Capitolo 30

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Niall's Pov

La osservai alzarsi per poi sparire lungo il corridoio verso le voci che intanto diventavano più chiare man mano che si avvicinavano. Era ancora traumatizzata per l'accaduto e io non potevo darle torto. Esperienze come quelle non le auguro nemmeno al mio peggior nemico. In quel momento non potevo che provare ammirazione nei suoi confronti: nonostante l'accaduto lei ha la forza di non piangere e di farsi forza per gli altri. Voleva essere il sostegno a cui gli altri potevano appoggiarsi per non cadere. Il problema era sapere quale fosse il suo sostegno. Lo so che era una ragazza forte, tenace, che non si fa abbattere facilmente, ma prima o poi tutti avrebbero crollato. E più lei si tiene tutto dentro e più forte sarà l'esplosione. Uno strano presentimento mi diceva che sarebbe avvenuto presto. E io non volevo stare a guardare mentre lei si addossava il suo dolore più quello degli altri. Per questo non riuscii più a stare seduto e mi alzai per andare a cercarla. Mi feci spazio tra la calca di gente presente, molta della quale si girava a guardarmi confuso e a chiedersi chi fossi. Non ci feci caso e proseguii nella mia direzione appena la notai in disparte appoggiata al muro con sguardo assente.

Io:''Amore, tutto bene?''-le chiesi avvolgendola in caldo abbraccio.

All'inizio si irrigidì per la sorpresa (era così persa nei suoi pensieri che non mi aveva nemmeno notato), poi si sciolse come un ghiacciolo al sole.

Erika:''Sì, tranquillo.''-rispose appoggiando la sua testa sul mio petto, nel punto in cui si potevano sentire i battiti del mio cuore accelerare.

Sembrò avere per un attimo un po' di pace, accoccolata contro di me ed io non potevo fare altro che stringerla per farla sentire al sicuro. Non potevo fare altro. Purtroppo il dolore non si può far passare con uno schiocco delle dita.

X:''Perchè ti ha chiamata 'amore'?''-chiese sorpresa una voce maschile alle mie spalle prendendomi alla sprovvista.

Voltandomi, mi ritrovai ad incontrare delle iridi nocciola che mi sembravano stranamente familiari. Mi voltai verso Erika con aria interrogativa, ma lei era diventata stranamente ansiosa e nervosa.

Erika:''Papà...Mi dispiace, ma non ho avuto modo di avvertire te o la mamma...''

Padre:''Ti ho fatto una domanda, ma ancora non hai risposto.''-la interruppe.

Erika:''Perchè stiamo insieme.''-disse tutto d'un fiato.-''Si chiama Niall.''

A quel punto capii perchè i suoi occhi mi sembravano tanto familiari: era il padre. La loro somiglianza era impressionante.

Il suo sguardo penetrante si spostò all'improvviso su di me, studiandomi dall'alto al basso, quasi avesse il metal-detector.

Padre:''Faremo due chiacchiere più tardi, io e te.''-sbottò con voce dura prima di voltarsi per andare verso la moglie.

Ero ancora sotto shock quando mi voltai di nuovo verso la mia ragazza. La verità era che non mi aspettavo un padre tanto severo dato che lei era stata con noi così gentile e disponibile. Doveva aver preso dalla madre.

Erika:''Tranquillo, non farci caso. Anche se sembra pericoloso in realtà è gentile e divertente. Deve solo conoscerti per constatare che sei un tipo come si deve. Intanto non farti spaventare, non ti farà niente. Can che abbaia, non morde.''-disse cercando di tranquillizzarmi.

Io:''Ma intanto ringhia.''-replicai a mò di battuta.

Riuscii ad ottenere solo un breve risolino da parte sua, ma mi accontentai. Era sempre meglio di niente.

Tornammo a voltarci verso la marea di gente fuori la porta della camera da letto e il mio sguardo si fissò sui genitori di Erika che avevano appena finito di discutere. Mi sentii a disagio quando gli occhi gelidi della madre si posarono su di me: a quanto pare aveva saputo.

Dreams Come True (Niall Horan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora