ma non possiamo fermala li>, risponde Laura.

<La seguiremo giusto?>

<Esatto Anto>.

<Perfetto andiamo>.

Sembriamo usciti da un film.

Camminiamo tutti e tre vicini, non parliamo.

Abbiamo gli sguardi seri, concentrati.

Non vedo l'ora di averla fra le mani, questa volta sarà lei a temere me.

Giuro su mio figlio che verserà le medesime lacrime che ha fatto versare a me.

Ci fermiamo nel bar di fronte la scuola.

Prendiamo posto in uno dei tavolini.

Mancano cinque minuti al suono della campana.

Ordiniamo tre Martini, che arrivano quasi subito.

I ragazzi parlano del più e del meno, mentre io non riesco a stare ferma nella stessa posizione.

Sembra che il tempo si sia fermato.

Finalmente sentiamo il suono della campanella.

Il portone si apre.

I ragazzi iniziano ad uscire.

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