Compagni di scuola

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Il lunedì successivo Elisa cominciò la nuova scuola.
La mattina si alzò mezz'ora prima. Fece colazione in fretta e si preparò.
La scuola che frequentava Mattia era privata, pretendeva un certo comportamento e un alto livello di preparazione. Elisa non era mai stata brava a scuola e per questo era terrorizzata all'idea di frequentare una scuola che pretendeva così tanto dai suoi studenti.
Inoltre gli studenti dovevano indossare la divisa.
Le ragazze indossavano una gonna a quadri blu e nera e una camicetta bianca. Fortunatamente la cravatta era riservata ai ragazzi.
Quello che più la preoccupava non era la scuola, i ricconi di cui si sarebbe circondata, ma il viaggio in macchina con Mattia. Da quello che aveva potuto vedere la settimana precedente, la strada fino alla scuola non era brevissima e con tutto quello che era successo non aveva proprio le forze di passare del tempo con il marito.
Aveva provato a convincere la suocera ad andare in autobus, un giusto compromesso: lei sarebbe andata nella scuola da lei voluta, ma in cambio avrebbe scelto lei come andare.
Ma Laura non aveva voluto sentire ragione, Elisa e Mattia sarebbero andati a scuola insieme, a costo di accompagnarli lei stessa.
Alle 7,30 Mattia scese, divisa addosso e cartella sulle spalle. Il nodo della cravatta era leggermente lente e i primi bottoni della camicia erano sganciati.
Elisa si imbambolò a fissarlo.
-Sei pronta?- le chiedeva nel mentre lui. Vedendo che non rispondeva, le scosse un braccio.
Elisa distolse lo sguardo, spostandolo sui suoi occhi. -Sì-
Uscirono di casa e mentre Mattia andò ad accendere la macchina, Elisa chiuse a chiave il portone.
Salì in macchina e posò lo zaino tra le gambe.
-Nessuno sa che sono sposato nella mia scuola- disse all'improvviso.
-Quindi suppongo che faremo finta di non conoscerci-
-Questo è il piano-
Elisa annuì. In fondo se lo aspettava che non le sarebbe stato accanto, una volta arrivati probabilmente l'avrebbe fatta scendere un centinaio di metri prima per essere sicuri che nessuno lo vedesse con una poveraccia.
-Elisa, io ti volevo parlare dell'altro giorno-
-Oh, ma non devi assolutamente.-
-Sì invece, sono stato uno stronzo e lo so, ma...-
-Ma tu hai il diritto di andare a letto con chi vuoi. Siamo marito e moglie, ma questo non vuol dire che stiamo insieme-
-Davvero non ti scoccia che io abbia una ragazza?-
Elisa scosse la testa. In realtà le scocciava eccome però voleva mostrarsi superiore, non voleva dargli l'impressione di essere una bambina e pregarlo che non portasse quella nel loro letto.
-E tu stai con qualcuno?- le chiese Mattia.
-No, però c'è un ragazzo che mi piace.- disse pensando a Francesco.
-Davvero? E lo conosco?-
-Non credo;  mi aveva invitato a uscire proprio il giorno in cui tua madre è venuta a prendermi, perciò sono saltati i piani-
-Invitalo tu-
-Mi vergogno- disse quasi sottovoce.
-Se non ti butti, non otterrai mai niente dalla vita-
Elisa sospirò. Era strano parlare con Mattia di un argomento del genere. Non è certo ciò di cui un marito e una moglie debbano parlare. Ma loro non erano come gli altri.
Mattia parcheggiò l'auto in fondo al parcheggio, il punto più lontano dall'entrata della scuola per assicurarsi che nessuno li vedesse. Perlomeno non l'aveva fatta scendere quando erano ancora in strada, pensò lei.
-Allora, se qualcuno ti chede qualcosa dì che sei mia cugina: per questo veniamo a scuola insieme, ok?-
-Ok-
-Buon primo giorno di scuola- le augurò dandole un bacio sulla guancia.
Elisa si avviò dentro la scuola.
La sua classe era la 4^E.
Quando entrò nell'aula, la lezione non era ancora iniziata. Una ragazza quando la vide entrare si alzò di scatto e le andò in contro.
-Ciao, tu devi essere Elisa!-
Elisa annuì leggermente intimorita dalla vivacità della ragazza.
-Io sono Samantha, tua compagna di banco e guida personale- Samantha era più alta di Elisa di una decina di centimetri, aveva dei capelli rosso fuoco e ricci.Le strinse la mano con un sorriso a quaratacinque denti. Elisa era sempre più a disagio.
-Lascia pure lo zaino qui, ti porto a afre il giro della scuola.-
In quel momento la campanella suonò.
-Ragazzi lo avvisate voi il professore vero?-
I compagni risposi in coro di sì, così le due uscirono.
Le fece visitare il laboratorio di chimica, che era solo due aule avanti la loro, poi le disse che voleva farle vedere assolutamente l'aula di arte. Lei era un'aspirante pittrice, e sulle pareti dell'aula erano esposti i suoi lavori migliori.
Mentre camminavano per il corridoio, Mattia e la sua ragazza, Sonia, stavano camminando verso di loro.
Elisa si soffermò sulle loro mani intrecciate, così poté dare finalmente dare un volto alla ragazza che era stata nel suo letto.
Mattia le fece un occhiolino, sperando che né Sonia né Samantha lo vedesse.
Elisa sorrise.
-Lascialo perdere quello- Le disse Samantha che evidentemente lo aveva visto.
-Come scusa?-
-L'ho visto sai, ti ha fatto l'occhiolino e tu gli hai sorriso-.
-Sai ti capisco-, continuò, - ho una cotta per lui dalla prima superiore, ma ho capito che è meglio ammirarlo da lontano-
-Perchè è fidanzato dici?-
-E anche perchè è uno stronzo-
Elisa non replicò, la ragazza aveva ragione e lei aveva potuto provarlo sulla propria pelle.
Dopo il giro della scuola, le ragazze tornarono in classe, dove ad accogliere Elisa c'era un test di matematica.
-Non preoccuparti, è solo per darmi un'idea della tue capacità- le aveva detto la professoresa con un sorriso falso. Eccome se si preoccupava invece!
Il resto della giornata fu abbastanza tranquillo, Elisa scoprì che la vivacità e la simpatia di Samantha erano più che piacevoli. Forse aveva trovato un'amica.
-Che ne dici di venire a studiare da me?- le chiese la rossa.
-Intendi oggi?-
-Sì!-
Stavano uscendo dalla scuola e un ragazzo urlò: -Ei rossa, hai trovato un'amica sfigata quanto te?-
Le due ragazze si voltarono. Elisa rimase pietrificata quando vide che il ragazzo che aveva parlato era un amico di Mattia; lo aveva visto un paio di volte dalla finestra del soggiorno: alcune sere veniva a prenderlo lui e insieme andavano chissà dove per tutta la notte.
Mattia sviò lo sguardo; le parole di Michele lo fecero infuocare di rabbia, ma non aveva le forze di replicare.
Elisa aspettava che il marito le difendesse, e invece se ne stava lì zitto e impassibile.
-Vengo volentieri- disse Elisa per distrarre Samantha, tirandola per un braccio per farla andare avanti. 
Alla ragazza si illuminarono gli occhi.
Mentre andavano verso la sua macchina, Elisa si voltò un paio di volte e vide che il marito la guardava con faccia dispiaciuta, ma alla moglie fece solo rabbia.



Obbligata a sposartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora