Quella sera, si sentiva fuori luogo alla festa che avrebbe aperto il nuovo anno scolastico del suo liceo, stretta nel suo abito rosa antico e miracolosamente ancora tutta intera nonostante i tacchi vertiginosi.
Cercava di nascondersi da occhi indiscreti abbassando, di tanto in tanto, lo sguardo, sorridendo se necessario e annuendo in maniera egoisticamente e fintamente comprensiva ai dilemmi delle sue amiche.
Il suo nome era Charlotte, ma nessuno sembrava essere in grado di pronunciarlo in una maniera degna della sua provenienza francese, per questo tutti si limitavano a fornirle piccoli appellativi, e talvolta vezzeggiativi pur, di non beccarsi uno sguardo truce da quest'ultima.
La lunga e folta chioma castana forniva al suo aspetto una cornice sensuale, in contrasto con i suoi occhi azzurri e la sua bocca carnosa che, al contrario rendevano il suo aspetto ancora più angelico.
Abbassò lo sguardo verso i suoi piedi, pur di non incontrare gli sguardi ricchi di sicurezza e passione dei suoi coetanei ormai sbronzi e sudati, mentre si recava verso il retro del locale, una volta fuori avanzò a passo lento verso il muretto difronte a lei e senza sforzo si sedette su di esso, nonostante il freddo sembrava perforare il suo essere lei, sentiva di aver raggiunto la sua stabilità, esternandosi da quel concentrato di adolescenti apparentemente privi di emozioni e sensazioni, i quali stavano occupando e prendendo un' abbondante e immeritata parte del suo tempo. Per lei erano solo esseri distrattamente omologhi, pronti ad emulare prototipi inesistenti.
Un ragazzo, seduto a qualche metro di distanza da lei attirò la sua attenzione, sembrava essere un dono del cielo, un essere caratteristico con i suoi capelli lunghi e i suoi orecchini, che avvolto in una pelliccia stravagante mostrava con sicurezza la sua personalità, lontana dai canoni da lei sempre evitati.
Si soffermò ad osservarlo di sottecchi rimanendo ammaliata dalle sue eleganti movenze, dalle sue lunghe gambe accavallate, dalle sue mani, inverosimilmente smaltate che, portavano una sigaretta, ormai consumata alle labbra.
Restò imbarazzata, quando si accorse di essere stata colta in fragrante nel pieno della sua piacevole osservazione e, scorse un cipiglio divertito sul volto dello sconosciuto, in poco tempo il suo imbarazzo si affrettò a trasformarsi in sorpresa quando, quest'ultimo si sporse leggermente verso di lei, alzando due dita per salutarla.
«Ciao» salutò lui incuriosito dallo sguardo che, con una svergognata innocenza stava bruciando su di lui.
«Ciao» Ricambiò lei accennando un sorriso e arrossendo quando lui, avvicinandosi tese la mano verso di lei.
« Sono Damiano» si presentò sistemandosi la pelliccia sulle possenti spalle.
«Charlotte» rispose lei stringendogli velocemente la mano e abbassando lo sguardo.
«Come mai sola?» Chiese cercando indubbiamente di attaccare bottone.
«Potrei farti la stessa domanda» Rispose prontamente lei.
«Alla quale non risponderei» Controbattè lui ricevendo uno sguardo di sfida da parte della bruna, dando inizio ad una sfida di infinite botte e risposta.
«Non mi sarebbe comunque interessato saperlo» Rispose lei, strappandogli la sigaretta dalle mani per portarsela alle labbra, lasciandolo di stucco e, sorprendendosi per la sua improvvisa e a lei sconosciuta intraprendenza.
«Sorprendente» Asserì Damiano mentre l'adrenalina cresceva in lui.
«Ma le belle ragazze come te, non dovrebbero lasciarsi consumare da una sigaretta» Le sussurró all'orecchio, sfiorandole il lobo per poi riprendersi con uno scatto felino ma, privo di prepotenza la sua sigaretta.
«E i ragazzi come te?» Chiese lei con tono di provocazione, mentre scendeva dal muretto sistemandosi il vestito.
«Scoprilo» Disse Damiano lanciandole un ultimo sguardo, per poi voltarle le spalle e allontanarsi con portamento elegante, trascinando con se lo sguardo stupito di Charlotte che, a sua volta senza parole riprendeva la strada verso casa,con un maledettamente angelico uomo tra pensieri.
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The ache /Damiano David/
Fanfiction«È un continuo ostentare in un mondo che sa di sogni infranti e terra bruciata Dam.»