Capitolo 2

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Erika's Pov

Atterrati all'aereoporto di Londra, iniziai a dirigermi verso gli sportelli dove si ritiravano i bagagli mentre Giorgia si era avviata verso i bagni.

Mentre camminavo, non riuscivo a credere di essere veramente nella città dei miei sogni. Fin da quando ero piccola, Londra è stata sempre la città che avrei voluto tanto visitare. Ed ora mi ritrovavo addirittura a viverci! All'inizio pensai che fosse tutto un sogno stupendo, ma quando mi diedi un pizzico sul braccio tutto intorno a me restò com'era. Era la realtà, non stavo sognando.

X:''Erika?''

I miei pensieri furono interrotti da una persona che mi chiamò. La sua voce non mi era sconosciuta, ma non riuscii ad associarla a nessuno.

X:''Eka!''

Allora tutto nella mia mente si chiarì. Solo due persone in tutta la mia vita mi avevano chiamato in quel modo e una di loro era scappata di casa senza farmi avere notizie.

Sentii qualcuno stringermi da dietro e quando mi voltai per fronteggiare la persona non più misteriosa, i miei sospetti furono confermati: era la mia vecchia,cara,pazza migliore amica.

Io:''Lila! Da quanto tempo che non ci si vede!''-dissi chiamandola con il suo soprannome e abbracciandola.-''Che ci fai qui a Londra?''

Rita:''Stavo per farti la stessa domanda.''-rispose ridacchiando.

Io:''Beh io sono venuta a viverci!''

Rita:''Dici sul serio? Ma è meraviglioso! Sono felice per te. Se da sola?''-chiese senza rispondere alla mia domanda.

Ormai la conoscevo troppo bene da sapere che stava cercando di cambiare argomento per non rispondermi. Doveva parlarmi di qualcosa d'importante, ma stava cercando di guadagnare tempo per dirmi tutto al momento giusto.

Stavo per chiederle il motivo di tutto questo mistero, ma fummo interrotte.

Giorgia:''We Rita! Da quanto tempo. Ti scomoda tanto fare una telefonata ogni tanto?''-chiese ironicamente.

Per sua fortuna si era salvata in calcio d'angolo prima che la iniziassi a torturare con milioni di domande. Avevo intuito che doveva dirmi qualcosa in privato quindi tenni la bocca chiusa con Giorgia nelle vicinanze.

Rita:''Scusatemi tanto, ma sono stata occupatissima. Per farmi perdonare vorrei scambiare due chiacchiere con entrambe più tardi. Perchè non ci incontriamo al bar all'entrata tra circa mezz'ora?''

Io e Giorgia:''D'accordo.''

Dopo di che ci salutò e a passo svelto si diresse nella direzione opposta alla nostra. Era come se avesse lasciato qualcuno ad aspettarla per non so quanto tempo anche se detto così potrà sembrare folle.

Tra i miei pensieri e i miei dubbi andammo a recuperare i bagagli.

Stavo ancora pensando a Rita quando mi scivolò accidentalmente la valigia di mano.

Giorgia:''Ehii! Terra chiama Tomma! Tutto ok? Sembri distratta.''-disse riportandomi con i piedi per terra.

Io:''Sì, non preoccuparti. Ero solo sovrappensiero.''-risposi con una mezza verità.

Giorgia:''Per caso stai considerando l'idea di tornare a casa?''-suppose.

La guardai negli occhi e mi accorsi che avevano sfumature di diverse emozioni: tristezza, pura, confusione...Ma si stava sbagliando di grosso quindi mi affrettai a risponderle prima che si preoccupasse.

Io:''Eh?! Scherzi vero? Cosa ti sta saltando in mente? Abbiamo fatto i salti mortali per far avverare il nostro sogno! Perchè ora dovrei tirarmi indietro?''

Giorgia:''Pensavo che incontrando Rita ti sia mancata la tua casa e quindi non ti sentivi ancora pronta per Londra.''-rispose abbassando lo sguardo imbarazzata.

Io:''No, non è per questo che sono pensierosa.''-la rassicurai-''Il fatto è che il comportamento di Rita mi sembrava un po' strano, come se mi volesse nascondere qualcosa...''

Giorgia:''Cosa?''-chiese chiaramente confusa.

Io:''Adesso andremo a scoprirlo.''

Prendemmo le nostre cose e ci avviammo al bar.

Durante la breve camminata, Giorgia restò in silenzio, cosa davvero strana per lei dato a questo punto sarebbe dovuta esplodere dalla felicità per essere finalmente a Londra. Avrebbe dovuto parlare e straparlare di tutto e di tutti fino a farmi venire il mal di testa. Invece no, restò taciturna. Forse stava riflettendo sulle mie parole e magari stava accorgendosi anche lei del modo in cui si era comportata Rita ed era preoccupata quanto me.

Stavo per chiederglielo quando il mio stomaco iniziò a brontolare insieme al suo.

La tensione si affievolì quando entrambe scoppiammo a ridere.

Giorgia:''Sono ore che non mangiamo. Che ne dici di andare a prendere un panino nel frattempo che aspettiamo?''-propose.

Mi guardai intorno per vedere se riuscivo a trovare Rita da qualche parte, ma dato che non ce n'erano tracce, pensai che uno snack veloce non avrebbe fatto male a nessuno.

Io:''Va bene. Tanto conoscendo Rita, se la prenderà con comodo.''

Prendemmo due panini con cotoletta di pollo e patatine, due bottiglie d'acqua liscia e andammo a sederci ad un tavolo abbastanza visibile per aspettarla.

Il tempo passava e dall'espressione di Giorgia capii che era stanca di attendere tanto quanto me. Quindi decisi di chiamarla, ma fui fermata quando Giorgia la scorse da lontano. Appena voltai lo sguardo notai che era mano nella mano con un ragazzo alto, snello, biondo e con gli occhi chiari. Il fatto che mi sconvolse era che lo conoscevo. I nostri bei ricordi insieme si scagliarono su di me come un treno merci mentre si avvicinava.

Doveva avermi riconosciuta, lo capii dal suo sguardo.

Rita:''Salve ragazze, scusate il ritardo, ma...dovevo raccogliere il coraggio per presentarvi una persona...''

Anche se Rita stava parlando, io non le prestavo attenzione. Era come se ci fossimo solo io e lui in quel luogo. E nel frattempo lui continuava a guardarmi quasi a chiedermi perdono.

Io:''Tu sei...''

Dreams Come True (Niall Horan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora