Lo affronteremo insieme

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Non ricordava il momento in cui aveva capito che era speciale, che per lei sarebbe davvero potuto cambiare. Però adesso ne era convinto: lei era la donna della sua vita. Lei era la donna che voleva accanto, sempre.
Sua madre lo aveva capito prima di lui. Era solo questione di tempo.
Avrebbe fatto di tutto per lei. Ma si chiese se fino a quel momento aveva fatto abbastanza.
No, non aveva fatto altro che ignorarla, evitarla, metterla in difficoltà. Aveva permesso che i suoi amici la insultassero, che Sonia la insultasse, che Michele la chiamasse "la sua puttanella personale".
Cosa pensava Elisa di lui? Quanto forte era l'odio che provava per lui? Quanto desiderava non averlo mai conosciuto? Quanto si stava sforzando di vivere in una casa lontana dalla sua famiglia, con un ragazzo che non faceva altro che lasciarla sola a vivere una vita che non era la sua. Una vita, una casa, un marito che le erano stati imposti per un assegno mensile.
Lei avrebbe fatto di tutto per la sua famiglia.
Lui non era stato capace di difenderla neanche da sé stesso.
-L'intervento è andato bene-
Era così bella alla festa di beneficienza con quel vestito rosso, aveva desiderato così tanto baciarla, che il suo cuore quasi era scoppiato.
-Signor Dalmi-
Amava ballare con lei. Era una delle tante scuse per poterla tenere stretta, per abbracciarla. La notte, aspettava che si addormentasse, poi la guardava dormire, la baciava, piano, per non svegliarla.
-Signor Dalmi, si sente bene? Ha bisogno di un bicchiere d'acqua? –
Mattia guardò la dottoressa -Sì, mi scusi. Mi dica-
-Ho detto: l'intervento è andato bene. La terremo in osservazione per un paio di giorni al massimo. Tra poco si sveglierà e la potrà vedere. Penso che debba essere lei a dirglielo-
Mattia sospirò e si portò le mani sulla faccia.
-Non lo sapevate vero? -
Mattia scosse la testa.
-Immaginavo. L'ho capito dalla faccia che ha fatto quando le ho fatto l'ecografia. È difficile perdere un bambino, soprattutto se non si era neanche coscienti di averlo-.
-Noi non avevamo mai parlato di...- Mattia si interruppe. Aveva la voce annodata e sentiva che stava per piangere. -È colpa mia. Se non avessi provocato quel ragazzo, lui non...-
-No, Mattia. Senti, posso darti del tu? Non è stata la caduta. Certo, quello ha sicuramente influito e forse è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma Elisa è molto magra, troppo magra. E forse, il fatto di non saperlo, non le ha fatto tenere uno stile di vita che forse, e ti ripeto forse, le avrebbe permesso di mandare avanti la gravidanza. In ogni modo il suo fisico non è pronto. Te lo dico nel caso in cui vogliate provare a...-
-Non si preoccupi-, la interruppe Mattia, -è stato un incidente-.
-In ogni caso, ritengo opportuno che venga seguita da un ginecologo, e anche da una nutrizionista-, continuò la dottoressa.
-Certo, tutto quello che è necessario-.

Mattia le stringeva forte la mano e pensava a come le avrebbe potuto dire che avevano perso il loro bambino. Non riusciva ancora a crederci: Elisa aveva avuto un aborto. Dentro di lei c'era un bambino. Frutto di quella notte sbronzi che neanche ricordavano. Quella notte che avevano voluto dimenticare, e che avevano sempre fatto finta che neanche ci fosse stata. Il destino sembrava avergli giocato un brutto scherzo, quella notte proprio non voleva passare inosservata.
Visto come erano andate le cose, Mattia avrebbe voluto ricordarsi qualcosa.
Elisa mosse le dita.
Piano piano aprì gli occhi, e riprese coscienza. La prima cosa che vide furono gli occhi di Mattia, e ne fu sollevata.
-Mattia-, disse cercando di mettersi a sedere.
-Ferma, non muoverti-, disse rimettendola sdraiata.
Elisa si guardò intorno e vide una stanza completamente bianca, oltre Mattia c'era un altro letto, vuoto. Era attaccata a una flebo e si sentiva come immobilizzata dal seno in giù.
-Che è successo? -
Mattia fece un mezzo sorriso, voleva tranquillizzarla, dirle che ora stava bene, che non doveva preoccuparsi di niente, che avrebbero superato anche questa, insieme. Ma guardò la moglie negli occhi e le tornarono in mente le scene di lei sull'ambulanza, della dottoressa che gli diceva che avrebbe dovuto sostenere un intervento e non poté dire altro se non -Non ce la faccio-, Mattia le lasciò la mano e si alzò dalla sedia. Fece il giro della stanza.
-Mattia, mi stai facendo paura. Cosa c'è-
Mattia si mise a sedere sul letto. -Hai perso un bambino, Elisa-.
-Che vuol dire? -
-Hai avuto un aborto spontaneo-
Elisa rimase paralizzata. Iniziarono a pizzicarle gli occhi, una lacrima le rigò la guancia. – Ma per avere un aborto, bisogna essere... essere incinte-
-Mattia, ero incinta? Ero incinta e non lo sapevo? Com'è possibile? Stai scherzando vero? È uno scherzo. Dai, dove le hai messe le telecamere? –
Elisa si stava agitando, il cuore le batteva all'impazzata, quasi non riusciva a respirare.
-No, Elisa non sto scherzando-.
-Aspettavo un bambino. Ma com'è possibile se io non ho mai...? -
-Non ho mai cosa-
-Io non sono mai andata a letto con Francesco-
Mattia scosse la testa. Quella frase lo pugnalò al petto. Dopo tutto quello che era successo, lei continuava a pensare a Francesco.
-No, ma sei venuta a letto con me- le ricordò lui.
-Quando eravamo ubriachi... cazzo- . Elisa si coprì la faccia con le mani.Scoppiò a piangere.
Mattia la strinse in un abbraccio, cercava di tranquillizzarla, ma sentiva che il suo respiro non si regolava.
-Shh, calmati Elisa. Sono qui-
Continuò a cullarla, fino a quando il respiro si regolò. Le baciò i capelli e le sussurrò -Siamo insieme, lo affronteremo insieme-.


Due capitoli in due giorni, mi sono superata! Ho sganciato la bomba, pensare che quando avevo immaginato questa storia per la prima volta, avevo pensato subito alle scene descritte in questi due capitoli, ma vista la pausa che mi ero presa non credevo che li avrei mai pubblicati. Spero che vi sia piaciuto questo capitolo,

un bacio!

Obbligata a sposartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora