Tu?

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Elisa non era mai andata in discoteca, le sue amiche ci andavano spesso e ogni volta le raccontavano dei ragazzi che conoscevano, della fantastica musica che c'era e degli alcolici che riuscivano a bere.
Quella sera però Elisa si fece coraggio e andò in discoteca. L'alternativa era passare il sabato sera a casa da sola, davanti a una tazza di tè caldo aspettando che il sonno arrivasse.
Non aveva la più pallida idea di come vestirsi e nel suo armadio non c'era niente che le piacesse veramente e che le sembrasse adatto alla serata, così andò a casa di Betta, una delle sue più care amiche. Betta non ci andò per le leggere : le fece la ceretta in ogni parte del corpo, le sistemò le sopracciglia e la truccò ben bene. Elisa era bellissima anche senza bisogno di aiuti ma quella sera era meravigliosa.
Se solo Mattia l'avesse potuta vedere, magari avrebbe cambiato idea su di lei.
Non si voleva vestire chissà in quale modo così decise di mettersi un semplice vestito nero con gli spallini fini, leggermente aderente sul petto, poi morbido fino a metà coscia.
Ai piedi si mise un paio di anfibi. Le sue scarpe preferite, gliele avevano regalate i nonni a Natale facendo un bel sacrificio, e Elisa da allora non se ne era più separata.

La discoteca era molto più affollata e rumorosa di quanto credesse: c'erano centinaia di ragazzi ammassati nella pista da ballo o al bancone del bar.

Le sue amiche la trascinarono in mezzo alla pista da ballo. Elisa era spaesata, le sue amiche ballavano a ritmo di musica mentre lei non sapeva come muoversi e in più non riusciva a respirare.

Sgusciò via dalla folla e si rifugiò al bancone del bar. Guardò l'ora: le dieci.
Si era ripromessa di resistere almeno fino a mezzanotte, ma era tentata di andare via.

-Sola?- Elisa si voltò, accanto a lei si era appena seduto un ragazzo di vent'anni circa.

Era molto carino : anche se era seduto, era evidente la sua altezza, aveva i capelli di un biondo cenere e gli occhi azzurri.

-No, sono con le mie amiche- Elisa indicò la pista da ballo.

-Ti va di bere qualcosa insieme?- Elisa non era mai entrata in una discoteca ma sapeva bene che con "da bere" si intendevano gli alcolici.

Nonostante non avesse mai bevuto disse comunque di sì. Forse l'alcool l'avrebbe fatta sciogliere.

E così fu. Già al secondo bicchiere di vodka si sentiva la gola in fiamme e il corpo estremamente caldo. Ben presto scoprì che l'alcool le piaceva molto e ancora non sapeva dire se fosse un bene o un male.

Il ragazzo che si scoprì chiamare Lorenzo trascinò Elisa in pista, ma al contrario di prima non era impicciata, anzi: iniziò a ballare e a dimenare i fianchi. Lorenzo la stringeva sempre di più a sè, fino a quando la prese per un braccio e la portò ai margini della pista, subito dietro i bagni.

Elisa si ritrovò con le spalle contro il muro, incapace di muoversi. La sbronza iniziava a affievolirsi e si rendeva sempre più conto delle vere intenzioni di Lorenzo.

Il ragazzo iniziò a avvicinarsi a lei, le baciò il collo; lei provò a scansarsi con scarsi risultati.

-Smettila- sussurrò.

Lorenzo non la ascoltò neppure. Elisa lo ripetè un infinità di volte con volume sempre più alto. La sue voce era strozzata dalle lacrime.

A un tratto non si sentì più oppressa da quelle braccia, aprì gli occhi e vide Lorenzo steso a terra con una mano sul naso sanguinante. Alzò lo sgardo, la testa le faceva male e aveva la vista annebbiata ma nonostante ciò si sentì riavere appena vide Mattia in piedi davanti a lei.

Non era mai stata più felice di essere sposata.

Mattia la prese per mano e la portò fuori dal locale. Elisa non respirò finchè non si trovò dentro l'auto di Mattia.

-Stai bene?-

Elisa aveva lo sguardo fisso verso la strada; la sbornia era ormai passata e da lucida le veniva ancora più da piangere.

Mattia le scosse il braccio -Elisa?-

Elisa si girò e lo guardo negli occhi. -Cosa?-

-Ti senti bene?-

Elisa annuì. -Portami a casa ti prego-

Mattia mise in moto la macchina e si diresse verso casa, dove sarebbero arrivati  venti minuti più tardi.

Mattia si accorse spiacevolmente che la moglie aveva ancora quello sguardo attonito, che sperava se ne andasse via presto. Quando l'aveva vista con quel ragazzo non aveva avuto tempo di meravigliarsi della sua presenza in una discoteca perchè era stato troppo impeganto a fare il marito e a proteggere sua moglie. Se ci ripensava però oltre a una rabbia profonda provava anche gelosia, non sapeva perchè ma provava rabbia nel sapere che un altro uomo stava per baciare quelle labbra che lui stesso aveva baciato poche settimane prima.

Più si avvicinavano a casa e si allontanavano da quella discoteca più Elisa si tranquillizzava e il suo respiro tornava regolare.

Quando arrivarono nel piazzale della casata Dalmi Elisa scese di macchina e stringendosi nel suo giacchetto di pelle si avvicinò alla porta della depandance, Mattia la seguì a ruota. Si tastò le tasche scoprendo ben presto di non avere le chiavi.

-Faccio io- disse Elisa. Prese le chiavi di tasca che però le cascarono sul tappetino. Si chinò a raccoglierle quando un dolore lancinante si propagò in tutta la schiena. Le due settimane sul divano iniziavano a farsi sentire.

Si rialzò con calma portandosi una mano sulla schiena. Aprì la porta e entrò nella depandance notando con piacere che il riscaldamento era accesso. Si tolse il giubbotto e lo lanciò sul divano, la mano sempre sulla schiena.

Mattia la osservava -Elisa?-

La ragazza si voltò. -Hai mal di schiena?- domandò lui.

-No- Non voleva che lui si sentisse in colpa perchè lei dormiva sul divano, anche se era stata lei a insistere tanto.

-Elisa- Il suo tono era glaciale.

Elisa si morse il labbro. -Sì- Non servì dire la causa, Mattia sapeva benissimo che erano state le notti passate sul divano.

-D'ora in poi dormirai su, in camera-

-No, non preoccuparti davvero- Elisa si mosse di scatto, serando i denti per evitare di urlare, una fitta tremenda.

-Non si discute-

Elisa si arrese, Mattia era irremovibile. La ragazza salì per le scale con in mano il suo pigiama. Si spogliò mentre Mattia era in bagno a cercare dei cerotti per la schiena, era sicuro di averli visti una volta.

Quando tornò in camera Elisa era in reggiseno. Si voltò quasi subito, non prima di aver dato  un'oochiata però.

-Ti puoi anche girare, tranquillo-

Elisa era ancora lì coperta solo da un paio di pantaloncini e un reggiseno fucsia. Entrambi lasciavano poco all'immaginazione.

-Tieni- Mattia le porse i cerotti e fece per andarsene.

-Aspetta. Non so come si usano-

Mattia si avvicinò a lei, scaldò i cerotti con le mani e glieli mise sulla schiena. Per la seconda volta Elisa sentì le mani fredde di suo marito toccarle la schiena, e anche se lo ripresse immediatamente per la testa le balenò il pensiero di quando sarebbe stata la prossima volta che sarebbe accaduto.

Mattia fece per andarsene nuovamente ma Elisa lo rifermò, quando si voltò veva indossato una t-shirt.

-Puoi rimanere. Non è un probolema per me-

-No, posso anche stare sul divano.-

-Mattia, dormi con me. Cioè nel letto. Sono tua moglie e tu mio marito e credo che lo saremo per un lungo lasso di tempo perciò ci dovremo abituare-

Mattia si arrese e finì per dormire in camera con la moglie. E detto proprio sinceramente gli aveva fatto piacere che Elisa insistesse tanto, non voleva avere anche lui mal di schiena.

Quella giornata fu per gli sposini ricorma di prime volte: primo vero dialogo, prima notte insieme, prima volta che passavano più di cinque minuti insieme.

Obbligata a sposartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora