Entrai in camera spalancando le ante dell'armadio nella speranza di trovare qualcosa di decente da indossare.
Buttai tutti i miei capi sul letto, da quelli comodi a quelli eleganti, da quelli che mettevo abitualmente a quelli tipici delle occasioni speciali.
<<Cosa mi metto io adesso?>> Sbuffai.
Dopo una buona mezz'ora tra dubbi e perplessità, optai per un paio di jeans aderenti e una maglietta che lasciava nuda la spalla e metà braccio sinistro. Forse non era il massimo, ma in fin dei conti non era poi così male.
Una volta pronta mi sistemai di fronte allo specchio. <<Perché dovrei truccarmi?>> dissi al mio riflesso <<Perché sei brutta.>> mi risposi con una smorfia <<Non cambierebbe niente, anche se dovessi truccarti.>> Se qualcuno mi avesse visto in quel momento probabilmente mi avrebbe preso per pazza.
Non so se sia un bene o un male il fatto che io parli spesso da sola.
Alla fine mi auto-convinsi e feci scivolare la punta della matita all'interno del mio occhio. “Che male!” Bofonchiai mentre i miei occhi si arrossavano notevolmente. Non ero mai stata capace a truccarmi; le poche volte che lo avevo fatto ero finita ad imprecare maledicendo quell'aggeggino infernale chiamato eyeliner.Quello che rende traumatico il mio risveglio, d’altro canto, è la mia migliore amica Zoe che grida come un’ossessa dal piano di sotto,insieme ad Heiden e Charley aggiunto all’irritante e ripetuto suono del campanello.
<<Arrivo!>> grido esasperata, scendendo velocemente le scale e chiedendomi come faccia mia madre a continuare a dormire con tutto questo casino: vorrei aver ereditato il sonno pesante da lei.
E poi il marmo duro e freddo degli scalini è contro le mie ginocchia e il mio sedere e i miei gomiti e quanto diavolo durano queste dannate scale? Quando finalmente il mio corpo si ferma, atterrando a peso morto sul pianerottolo, realizzo che scendere le scale di corsa, appena sveglia non è la cosa più intelligente che io abbia mai fatto.
Perché c'è mai stata qualcosa di intelligente che io abbia mai fatto?
Con un gemito indolenzito, mi aggrappo alla maniglia della porta per rialzarmi e questa si apre naturalmente, venendomi addosso, così mi ritrovo di nuovo per terra e questo non è assolutamente il modo migliore di iniziare la giornata. Non è nemmeno l'ora di iniziare la giornata.
<<La solita imbranata>> mi informano in coro i miei cari amici,quanto sono simpatici,Heiden mi tende una mano e mi aiuta ad alzarmi.
Mi tolsi la tracolla e gliela mollai in quattro e quattr'otto<< Gentilissimo>> aggiunsi con un sorriso angelico
<<Non te la sai portare da sola?>> ribatte scocciato,con uno sbuffo se la mise sulla spalla e mi rivolse un'espressione sarcasticamente interrogativa,mentre io misi le mani nelle tasche del giubbotto e sfoderai un altro dei miei sorrisi angelici
<<Sai Heiden i miei piedi sarebbero un po' stanchi>>
A quel punto strinse gli occhi e strizzò la bocca con uno sguardo teatralmente dolce<<Oh, ma povera creatura>> mi diede qualche pacca sulla testa e ridacchiò come un'inquietante vecchietto << Non avrai bisogno di usare i piedi, perché se continui di questo passo arriverai a scuola a forza di calci nel sedere >> terminò con un largo sorriso beffeggiatore <<Molto simpatico>>borbottai spostando leggermente la testa,mentre tutti continuiamo a camminare indifferenti.Siamo giunti alla fermata in perfetto orario, come sempre. Sorrisi a me stessa per quella ritrovata abitudine ed esaminai i volti degli altri ragazzi che come tutti noi stavano attendendo l'arrivo del pulmino.
Uno dei due, quello più alto e biondo, aveva una zona di capelli rasata per via di una lunga cicatrice. Distolsi lo sguardo imbarazzata non appena si volse verso di me con un'aria infastidita. Perfetto, avevo appena fatto la figura della stupida che s'imbambola a fissare i difetti altrui.
Mi schiarii la voce e feci finta di nulla, guardando a destra e a manca con falso interesse.
Qualche minuto dopo intravidi il familiare pulmino giallo svoltare nella nostra direzione.
Quando le porte del mezzo si spalancarono accelerai il passo ed entrai per prima, tagliando la strada al tizio con la cicatrice. Già mi odiava, perciò non mi curai molto del fatto che potessi infastidirlo.
E poi stiamo parlando di me,Allison,colei che combina sempre dei gran casini.
Salii di corsa i tre gradini, salutai l'autista e feci scivolare le mie suole sullo stretto e scivoloso corridoio. I miei occhi saettarono come calamite verso l'ultima fila,gli ultimi posti saranno i nostri,cammino velocemente senza distogliere lo sguardo dai sedili
<<Tanta fretta per mettere qui le radici?>> mi sbeffeggiò il ragazzo dietro di me. Mi volsi con uno sguardo tutt'altro che amichevole verso il biondino con la cicatrice. Cos'aveva da scocciare tanto? Poteva sempre chiedere "permesso" e superarmi, invece di starmi incollato come una cozza.
<<Problemi?>> sollevai un sopracciglio e mi fermai nel mezzo del corridoio per non farlo passare
<<Tu che dici?>> ribatté spalancando le braccia <<Sei ferma nel mezzo del corridoio>> era davvero agitato già di mattina presto,assurdo
<<Allora fatti più stretto e superami>> contrattaccai con un'occhiata acida quanto il mio tono.
Prima che il tizio aprisse bocca per ricoprirmi d'insulti, ne ero certa, una presa ferrea si chiuse attorno al mio braccio e mi sentii strattonare contro un petto caldo. <<Che problemi hai?>> Quella voce, quel tono duro e quel calore che solo la vicinanza di una persona poteva donarmi furono più che sufficienti per far impazzire il mio battito cardiaco.
Alzai la testa con un colpo secco ed osservai i suoi lineamenti tesi, la sua mascella contratta, i suoi penetranti occhi ambrati ed i suoi capelli scompigliati. Come faceva ad essere tanto perfetto?
Come poteva salvarmi sempre in qualsiasi momento?
Troppo tardi mi accorsi che all'interno del pulmino era piombato il silenzio e che il motivo di quell'improvvisa quiete era la tensione tra Heiden ed il ragazzo con la cicatrice.
Spostai lo sguardo da uno all'altro, ripetendo lo stesso movimento per un paio di volte.
Heiden avanzò di un passo e rivolse un cenno di sfida al biondino
<<Hai perso la parola, per caso?>> Oh mio Dio. Perché prevedevo una rissa?
Lanciai degli sguardi agli studenti seduti e mi schiarii la voce prima di spostare l'attenzione sul mio salvatore << Heiden... >>
Mi dispiaceva metterlo sempre nei guai per colpa mia
<<Credo che sia lei l'unica ad avere qualche problema>> m'interruppe il simpatico giovanotto alle mie spalle, riferendosi ovviamente a me.
Se esisteva una cosa che mi mandava in bestia nel giro di pochi secondi era l'essere interrotta durante un discorso. Quel frangente non faceva differenza.
Con un diavolo per capello mi girai verso il ragazzo e lo fulminai con un'occhiata. Feci per aprire la bocca ed impartirgli una lezione di buona educazione che si sarebbe ricordato fino alla fine dei suoi giorni, ma venni prontamente spostata di lato con uno scatto quasi felino.
Appena dopo sentii un "ehi ehi" di ammonimento di alcuni ragazzi seduti; quando rialzai gli occhi vidi le mani di Heiden strette attorno al colletto della maglietta del tizio.
<<Dillo un'altra volta se ne hai il coraggio>> sibilò intimidatorio sul suo viso.
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa ed arcuò le sopracciglia.
<<D'accordo, amico. Pace, ok? Non voglio rogne>>
Si,diciamo che Heiden è sempre stato un tipo tosto,forse il più tosto di tutta la scuola insieme a mio fratello Charley.
<<Saggia decisione>> lo sfotté Heiden, mollando la presa ed esortandolo a togliersi dai piedi con un cenno del capo.
Sospirai di sollievo per il pericolo di rissa appena scampato ed osservai il mio salvatore venire nella mia direzione con lo stomaco in subbuglio per l'emozione.
Ottimo, come inizio non era andato male. Era stato semplicemente un disastro. Come sempre.
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Un amore imbranato [Completa]
RomanceLei,Ally Wilson,una ragazza troppo imbranata che riesce a far scappare ogni ragazzo con cui lei vorrebbe stare per colpa delle sua introversia,o forse timidezza che la rendono troppo imbranata,facendole fare tantissime anzi no,troppe,figuracce. Ma...