Capitolo 3

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Erika's Pov

Non riuscivo a trovare le parole. Erano intrappolate in gola e non volevano lasciare le mie labbra.

X:''Ciao Erika. E' da tanto che non ci si vede, eh?''

Non sapevo come rispondere, ero come pietrificata, incapace di muovermi. Il suo nome invase i miei pensieri e con esso anche una valanga di ricordi: la risate, le uscite insieme, gli abbracci, i baci...

Io:''Giorgio. E' da un po' che non ti fai vivo.''-risposi quando riacquistai la voce.

La feci suonare quasi come un'accusa anche se non lo era. Eppure non riuscivo a farla suonare diversamente.

Rita:''Erika...penso che dovremmo parlare di un po' di cose.''

Solo allora i ricordai che non eravamo solo io e lui in quel luogo. Giorgia doveva aver intuito il mio disagio dato che fece per alzarsi, ma la fermai. C'erano troppi punti interrogativi che avevano bisogno di risposte. L'unica certezze che avevo era che quei due erano legati insieme in qualche modo anche lei Rita non me ne aveva mai parlato. Mai il mio istinto mi diceva che avevo ragione quando posai lo sguardo sull'anello che portava al dito che cercava tanto di nascondere.

Io:''E' inutile che cerchi di nasconderlo. Avanti cosa devi,anzi dovete, dirmi?''-sbottai irritata.

Eravamo amiche da una vita quindi non aveva senso nascondermi le cose. Ci eravamo sempre dette tutto anche le cose più imbarazzanti quindi non accettavo per niente il so comportamento. Cercai di calmarmi prendendo un respiro profondo. Non volevo rovinare il primo giorno mio e di Giorgia a Londra per il mio comportamento infantile.

Rita:''Devi sapere che quando tu e Giorgio vi siete lasciati, lui è venuto da me per essere consolato...''-iniziò radunando tutto il coraggio che aveva in corpo-''Non sapeva dove altro andare. Voleva solo qualcuno che lo ascoltasse e lo capisse...ma non potevamo prevedere quello che sarebbe successo dopo...Ci siamo innamorati. Però nessuno dei due lo voleva per non farti soffrire in qualche modo, ma è successo. Poi tu non c'eri quindi...''

Giorgia:''...quindi hai potuto provarci senza complicazioni.''-finì la frase per lei.

L'irritazione nel suo tono di voce era più che evidente e la capivo per questo, ma cercai comunque di tranquillizzarla prendendole la mano.

Rita non disse niente per controbattere: sapeva che aveva ragione. Si limitò ad abbassare lo sguardo, imbarazzata per la situazione e cercando di trattenere le lacrime.

Io:''Sei stata troppo dura con lei.''-sussurai rivolta a Giorgia cercando di non farmi sentire.

Giorgia:''Perchè non le dici niente?''-chiese confusa dalla mia reazione.

Io:''Perchè so che non è la verità''- mi limitai a rispondere.

A questo punto Rita alzò lo sguardo di scatto, fissando il suo sguardo confuso e incredulo nel mio.

Io:''Adesso ti dico io com'è andata veramente.''-dissi a nessuno in particolare e iniziai il mio racconto-''Erano 5/6 mesi che io e Giorgio eravamo insieme. Rita voleva stare sempre con noi e quando Giorgio mi accarezzava e mi coccolava, girava lo sguardo per non assistere alla scena. Il bello non era perchè le faceva schifo o altro. Ma perchè anche lei era innamorata di lui. Sapevo che questa storia ti faceva soffrire molto per questo decisi, senza dirtelo ovviamente, di lasciarlo in modo da darvi una possibilità.''

Mi stupii notando che dai miei occhi non traboccavano lacrime.

Restarono tutti in silenzio e a bocca aperta, incerti su cosa dire o fare.

Giorgio:''Quindi lo sapevi?''-chiese incredulo riferendosi alla sua nuova storia.

Io:''Sì. Infatti non mi sono sorpresa più di tanto quando vi ho visti insieme. Ma non mi aspettavo di trovarvi qui a Londra.''-risposi con sincerità.

Giorgio:''Abbiamo deciso di prenderci una pausa prima...''-s'interruppe.

Si guardò i piedi incerto su cosa dire.

Rita:''Del matrimonio.''-finì la frase per lui.

Sia io sia Giorgia restammo a bocca aperta di fronte alla loro rivelazione, ma d'altronde cosa potevamo farci? Avevano tutto il diritto di farlo quando volevano.

Io:''Beh, congratulazioni a entrambi.''-dissi semplicemente.

Giorgia:''Già, congratulazioni.''-si appoggiò a me.

Dalla faccia di Giorgia capii che non era contenta di come era andata a finire la storia, ma non m'importava. La cosa principale era che Rita e Giorgio erano felici e presto avrebbero coronato il loro amore con il matrimonio.

Io:''Giorgia vogliamo andare? Si è fatto tardi e dovremmo arrivare a casa.''-dissi cercando la scusa più banale per andarcene.

Giorgia:''Sì, certo. Credo sia arrivato il momento di andare.''

Giorgio:''Vivi qui?''-chiese rivolto verso di me mentre Giorgia si preoccupava di prendere i suoi bagagli.

Io:''Sì, questo è il nostro primo giorno. Adesso però dobbiamo andare. Quindi...ciao.''-risposi semplicemente non trovando cosa dire.

Presi le mie valigie e mi avviai con Giorgia verso l'uscita. Però prima che riuscissi a varcare la soglia, una voce mi fermò.

Rita:''Erika! Aspetta un attimo. Perchè sei arrabbiata? Non abbaimo fatto niente di male.''-disse venendomi incontro.

Io:''Vuoi sapere il perchè?! Non lo puoi immaginare? Sapevi che ero stata io a darti la possibilità con Giorgio e adesso vieni qui per rifilarmi questa storiella!? Mi hai mentito! Una persona qualunque ci sarebbe, ma io non sono tanto ingenua! Quindi è questo che mi reputi? Una persona qualunque? Bene!...''-sbottai questa volta notando le mie guance bagnarsi per le lacrime.

Giorgia:''Erika, è meglio andare...''-cercò di fermarmi prendendomi gentilmente il braccio, ma io mi divincolai violentemente.

Ormai mi ero spinta troppo oltre per fermarmi.

Io:''Ho avuto il coraggio di lasciare Giorgio per te ed è così che mi ripaghi? Senza farti sentire per anni e poi rifilandomi una bugia?! Vuoi sapere come mi sento? Triste, ingannata, amareggiata...''

A quel punto dovetti fermarmi dato che la mia voce divenne rotta a causa del forte pianto.

Giorgia:''Dai andiamo adesso.''-mi sussurrò gentilmente.

Avevo esagerato, lo sapevo, ma quella era la verità e non potevo tenerla nascosta come aveva fatto lei.

Mi lasciai trasportare verso l'uscita e con la cosa nell'occhio vidi Rita tra le braccia di Giorgio mentre la consolava. Ma non versò mezza lacrima. Forse aveva accettato la verità e in parte lo speravo.

Uscimmo dall'aereoporto e chiamammo un taxi.

Prima di salire mi voltai un'ultima volta indietro. Ma non c'erano.

Prendendo un respiro profondo salii sul taxi che mi avrebbe condotto verso la nostra nuova casa.

Ogni chilometro che percorrevo era un passo più lontano dal mio passato, ma allo stesso tempo uno più vicino al mio futuro...

Dreams Come True (Niall Horan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora