Durante tutto il percorso fui vittima dell'ansia e dell'agitazione, mi torturai le dita e morsi più volte il labbro, ma nulla di tutto questo riuscii a farmi smaltire la trepidazione.
<<Giuro su Dio che ti rinchiudo in casa>> mi avvisò deglutendo.
Per un attimo rimasi immobile ad osservare rapita il suo profilo teso e perfetto di mio fratello Charley,successivamente mi riscossi dal mio torpore ed annuii.
<<Sì, ehm, la lezione... faremo tardi>> ricordai senza realizzare ciò che stessi dicendo. Mi ci vollero altri secondi prima di riprendere pieno controllo delle mie facoltà mentali mentre Zoe ormai esasperata da tutti i casini che combini giorno dopo giorno cercò di tranquillizzare mio fratello Charley.
Heiden mi lanciava occhiate divertite ed ogni tanto mi punzecchiava scherzosamente con il gomito. Ogni volta lo fulminavo con lo sguardo e lui sghignazzava.
Quando giungemmo davanti alla porta chiusa mi soffermai ad ammirare il pannello di plastica con riluttanza. <<Che figura pietosa>> borbottai con una smorfia.
I corridoi erano già vuoti, cattivissimo segno che contribuì ad agitarmi.
Spostai lo sguardo da una parte all'altra in ansia, alla fine lo riposai su Heiden che mi stava osservando con sommo divertimento <<Che lezione hai?>> mi domandò prima che potessi afferrarlo per le spalle e scuoterlo in preda alla disperazione.
<<Non so... io... il foglietto, accidenti.>> Misi una mano dentro la tasca esterna della tracolla ed estrassi il familiare e sgualcito foglio su cui erano segnati i miei orari. Lo spiegai con urgenza e focalizzai l'attenzione sulla prima casella in alto sinistra che in passato avevo cerchiato di rosso.
Rosso. Fin dalle medie ero solita fare un cerchio di quel colore sulle lezioni coi professori più ostili. Se la fortuna era bendata, la sfortuna aveva certamente l'occhio lungo.
Sbuffai col ritmo cardiaco accelerato a causa dell'angoscia e rificcai con stizza il foglio nella tasca. <<Calcolo>> dichiarai riportando lo sguardo su Heiden.
Il sorrisino malizioso che si pennellò sulle sue labbra mi fece ricordare che quella era anche la sua prima lezione del lunedì.
<<Oddio, è vero. Siamo insieme>> rammentai con orrore. Mi sbattei un palmo della mano sulla fronte e sgranai gli occhi. <<Signore santissimo,perché la fortuna non è mai dalle mie parti>>
Salutai la mia migliore amica Zoe e subito dopo mio fratello Cherley,la stessa cosa fece Heiden
<<Ci vediamo dopo>> urlai.
Inspirai profondamente e mi voltai a guardare Heiden che mi stava già osservando con un sorrisetto ironico. << Prima le signore >> osò dire indicando la porta con un gesto teatrale del braccio.
Posai la mano sulla maniglia,sospirai pesantemente ed aprii la porta, facendola cigolare. L'ideale per passare inosservati.
Il professore si voltò nella mia direzione con una rapida rotazione dei tacchetti delle sue scarpe. Fui fulminata con un'occhiata severa ed intransigente nel giro di un nano secondo.
A quel punto sarei voluta entrare, spalancare le braccia con un enorme sorriso stampato in faccia ed urlare un "ma che caldo benvenuto, professor Judge".
Insomma si stava impegnando davvero tanto se quell'espressione rigida era il meglio che potesse fare per accogliermi calorosamente.
Heiden si accostò al mio fianco e distese le labbra in un sorriso beffardo. <<Lieto di rivederla, prof.>> Detto ciò si diresse ad un banco libero e vi si accomodò.
Come cavolo faceva ad essere così a suo agio nonostante la situazione disperata? Siamo entrati in ritardo,forse un po' troppo in ritardo.
Si vedeva lontano un miglio che al professore stava per partire un embolo tant'era rosso dalla rabbia.
Heiden mi lanciò un'occhiata di sprono e così mi affrettai ad occupare un altro banco libero sotto lo sguardo dell'intera classe e nel silenzio generale.
Sospirai di sollievo nel momento in cui il professore ricominciò a parlare come se nulla fosse successo.Dopo due ore infernali di storia,la campanella che decretava l'inizio della pausa pranzo suonò nel preciso istante in cui il mio stomaco decise di far notare la sua presenza con un rumoroso gorgoglìo.
Fortuna che lo scampanellio fu capace di coprire quel saluto molesto del mio egocentrico organo.
Raccolsi i miei libri ed uscii dall'aula diretta al mio armadietto. Fui più volte spintonata da una parte all'altra per via del mare di gente riversa nei corridoi, ma arrivò un momento in cui fui totalmente travolta. I miei tomi ricchi di sapienza caddero a terra e slittarono sul lucido pavimento di linoleum; per poco non feci la loro stessa fine, o meglio, quella di Mufasa.
Corsi con lo sguardo all'artefice di quel disastro e mi trovai a fronteggiare l'occhiata adirata di una ragazza. Non una ragazza qualunque, nient'affatto. Si trattava di una gallina presuntuosa,si esatto,spero avrete indovinato subito di chi sto parlando...Grace,el toro nero.
Ancora lei,sempre e solo lei..peccato che Heiden non se la caga più visto che è sempre impegnato a passare del tempo con me.
Il sangue mi schizzò immediatamente al cervello. <<Hai i paraocchi, per caso? Perché non guardi dove vai?>> sbottai furiosa. Lo aveva fatto apposta, ne ero più che certa.
La gallina incrociò le braccia sul petto e la sua camicetta dalla generosa scollatura si arricciò, mostrando ancor più di quanto fosse già visibile. <<Sei tu la stupida che mi è venuta addosso>> asserì con un'espressione arrogante
<<Dovresti imparare a camminare in linea retta.>>
Trattenermi dal prenderle i capelli tra le mani e tirarli fu difficilissimo. L'impresa più ardua che avessi mai compiuto.
<<Stupida a chi?>> Ridussi gli occhi a due fessure ed avanzai di un passo.
<<Non sei proprio la persona più indicata per dare della stupida a me.>> lei trova piacere a insultarmi sempre,continuamente,ma questa volta ve lo giuro su Dio che me la paga.
Mi affrettai a recuperare i miei poveri libri maltrattati dalla serpe, rischiando più volte di essere investita dalle gambe degli studenti che correvano verso la mensa. Con un sospiro allungai un braccio per acciuffare l'ultimo, ma nel momento in cui le mie dita si posarono sulla copertina, il libro, come animato da vita propria, slittò ancor più lontano finendo per essere pestato da un ragazzo.
Peccato che in quel frangente solo un piccolo particolare stonasse: il mio libro non era vivo o dotato di poteri magici.
Con uno scatto voltai la testa per scagliare tutta la mia furia sulla gallina velenosa che aveva calciato volontariamente il mio volume. Sul suo viso risiedeva un sorriso beffeggiatore che avrei tanto desiderato far sparire a furia di testate nei denti.
<< Ops >> esordì con una scrollata di spalle. "Ops" un corno. Il suo gesto era stato più che premeditato, compiuto in totale coscienza.
Mi morsi l'interno guancia per il nervoso e mi sollevai da terra con lentezza, appoggiando il peso delle mani sulle cosce. <<Complimenti, la tua infantilità batterebbe quella dei bambini dell'asilo>> riuscii a dire con apparente calma. <<Immagino tu non ti debba sforzare molto>> aggiunsi con un tono canzonatorio. Incrociai le braccia sul petto e le rivolsi un'occhiata gelida. Odiavo essere acida e cattiva, ma quella stupida gallina era in grado di tirare fuori il mio lato peggiore con le sue velenose stoccate ed i suoi gesti provocatori.
La serpe mi guardò di sottecchi con un sorriso malizioso. <<Conosco molti giochetti tutt'altro che infantili Ally>> assicurò schioccando la lingua al palato. Reclinò leggermente il capo ed il suo sorriso divenne maligno, la perfetta anticamera di un qualcosa di altamente spietato che avrebbe detto di lì a poco. <<A Heiden sono sempre piaciuti>> sparò con un'espressione eloquente.Appena finì di pronunciare quelle parole nel mio stomaco si miscelarono una serie di emozioni pungenti: gelosia, fastidio, rabbia, dolore e qualche altra che non fui in grado di decodificare. Il tutto si concentrò in un'irrefrenabile voglia di metterle le mani addosso e farle rimpiangere tutto il veleno che le era uscito dalla bocca.
Mi appellai all'ultimo barlume di autocontrollo rimastomi e sfoderai un sorriso strafottente. <<Peccato però che lui non abbia scelto te ed i tuoi giochetti.>> Maledetta gallinella, a costo di farla morire d'invidia ed attirarmi ancor di più il suo odio, le avrei sbattuto in faccia quella verità fino alla fine dei miei giorni. Voleva giocare sporco insistendo sul fatto che lei avesse avuto dei trascorsi col mio Heiden? Bene, l'avrei ripagata con la stessa moneta.
Heiden è soltanto mio.
La rabbia che lessi nei suoi occhi mi ripagò immediatamente. Sembrava che le sue scure iridi blu scagliassero saette d'odio contro di me con l'intento di folgorarmi. Illusa.
Accentuai il mio sorriso schernente e le rivolsi le spalle per recarmi a prendere il povero libro sottoposto alle angherie di quella vipera.
Improvvisamente sentii un forte dolore alla nuca. Senza neanche capacitarmi di come fosse successo, mi ritrovai col sedere a terra e con una trentina di paia d'occhi addosso.
Mi tastai la testa con una smorfia e realizzai cosa fosse appena accaduto. La serpe mi aveva indiscutibilmente tirato i capelli con una tale forza da farmi perdere l'equilibrio e finire a gambe all'aria.
Non ci vidi più. Non solo mi attaccava verbalmente, in più osava mettermi le sue sudicie dita addosso.
Volsi il capo all'indietro e la raggiunsi con il mio sguardo adirato. <<Razza di cretina>> sibilai rialzandomi. Avanzai frettolosamente nella sua direzione mentre la deficiente se ne stava con le braccia strette al petto ed un'espressione rabbiosa.
Voleva fare a botte? Sarebbe stata accontentata presto. Un incontro di wrestling era proprio quello che ci voleva per inaugurare il primo giorno di scuola dopo la restaurata pace in tutto il mondo.
Il pubblico riunito attorno a noi cominciò a fare un coro da stadio incitandoci alla lotta. Ma non prestai loro attenzione, io e la mia furia eravamo troppo concentrate su un unico soggetto.
<<Fatti sotto, Allison>> mi canzonò lei, spostandosi i capelli sulla schiena con un colpo studiato che fece sospirare quasi tutti i ragazzi presenti. Peccato che quei capelli di lì a poco glieli avrei strappati. I ragazzi avrebbero dovuto trovare altro per cui sospirare come dei facoceri pompati di ormoni.
Percorsi l'ultimo metro che ci divideva ed allungai le braccia per afferrarle quei venti peli che si trovava in testa. Occhio per occhio, capello per capello. Le avrei riservato lo stesso trattamento con tanto di testata tra i denti, così la prossima volta ci avrebbe pensato due volte prima di farmi quegli odiosi sorrisetti.
<<Ehi ehi>> sentii al mio orecchio da una voce familiare.
Zoe mi strinse contro il suo corpo mentre io cercavo di liberarmi per raggiungere quella serpe e fargliela pagare. <<Lasciami andare>> ordinai spingendo il suo braccio verso il basso.
<<Se ti lascio cos'hai intenzione di fare?>> Zoe stava cercando di farmi mantenere la calma
<<Andare lì e strapparle tutti i capelli>> affermai secca, tenendo gli occhi puntati sulla vipera. Oh, ma guarda, non stava più sorridendo.
Non avevo proprio nessuna intenzione di mantenere la calma.
<<Allora sarò costretta a portarti via con la forza>> sussurrò Zoe indietreggiando e trascinandomi con sé in mezzo alla folla.
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Un amore imbranato [Completa]
Lãng mạnLei,Ally Wilson,una ragazza troppo imbranata che riesce a far scappare ogni ragazzo con cui lei vorrebbe stare per colpa delle sua introversia,o forse timidezza che la rendono troppo imbranata,facendole fare tantissime anzi no,troppe,figuracce. Ma...