Marito e moglie

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Dopo cinque giorni esatti si celebrò il matrimonio.
Elisa era così nervosa e preoccupata che si mise il rossetto al posto dell'ombretto e si pettinò con il mascara.
La madre aveva tentato di tranquillizzarla ma alla fine era anche lei caduta in un mare di lacrime.
La sua piccolina se ne stava andando di casa. A soli diciassette anni.
Le sembrava ieri il giorno il cui l'aveva partorita, faceva caldissimo e suo marito la aveva portata al parco a fare un picnic per distrarsi un po'.
In pieno pomeriggio erano cominciate le contrazioni e volarono di corsa in ospedale, ma nel bel mezzo del tragitto la benzina era finita, così Mauro aveva preso in braccio la moglie e la portò a corsa in ospedale.
Erano i genitori più felici del mondo quando strinsero la loro piccolina tra le braccia. Dieci anni dopo nacque Sara e la loro famiglia si allargò.
Adesso però si stava restringendo.
-Sei nervosa?- le chiese il padre quando giunsero davanti alla chiesa.
-Molto- le tremavano le mani e per strada le era già cascato due volte il bouquet.
Elisa si voltò e guardò il padre, che per tutto il viaggio non aveva fatto altro che agitarsi, cambiare posizione e traballare le gambe.
Elisa poggiò una mano sulla gamba del padre -Anche tu però non scherzi papà-
-Non ci posso ancora credere che la mia piccolina si stia per sposare-
-Non per mio volere papà-
Il padre la fissava e gli bruciavano gli occhi, ma non voleva piangere davanti alla figlia.
-Lo so amore mio, lo so- la abbracciò stretta e di nascosto si asciugò una lacrima fugace.
Scesero dalla macchina, Elisa si sistemò il vestito e prese il padre sotto braccio.
Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato ma sperava che il tempo scorresse più lentamente.
Entrarono dentro la chiesa ricolma di invitati, tutti si girarono verso la sposa e le sorrisero. La seguirono con gli occhi mentre attraversava la navata. Camminava lentamente, molto più di quanto avrebbe dovuto, ma più si avvicinava all'altare più rallentava e la voglia di voltarsi e fuggire era maggiore.

Mattia la fissava e un sorrisetto compiaciuto gli solcò il viso, era sicuro che avrebbe risposto di no così avrebbe  potuto tornare alla vita di prima come se niente fosse successo.
Elisa camminava talmente lentamente che il prete voleva incitarla a camminare più svelta, di certo non voleva stare tutto il giorno a celebrare quella funzione.

Quando Elisa finalmente arrivò all'altare erano tutti in trepidazione, Mattia la osservava e si chiedeva quale forza d'animo avesse quella ragazza per rinunciare alla propria vita per sposarsi con lui.

Elisa lo fissava e si chiedeva come sarebbe stata la loro vita: sarebbero stati felici? Sarebbero diventati amici oppure si sarebbero odiati? Qual era la vita che li aspettava?

Sentiva il prete che parlava ma non capiva le sue parole, era troppo distratta. Tutto intorno a lei non contava, c'erano solo gli occhi di Mattia e tutti i parenti che li osservavano.

Mattia le prese una mano risvegliandosi dai suoi sogni, la ragazza alzò lo sguardo confusa e vide che tutta la chiesa la guardava impaziente.

-Cosa?- la voce di Elisa risuonò tra le pareti e tutti la guardarono sbigottiti.

-Tesoro- disse Mattia fra i denti – Devi rispondere-

-A cosa?- chiese ingenua la ragazza.

-Signorina, forza stia attenta!-esclamò il prete e ricominciò la funzione. –Allora, dicevamo: E tu Elisa Ressi, vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Mattia Dalmi, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi ?-A Elisa si prosciugò la bocca, la voce andò via e quando provò ad aprirla quasi svenne. La sua vita dipendeva da due semplici parole: sì o no?

Poi si ricordò di ciò che le aveva detto Mattia e ebbe paura di rispondere, ma ebbe ancor più paura del destino della sua famiglia e fu quello che la spinse ad aprire la bocca.

-Sì-

La tensione che si era creata nell'attesa della sua risposta si sciolse mentre quella nell'animo di Mattia crebbe fino a farlo esplodere – Cosa?- urlò.

Il prete lo guardò –Ha qualcosa in contrario?-

Mattia si dovette mordere la lingua per evitare di dire qualche fesseria e mandare tutto così all'aria e far infuriare la madre –No, intendo cosa aspetta a finire-

-Be, giovanotto, non sia impaziente ha tutta la vita da passare con questa splendida ragazza-

Tutta la vita, era così difficile crederci. Si vive solo una volta e entrambi erano stati costretti a passarla con una persona scelta dai genitori.

-Bene, vista l'impazienza di questo giovanotto, mi affretto a continuare: per il potere conferitimi dalla Chiesa vi dichiaro marito e moglie! Puoi baciare la sposa!-

Mattia si avvicinò alla ragazza e rise della sua improvvisa paura e anche se cosciente che quello non sarebbe stato abbastanza per vendicarsi, si accontentò; la strinse a sé e la baciò.

Lei spalancò gli occhi e cercò di liberarsi della sua stretta, ma invano. Lui la strinse ancora più a sé e si lasciò trasportare, fu lei che si staccò e non fu facile, dovette pestargli un piede più di una volta perché lui non la lasciava.

E lì entrambi capirono che erano fottuti.

Obbligata a sposartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora