Mi ritrovai a volteggiare sopra una piccola cittadina. Il sole era alto nel cielo e si rifletteva sui tetti grigi e blu delle case.
Una corrente invisibile mi spinse verso il basso e giunsi davanti alla porta di una delle tante case. Una sferzata di vento la aprì consentendomi di entrare nella mia forma eterea.
All'interno l'abitazione era semplice: pochi arredi essenziali e una tappezzeria bianco sporco, con numerose macchie di umidità. Il mio Ba venne condotto al piano superiore, dove il vento magico mi fece entrare in una piccola stanza. Non ero solo.
Nel lato opposto della camera c'era una bambina seduta davanti ad un tavolo e girata di spalle. Avrà avuto sette o otto anni, i capelli scuri legati in due trecce e la pelle chiara. Stava scrivendo qualcosa, ma ero troppo distante per capire di cosa si trattasse.
D'un tratto dal basso giunse una voce femminile. La ragazza si voltò verso la porta e per un attimo fui attanagliato dal panico che potesse vedermi, ma guardò la porta con aria seccata e alzandosi di scatto mi raggiunse e passandomi attraverso uscì dalla stanza.
Io non mi mossi e non la seguii, il nome che aveva urlato la madre mi rimbombava ancora in testa.
Vidi sparire le due trecce corvine dalla stanza e subito avvertii uno strappo allo stomaco. Prima di svanire del tutto sentii ancora distintamente la voce della madre. - Sarah -
Mi svegliai di colpo con il respiro affannato e la gola secca. Accanto a me Ziah dormiva ancora avvolta nel suo sacco a pelo. Strisciai verso di lei e la cinsi in un abbraccio ancora sconvolto da quel sogno. Confuso e preoccupato mi voltai a guardare il suo viso, ogni tanto aggrottava la fronte e le sfarfallavano le palpebre. Le diedi un bacio sulla fronte e poi chiusi gli occhi.
L'ultima cosa a cui ripensai prima di riaddormentarmi fu alla bambina dalle trecce scure, che altro non era che una versione più piccola e innocente di Sarah Jacobi.
Quando mi risvegliai l'indomani mattina, trovai Ziah già intenta a mettere via le sue cose.
- Buongiorno – mormorai, stiracchiandomi.
- Ciao, Carter - Gli occhi scuri di Ziah mi squadrarono, inquisitori. - Dormito male? -
Annuii. Non le sfuggiva niente. - Stanotte il mio Ba ha deciso di farsi un viaggetto nel passato - dissi alzandomi e iniziando a ripiegare il mio sacco a pelo.
- Viaggietto nel passato? - Ziah inarcò un sopracciglio.
- Ho visto Sarah Jacobi – ammisi, schietto. - Da bambina -
- E com'era? - Ziah si avvicinò e mi aiutò a sistemare il sacco a pelo, con gesti esperti.
- Non lo so - Scossi la testa, confuso dai rimasugli di ricordi che mi turbinavano in testa. - Non mi è sembrata "cattiva", però ho avvertito un certo brivido -
- Se l'hai visto ci sarà una ragione - Mi prese una mano. - Andremo in fondo a questa storia – promise.
- Lo spero. Vedere la nostra nemica giurata con le treccine mi ha già sconvolto già abbastanza -
- Ma dai – rise Ziah, e mi lanciò lo zaino. - Preparati, che mentre dormivi ho fatto un giretto ed ho trovato il nostro mezzo alternativo per raggiungere El-Kharga -
- Davvero? - mi diedi una sistemata ai capelli, arruffandoli anche più di quanto già non fossero, e infilai le scarpe.
- Sì, e sono certa che ti piacerà - fece, misteriosa.
Si sporse in avanti e mi aiutò ad allacciare gli ultimi bottoni della camicia, premurosa. - Dai, ti aspetto fuori -
Dopo che fu uscita sospirai. Ero proprio innamorato cotto [e dai Sadie, non dire che sono troppo sdolcinato]
Non sapevo esattamente cosa intendesse Ziah per "mezzo alternativo", ma presto l'avrei scoperto.
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L'Armata Perduta ~The Kane Chronicles~ [Completata]
FantezieÈ passato un anno dalla sconfitta di Apophis, un anno di tranquillità per il 21° Nomo. Ma la pace non può durare per sempre, soprattutto quando sei un mago della Casa della Vita. In questa avventura Sadie, Carter e i loro amici dovranno fronteggiare...