Parlo con Faccia da Gallina

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Un leggero odore di giglio mi pizzicò dolcemente le narici. Mugugnai nel sonno e provai a riassopirmi, ma inutilmente: il profumo si fece sempre più forte e persistente.

- Sadie? - una voce ovattata mi raggiunse, e sentii qualcosa di freddo e umidiccio posarmisi sulla fronte.

Ero tentata di rimanere in quello stato catatonico tra il sonno e la veglia per l'eternità. Nessuna preoccupazione, nessun pericolo e nessuna traccia di morte imminente. Solo pace e tranquillità. E quel delizioso profumo di giglio.

Ma ovviamente non è così che va affrontata la vita (che filosofa, eh?), e così mi sforzai di aprire faticosamente gli occhi, a causa della palpebre attaccate.

La prima cosa che notai: Walt. La seconda: il buio che ci inghiottiva, famelico.

- Ehi - gracchiai, e subito dopo ebbi un attacco di tosse. La mia voce sembrava il gracidio di una rana che è appena stata investita da un camion.

- Ti sei svegliata! - esultò Walt, e si chinò su di me. - Come ti senti? -

- Come se un tir mi avesse investito e poi avesse fatto retromarcia - biascicai, sentendo il mio labbro spaccato protestare.

Walt ebbe anche la faccia tosta di ridere e con delicatezza mi spostò la pezza bagnata dalla fronte.

- Dove siamo? - grugnii, umettandomi le labbra secche e aride. Walt non era proprio un ottimo infermiere.

- Poco fuori FaraFra -

- E come...? - tossii, il catarro viscido che mi serrava la gola in una morsa.

- Una delle ieracosfingi, per precisare quella che hai catturato tu. Con le altre due non c'è stato nulla da fare -

Annuii, incapace di parlare più del necessario. - Quanto tempo sono rimasta svenuta? -

- Due giorni - rispose Walt, mentre i suoi occhi ansiosi mi ispezionavano da cima a fondo. Un dubbio spiacevole mi colse e arrossii imbarazzata, prima di accorgermi che effettivamente indossavo ancora gli stessi vestiti di due giorni prima. Grazie a Dio Walt non era così premuroso.

- Cosa?! - feci. E io che pensavo di essere stata incosciente solo per un pomeriggio.

- Te la sei vista brutta ed è solo grazie ad Anubi se sei qui -

Scossi la testa. Non era certo la prima volta che sfioravo la morte e se mi fossi messa a contare ogni missione suicida a cui avevo partecipato sarebbe venuta fuori una lista più lunga del Libro dei Morti. Questo pensiero mi fece venire in mente Carter, con la solita ondata di preoccupazione. Chissà cosa stava combinando, e come stava.

- Quando partiamo? - sibilai, cercando di formulare un piano.

- Domani mattina - Walt si allontanò dal mio capezzale. - Prenditi ancora un po' di tempo per dormire -

- Ma come? Prima mi svegli e poi mi dici di riaddormentarmi? - inveii, acida.

Il ragazzo mi rispose con un silenzio teso.

- Ehi, volevi dirmi qualcosa per caso? -

- No, No - si affrettò a rispondere, sfoggiando un gran sorriso. - Pensa a riposarti -


Si infilò nel sacco a pelo accanto al mio e si girò dandomi la schiena.

Eravamo entrambi svegli, ma entrambi stavano facendo finta di dormire. Cosa voleva dirmi Walt? Perché il suo sorriso non era stato del tutto sincero... E perché mi aveva mentito?


L'indomani mattina mi svegliai abbastanza presto e mi sentii subito piena di vita.

- Buongiorno! - balzai su dal mio ripostiglio e mi stiracchiai.

Eccoci qui: due ragazzi americani con uno pseudo grifone in mezzo al deserto. Tutto regolare, insomma.

Walt non si era ancora svegliato, così ne approfittai per andare a visitare il nostro nuovo amico.

La creatura mitica sbatteva pigramente le ali e raschiava il terreno con le unghie affilate. Chissà come avrebbe reagito se avessi provato a farle la pedicure. Sembrava una creatura completamente diversa da quella che aveva provato ad ucciderci.

"Sadie Kane" invocò una voce, e per poco non inciampai. Le pupille gialle mi squadrarono.

- Tu - risposi, incerta.

Il mostro annuì. "E così questa è la grande maga. La prescelta di Iside" sogghignò la voce con ironia nella mia testa.

- Vedo che sei informato, Faccia da Gallina - sbottai, infastidita dal suo tono supponente.

Cavoli, avevo appena finito di dire che sembrava una creatura mansueta.

La ieracosfinge fece un verso crepitante che supposi fosse una risata. "Sono vincolato a te, stupida ragazzina, così come al tuo amico. Ma state certi, che una volta assolto il mio compito sarò premiato egregiamente" gongolò, soddisfatta dai pescetti che probabilmente Iside le avrebbe dato appena avesse portato a termine il suo incarico.

-E  quale sarebbe questo tuo compito? - risi, sardonica. Perché certo non poteva riferisi al fatto che fosse obbligato a farci da mezzo volante.

Il mostro si limitò a guardarmi con uno sguardo gelido e per poco in quei suoi occhi gialli mi sembrò di rivedere le stesse pupille malvagie di Apophis.

Non lasciai trapelare l'improvviso spavento e assunsi un'espressione spavalda, quella che mi riusciva meglio. - Immagino che lo scopriremo, ma fino ad allora non puoi fare altro che chiudere quel tuo becco da gallina - conclusi, e mi voltai dirigendomi verso la figura immobile di Walt.

Dovevamo partire, e il fatto che fossi rimasta incosciente per due giorni non alimentava certo la mia speranza di ritrovare presto Carter e Ziah.

L'Armata Perduta ~The Kane Chronicles~ [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora