Mi serve una firma

1.7K 87 22
                                    

A casa con i suoi genitori Elisa si sentì coccolata come non le accadeva da anni.
Grazie all'assegno della famiglia Dalmi, i genitori di Elisa erano riusciti a prendere un piccolo appartamento in affitto dietro casa dei nonni. Elisa dormiva in salotto, dove aveva ricreato un piccolo spazio tutto suo. Mattia l'aveva aiutata a portarsi anche i libri di scuola così che in quel periodo di pausa riuscisse comunque a mantenersi in pari con i compiti.
Stare con la sua famiglia le aveva fatto davvero bene, Mattia aveva ragione.
-Hai bisogno di qualcosa, tesoro? – chiese la madre a Elisa.
-No, mamma. Grazie-
La madre entrò dentro la stanza e si sedette sul divano accanto alla figlia.
-Ho aspettato qualche giorno perché ti ambientassi, ma credo che adesso sia arrivato il momento di parlare. Non credi? -
-Non c'è niente di cui dobbiamo parlare, mamma-
-Se tuo genero ti chiama dicendoti che tua figlia ha appena avuto un aborto, credo proprio che ci sia qualcosa di cui parlare- .
Elisa abbassò lo sguardo. -Va bene-
-Perché non mi hai raccontato che tu e Mattia state insieme?-
-Cioè?- chiese confusa Elisa.
-Elisa i bambini non nascono sotto i cavoli-
-Lo so, mamma. So come ci è arrivato dentro la mia pancia. Ma non me lo ricordo-
-Come non te lo ricordi? -
-No, mamma. È possibile che avessi bevuto quella sera...- bisbigliò Elisa.
-Ti sei messa anche a bere, adesso? -
-E dai mamma, non metterti a fare la moralista. Anche tu alla mia età lo hai fatto-.
La madre alzò le spalle.
-Quindi ti ha forzato? -
-Cosa? No! Ma cosa stai dicendo. Mattia non farebbe mai niente del genere. Eravamo ubriachi e siamo stati insieme. Fine della storia-
-Quindi tra di voi non c'è niente? -
-No, mamma. Siamo amici, andiamo d'accordo, lui si prende cura di me. Adesso è più premuroso che mai. Mi chiama ad ogni ora per sapere come sto-
La madre sorrise, era felice di sentire quelle parole. Si sentiva la peggior madre del mondo per aver permesso che la figlia sacrificasse la propria vita per loro. Non se lo meritava. Ma sapere che l'aveva affidata a un bravo ragazzo la faceva sentire meglio.
Il padre di Elisa si presentò all'entrata del salotto: - È arrivato Mattia-.
-Vi lasciamo soli, allora-, i genitori di Elisa uscirono dalla stanza, dove entrò Mattia.
Elisa si alzò dal divano e andò in contro al marito. Si abbracciarono e Mattia le stampò un bacio sulla fronte.
-Come stai oggi? -, le domandò.
-Molto bene, grazie-.
Si sedettero sul divano. Elisa notò che il marito aveva una cartellina in mano.
-E quella? -
Mattia abbassò lo sguardo sulla cartellina. Gliela porse.
Elisa la aprì e tirò fuori il fascicolo di fogli che conteneva.
Lo sfogliò tutto due volte, perché sperava di aver capito male, sperava che quel fascicolo non fosse quello che stava pensando.
-Sono le carte per il divorzio? -, chiese infine Elisa con un filo di voce.
Mattia annuì.
-Ti stai liberando di me? – Elisa sentì una lacrima solcarle la guancia.
Mattia le accarezzò la guancia, e le asciugò la lacrima.
-No, voglio solo liberarmi del nostro matrimonio. Quelle carte non hanno valore legale se non le porto dall'avvocato. È simbolico-.
-Non ti seguo, Mattia-
-Mi sei mancata in questi giorni. E ho capito che voglio stare con te, ma per davvero. Voglio essere io a scegliere di stare con te, non voglio che quello che ci lega sia forzato-, Mattia prese per mano la moglie e continuò, -proviamo a stare insieme. Ricominciamo tutto da capo, facciamo finta di non esserci mai sposati. Saremo solo due ragazzi che si conoscono e si frequentano-.
Elisa era confusa, in mano aveva le carte del divorzio, e davanti a lei Mattia che le stava chiedendo di stare insieme veramente.
-Sei serio? –
-Elisa, mi piaci. Mi piace stare con te, parlare con te, mi piace ballare con te, abbracciarti, stringerti a me, baciarti. E non sai quanto mi faceva impazzire saperti con un altro. Questo momento è nostro, solo nostro. Possiamo decidere di seppellire il passato e crearci qualcosa di tutto nostro, saremo solo due ragazzi di diciotto anni che stanno insieme-.
Elisa si morse un labbro, -Stai dando per scontato che a me vada bene? -
Mattia si ritrasse, con lo sguardo cupo. -Io pensavo che tra noi ci fosse qualcosa. Come non detto-. Riprese il fascicolo e lo ripose nella cartelletta, poi si alzò e fece per andare via.
Elisa gli afferrò il polso e disse: -Dammi una penna-.
Mattia la sollevò in braccio e la fece roteare, non era mai stato così felice in tutta la sua vita.

Obbligata a sposartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora