Capitolo 33

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Erika's Pov

Voltandomi, rimasi di stucco notando chi fosse sulla soglia della porta. Di certo era l'ultima persona che mi immaginavo di incontrare in questo momento. Sembrava leggermente a disagio e non smetteva di torturarsi le mani.

Io:''Hai bisogno di qualcosa, Harry?''-chiesi confusa.

Lui, invece di rispondermi, controllò prima che lungo il corridoio non ci fosse nessuno poi sgattaiolò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle molto lentamente per non fare rumore.

Harry:''Devo chiederti una cosa.''-disse voltandosi per guardami in faccia.

Era ancora abbastanza nervoso, per un motivo a me sconosciuto. Quindi, presa dalla curiosità, gli feci cenno di parlare.

Harry:''Dato che domani sarà il compleanno di Giorgia, vorrei farle un regalo da toglierle il fiato. Sai, è da poco che stiamo insieme però la amo all'impazzire. Ma non ho proprio idee. Mi chiedevo, dato che tu la conosci da molto più tempo di me, cosa le farebbe piacere ricevere.''-rispose tutto d'un fiato.

Io:''Quindi hai bisogno di un consiglio?''-chiesi riassumendo la sue richiesta.

Al suo cenno di approvazione, mi fermai per qualche secondo a riflettere per cercare le parole giuste. Non mi è stato mai facile farle un bel regalo.

Io:''Bhè, il suo sogno più grande è stato sempre quello di diventare Mrs Styles, ma penso che adesso ci sia riuscita. Poi quello che ha sempre desiderato avere è un'Iphone 5.''

Harry:''Tutti qui?''

Io:''Può essere poco per te che ne hai più di uno. Ma puoi immaginare in che stato economico eravamo piazzate entrambe in Italia quindi ci accontentavamo di quello che ci veniva offerto. Non so se l'hai notato, ma Giorgia ha un telefono che risale a secoli fa e lo tiene da quando ci siamo conosciute.''

Sembrò riflettere per qualche secondo sulle mie parole. Stavo per chiedergli se c'era qualcosa che non andava quando d'un tratto alzò di scatto la testa e dal luccichio nei suoi occhi intuii che era arrivato ad una conclusione.

Harry:''Grazie, mi hai fatto venire un'ottima idea.''-disse avviandosi alla porta.

Avrei voluto fermarlo per chiedergli cosa avesse in mente, ma era già in corridoio diretto alla sala da pranzo dove c'erano gli altri. Avevo una strana sensazione che avesse qualcosa in mente, qualcosa che gli metteva un certo nervosismo. Ma proprio non avevo idea di cosa si trattasse. A quanto pare lo avrei scoperto il giorno dopo.

Scacciai quei pensieri e mi ricordai che i preparativi per la festa erano appena stati avviati e avevo altre mille cose da fare. Quindi presi il telefono e iniziai un giro di chiamate che sembrò non finire mai. Invitai quasi tutte mie care amiche del liceo che conosceva anche Giorgia e parlai loro della sorpresa.

Niall's Pov

Quella giornata era diventata improvvisamente stressante. Stava per finire nel migliore dei modi, ma anche adesso avevamo da fare.

Quando entrai nella stanza, Erika aveva appena messo giù il telefono dopo una telefonata. Aveva il viso stanco e tirato per la preoccupazione di non riuscire ad organizzare tutto in tempo.

Io:''Tutto pronto per domani?''-chiesi avvicinandomi e cingendola per i fianchi.

Erika:''Quasi per niente. Gli invitati ci sono, ma mancano le decorazioni e gli ingredienti.''-rispose con voce stremata appoggiandosi alla mia spalla.

Io:''Ho parlato con gli altri e ci stanno pensando loro alle decorazioni. Di che ingredienti parli?''

Erika:''Non penserai che faccio contenta solo Giorgia con questa festa, vero? Voi siete in visita qui e avete l'obbligo di assaggiare i piatti del sud.''-disse con tono scherzoso.

Non ebbi il tempo di fare o di chiedere altro perchè mi agguantò per la manica dalla maglietta e mi condusse fino alla macchina avvertendo gli altri che saremmo usciti per un po'.

Io:''Dove andiamo?''-chiesi confuso mentre salivo sul posto del passeggero.

Erika:''Al supermercato. Devi aiutarmi a fare la spesa.''

Io:''Come la signore comanda.''-dissi in tono scherzoso ricevendo un leggero schiaffo sul braccio da parte sua.

Non ci volle molto ad arrivare, forse perchè durante il tragitto lei si perse a parlare dei luoghi dove era cresciuta mentre ci passavamo vicino con la macchina. Ero talmente perso a rivedere nella mia mente tutti i posti che mi aveva mostrato che non mi accorsi minimamente che il motore dell'auto era spento.

Erika:''Che fai? Resti in macchina?''-chiese con un leggero sorriso su quelle labbra carnose mentre scendeva dall'auto.

Io:''Scendo.''-risposi guardandomi intorno nel grande parcheggio.

Mi sentivo leggermente fuori posto mentre entravo nel supermercato mano nella mano con Erika. Presi un carrello e la seguii tra i reparti.

Io:''Mi dici cosa dobbiamo prendere?''-chiesi d'un tratto mentre il mio sguardo si spostava tra gli scaffali.

Erika:''Te l'ho detto: ingredienti.''-rispose senza togliere lo sguardo dalla sua lista.

Io:''Per...?''-la esortai.

Erika:''Per il compleanno di Giorgia ho deciso di preparare le pizze col forno a legna dei miei genitori.''

Io:''Fate le pizze?''-chiesi sorpreso, ma allo stesso tempo avvertendo un leggero brontolio allo stomaco.

Erika:''Sì, anche da un bel po' di anni. Non hai visto il forno sul terrazzo?''

Io:''No, non ci ho fatto caso.''-risposi sinceramente mentre svoltavamo per un altro reparto.

Erika:''Puoi mandare un messaggio ad Harry?''-chiese mentre metteva dei pacchi di farina nel carrello.

Io:''Certo.''-risposi prendendo il telefono dalla tasca.-''Cosa devo dirgli?''

Erika:''Se può tenere occupata Giorgia domani dall'ora di pranzo fino a sera.''

Mentre io mandavo il messaggio, lei continuava a fare la spesa. Più guardavo quella lista e più mi sembrava infinita. Siamo sicuri che voleva fare solo le pizze?

Erika:''Abbiamo tutto. Possiamo andare.''-annunciò finalmente.

Era la prima e l'ultima volta che andavo a fare la spesa.

Ci avviammo alla cassa dove tutti ci guardavano in modo strano. Pensai che fosse per la spesa eccessiva. Pagammo e finalmente tornammo alla macchina e ci dirigemmo verso casa. Il tragitto fu silenzioso e appena arrivati a casa, Giorgia era immersa a guardare la televisione. Quindi noi potemmo sgattaiolare in cucina per posare il tutto senza essere osservati.

Erika:''Puoi andare ora. Qui ci penso io.''

Osservai quelle buste piene: non ci pensavo proprio a farle disfare tutte e lei.

Io:''Vuoi smetterla di far riposare gli altri allontanandoli mentre tu lavori?''

Era un lato di lei che mi faceva sciogliere. In quel momento il bisogno di baciarla era impellente. Ma mi trattenni iniziando a posare i pacchi di farina.

Erika:''Ce la faccio, davvero.''-insistette.

Quando mi voltai non riuscii a frenare le mie azioni. La trassi velocemente alle mie labbra, bisognoso di sentire quelle labbra morbide sulle mie per assaporare il loro sapore. Non ci volle molto per riaccendere il desiderio. La trassi più vicina prendendola per la nuca. Volevo sentirla tutta, in quel momento. Stavo per portarla nella sua stanza quando qualcuno si schiarì la voce alle nostre spalle...

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