Il dio senza nome

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Un enorme uomo dalla pelle blu come la notte mi stava fissando. Indossava un gonnellino dorato che si intonava con un medaglione del medesimo colore che portava sul petto nudo. I lineamenti erano affilati e i suoi occhi azzurro ghiaccio erano contornati con del khol argento.

Il suo sguardo era talmente  intenso che ebbi l'impressione che mi stesse letteralmente leggendo dentro. I denti si aprirono in un sorriso bianco e scintillante. Il genere di sorriso malvagio e freddo, quello che i registi vogliono vedere sui loro villain.

Questo mi fece venire in mente il mio polso, e guardando dove mi aveva afferrato notai l'impronta violacea di quattro dita. Deglutii, una sensazione di timore mi attanagliava lo stomaco.

Solo distogliendo lo sguardo mi accorsi che eravamo ancora nella tempesta. Attorno a noi la sabbia vorticava, ma era come se una specie di cupola ci proteggesse. Opera sua, sicuramente.

Reagii d'istinto. Mi alzai di scatto e lanciai l'incantesimo "A'max". Un muro di fuoco si materializzò verso il gigante, che schivò abilmente il colpo per nulla impressionato, l'impassibilità che appiattiva i lineamenti come una maschera.

- Carter Kane. Il grande faraone - esordì, con un tono indecifrabile.

Sentii il sangue ribollirmi nelle vene e richiamai il mio avatar: l'obiettivo era quello di tenerlo lontano dalla tenda, lontano da lei.

Questa volta il gigante scoppiò in una fragorosa risata e in un battito di ciglia mi fu accanto. Solo quando sentii la sua gelida presa sul collo mi resi conto di quello che stava accadendo. Con un urlo provai a respingerlo, ma la sua mano blu iniziò a stringere ancora di più e sentii i miei piedi scalciare nel vuoto.

Ma che fine aveva fatto Carter Kane, il grande guerriero? Riversai un  granello di energia nell'avatar. Il gigantesco braccio si mosse e colpì il bersaglio.

Caddi a terra boccheggiando per la mancanza di ossigeno.

Il mio assassino si teneva una mano sulla trachea, dove lo avevo colpito. Questo mi ridiede una speranza. Era forte, ma non invincibile.

Un incantesimo di protezione, pensai, e alzando la bacchetta pronunciai la formula. Una mantello di luce dorata calò sulla tenda. Forse quello poteva bastare per proteggerla.

L'uomo sputò a terra un grumo di saliva bluastra. - Trucchetti da mago - grugnì, la voce che trasudava disprezzo.

- Chi sei? - chiesi, ignorando il suo commento.

- Sono un dio senza nome. Un dio che non ha un sovrano, un dio il cui unico padrone è la morte. Io servo la morte - ruggì l'omone, fissandomi minaccioso.

Sadie avrebbe ribattuto con qualcosa come:"Quindi servi nostro padre, fatti da parte", ma ero sicuro che quel gigante non si stesse riferendo né a Osiride né ad Anubi.

- Cosa vuoi? -

- Distruggerti, questo ti basta? - sghignazzò il tipaccio, squadrandomi con quegli occhietti gelidi come una stalattite.

Per un attimo mi sembrò di parlare con Seth, ma mi riscossi dal limbo di terrore e attaccai.

Ci fu un colpo ben piazzato all'altezza del petto. Non il suo, ma il mio.

Volai indietro e mi andai a schiantare contro la cupola invisibile.

In quel momento mi parve di sentire una voce farsi strada tra i miei pensieri. "Non arrenderti, Carter".

Scossi la testa, stordito dall'impatto, e mi rialzai barcollando. Il mio avversario si stava guardando le unghie lunghe e ricoperte da una patina biancastra, facendo finta di non notarmi.

Solo quando iniziai ad arrancare verso di lui alzò lo sguardo, beffardo. - Hai combattuto e  servito dei ingiusti, corrotti e sbagliati. Una nuova Era deve cominciare. Niente Aphopis, niente Ra, solo - Indicò la tempesta di sabbia che muggiva attorno a noi, devastando ogni cosa nel raggio di chilometri. - Questo -

Urlai di frustrazione e mi scagliai verso di lui. Richiamai dalla Duat il mio kopesh e lo calai con tutte le mie forze verso il gigante. Il tempo mi parve rallentare e quando la mia lama si scontrò con la pelle bluastra del dio un fortissimo rombo si propagò attorno a noi. L'urto fu talmente violento che venni sparato all'indietro, di nuovo, e atterrai con un gemito.

- Gli dei mi hanno portato via tutto. Il mio culto, il mio credo, i miei sudditi - sibilò il gigante, increspando le labbra in un sorriso amaro, per nulla turbato da quello che era appena successo. - Cos'è un uomo, senza tutto questo? -

I suoi occhi azzurri saettarono verso la tenda, malevoli. - Mi è stato tolto tutto. E adesso tu subirai lo stesso -

Detto questo iniziò  a correre verso di me. Al suo fianco apparve una frusta dorata che fece schioccare sopra la sua testa. Mi buttai di lato prima che potesse colpirmi, mentre cominciavo a incassare tutte le ferite subite finora, ma il colpo non era diretto verso di me, bensì verso la barriera invisibile. Si lacerò uno squarcio e il dio senza nome vi si tuffò dentro. Prima che la sabbia potesse inghiottirlo si voltò verso di me e sorrise, minaccioso. Poi sparì.

Corsi verso la tenda zoppicando e attraversai il confine di protezione. Ero preoccupato per Ziah, il cuore mi rimbombava in testa accelerato dalla mia ansia.

Quando feci il mio ingresso per poco non caddi.

"Mi hanno portato via tutto, adesso subirai lo stesso".

- No! - urlai.


L'Armata Perduta ~The Kane Chronicles~ [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora