Capitolo sei

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Sorrise quando la vide svoltare l'angolo,

se ne era andata lasciandolo solo ma sapeva che presto sarebbe tornata a regalargli l'ennesimo sguardo, la prossima parola, il primo vero sorriso.

Se ne era andata fingendo che di lui non gli interessasse nulla ma, in cuor loro entrambi sapevano di non potersi fingere asciutti sotto il temporale altrimenti l'acqua avrebbe perforato loro il cuore, intrufolandosi nell'anima che a stento si teneva a galla boccheggiando.

Prima o poi entrambi sarebbero stati carenti di ossigeno e si sarebbero ritrovati in qualsiasi posto e in qualsiasi sguardo,
era solo l'inizio di qualcosa di infinitamente grande, avrebbero solo dovuto accettarlo.

Damiano sembrava quello più propenso a correre i rischi, non aveva niente da perdere, voleva giocarsi tutto sotto ogni punto di vista, sapeva bene che i rapporti interpersonali erano come puzzle, belli solo se incastrati correttamente.

Charlotte invece, al contrario dell'apparenza non ne era uscita inerme da quel piccolo discorso, se ne era andata con il respiro corto e un sorriso nervoso che aleggiava sul suo volto, forse i guai di Damiano potevano essere paragonati ai suoi, forse c'era una possibilità, bastava solo alimentare quella piccola fiammella che avevano acceso, provando ad essere titolare delle proprie emozioni per una volta.

Qualche ora dopo Charlotte lo rivide, era contro il solito muretto e fumava come da routine.

Damiano in ogni sua movenza sembrava raffigurare un ritratto, era maestoso, sensuale, nostalgico, prigioniero del suo ego, lui era quel tutto che ti riempiva la vita e quel niente che quando non c'era lasciava solchi e vuoti incommensurabili.

Charlotte gli passò accanto, lasciandosi avvolgere dalle piccole scie di fumo che lo avvolgevano.
Erano vicini, ancora una volta e per qualche millesimo di secondo i loro respiri si intrecciarono per poi abbandonarsi brutalmente quando Charlotte si allontanò da lui di nuovo.

"Ora ce l'hai la voglia di parlare con me?" Si bloccò sorprendentemente sui suoi passi quando, il suono della voce di Damiano si rivolse a lei, si svoltò di scatto e lo trovò a guardarla con le labbra curvate verso l'alto mentre si avvicinava a lei con la sua solita camminata piena di se.
"Cosa vuoi ancora?" Rispose non troppo antipatica, cercando di non perdersi nei profondi pozzi neri che erano gli occhi di Damiano.
"Cinque minuti Charlotte, poi mi mandi a fanculo." Rispose lui, sistemandosi il cappello sul capo.
"Forse se hai una sigaretta cinque minuti potrei concederteli." Rispose lei già consapevole della risposta.
Damiano sorrise, ancora, sfilò dalla tasca il suo pacchetto di Camel e ne concesse una alla ragazza difronte a lui.

Erano passati pochi minuti, ma loro già ridevano mentre si avviavano verso il bar che posteggiava a pochi metri dalla scuola, a Damiano era bastato poco per capire che Charlotte era la perfetta mescolanza di provocazione, seduzione e timidezza e questo lo ammaliava, ma non gli bastava, voleva andare più infondo, scoprirla.

"Ma guarda te, io ti concedo una delle mie sigarette e tu lasci che sia il vento a fumarla?" La stuzzicò Damiano quando si accorse che Charlotte persa nelle scritte che adornavano le pareti esterne del bar aveva smesso di fumare, lasciando che la sigaretta coccolasse le sue dita.
"Ammazza che tirchio che sei." Lo canzonò lei ridendo.

E così, quelli che sarebbero dovuti essere cinque minuti si trasformarono in due birre, un pacco di sigarette vuoto, due storie, un cielo ormai buio e un inverno che sgomitava per arrivare.

The ache /Damiano David/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora