Capitolo 34

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Niall's Pov

Al suono di quella voce, sentii dei brividi corrermi lungo tutta la schiena. Per un qualche strano motivo, sapevo a chi appartenesse e questo non mi tranquillizzò molto. Avevo un brutto presentimento.

Ci volemmo entrambi nello stesso momento verso il punto da cui proveniva la voce. I miei sospetti erano fondati: c'era il padre di Erika sulla soglia della cucina.

Padre:''Io e te abbiamo un discorso in sospeso, ragazzo.''-annunciò spostando lo sguardo verso Erika.

Intuii dal suo tono che quella doveva essere una discussione privata, faccia a faccia solo io e lui. Anche Erika doveva aver afferrato il messaggio, ma alzò il mento in segno di sfida.

Erika:''Scordatelo papà, io resto con lui. Quello che hai da dirgli lo puoi benissimamente dire anche in mia presenza.''-lo sfidò.

Sorrisi per la sua cocciutaggine. A quanto pare non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno da suo padre.

Quest'ultimo alzò gli occhi al cielo come se fosse abituato a queste scene e ci invitò ad accomodarci al tavolo. Pessimo segno.

Lieto che fosse ancora con me, le presi la mano e la condussi ad una sedia.

Padre:''Allora...''-iniziò incrociando le dita sul tavolo.-''Come ve la passate?''

Erika:''Papà vai al punto senza girarci intorno.''-lo riprese.

Padre:''D'accordo.''-sbuffò alzando per l'ennesima volta gli occhi al cielo.

Spostò il suo sguardo serio su di me e mi sorpresi ancora una volta di quanto fossero simili a quelli della figlia.

Padre:''Cosa avete fatto insieme?''-chiese andando fin troppo al punto.

Io:''Siamo...stati a letto insieme.''-risposi balbettando.

Sono sicuro di essere diventato rosso come un peperone, ma era inutile negare l'evidenza. E poi quell'uomo sembrava esigere solo la verità.

Abbassò lo sguardo per qualche momento, come se volesse riflettere sulle mie parole, ma alla fine rialzò gli occhi e me li puntò contro, come se volesse scrutare la mia più piccolo imperfezione.

Erika:''Papà, scordatelo.''-esclamò Erika quasi saltando dalla sedia.-''Non puoi separarci, io lo amo.''

Il fatto che sapeva leggere nel pensiero suo padre mi spaventava leggermente, ma al suono di quelle parole, uscite dalle sue morbide labbra, non potei fare altro che sciogliermi.

Papà:''Ma Erika, non ti sembra tutto troppo affrettato?''-chiese spostando il suo sguardo inquisitore verso la figlia.

Io:''La amo signore.''-m'intromisi nella discussione.-''Anche se ci conosciamo da poco, come lei sostiene, sappiamo d'appartenerci. Per lei potranno sembrare solo parole, ma è quello che provo per sua figlia. Ormai non saprei cosa fare senza di lei.''

Spostai lo sguardo verso la mia donna che mi sedeva al fianco. Le sorrisi leggermente notando gli occhi lucidi per la commozzione. Alzai la mano libera per accarezzare la perfezione del suo volto mentre mi avvicinavo per stamparle un lieve bacio sulle labbra.

Padre:''Non c'è bisogno dei particolari.''-ci interruppe.-''Allora non posso fare proprio niente, eh?''

Erika:''Temo di no.''-rispose sorridendo soddisfatta di un'altra vittoria.

Padre:''Cercate almeno di fare poco rumore. Sapete, di notte vorremmo dormire.''

Mi rilassai visibilmente sulla sedia udendo il suo tono scherzoso: la parte crudele doveva essere passata.

Dreams Come True (Niall Horan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora