«Chiudi per un po' i libri e guardami negli occhi» Le aveva detto Damiano due venerdì sera più tardi mentre erano seduti l'uno accanto all'altra al solito bar.
«Sai quanto io tenga ai buoni voti.» Le aveva detto lei continuando a tenere lo sguardo fisso sul libro di filosofia.Lei aveva i capelli ancora scompigliati dal vento di fine novembre ed indossava uno dei suoi maglioni extra large, il suo volto era privo di ogni strato di trucco e tra le labbra aveva una matita che mordicchiava di tanto in tanto quando i rumori si mostravano troppo acuti per darle modo di studiare e, il corpo di Damiano un distrattore per la sua concentrazione.
«Charlotte è venerdì sera, la gente va nei pub, balla e si diverte.
Da quanto non ti diverti?»
Le aveva chiesto Damiano chiudendo velocemente il libro della bruna per poi posarselo sulle gambe fasciate alla perfezione da un paio di jeans in pelle.
Charlotte aveva sbuffato e tentato di riprendere il libro sviando la scomoda domanda che le era stata posta, con scarsi risultati.«Rispondimi» L'aveva stuzzicata Damiano fissando i suoi occhi in quelli della ragazza assumendo un'aria di sfida.
«Non c'è una risposta, ci sono diverse concezioni di divertimento e forse la mia é diversa dalla tua.» Aveva detto Charlotte lasciandolo senza parole e accentuando la sua diversità dal resto delle ragazza che Damiano conosceva.
«Per me divertimento é una serata in discoteca, qualche birra e tanta musica.» e qualche ragazza avrebbe voluto aggiungere Damiano, ma non lo fece, si conoscevano da qualche settimana ormai e aveva compreso la riservatezza di Charlotte la quale viveva in un mondo tutto suo, costituito da guance arrossate quando lui le si avvicinava troppo, brividi quando il freddo e la timidezza la investivano e occhi dolci che di tanto in tanto sembravano perdersi ed essere ricoperti da nuvole nostalgiche come il sole durante una giornata di pioggia.
«Per me divertimento è restare a casa, mangiare una pizza e guardare un film.» E scrivere di te, sarebbe stata propensa ad aggiungere ma si ritrovò ad accostare in un angolino del suo cuore -da qualche giorno festoso- la sua idea.
Era da quando si erano conosciuti che scriveva di lui, era la sua ispirazione, ogni verso da lei trascritto prendeva la forma del suo volto.
Scriveva dei suoi occhi neri, che sembrava nascondessero storie di marinai che avevano imparato a domare irrefrenabili tempeste con le loro umili barche,
scriveva della sua voce apparentemente dolce la quale in compagnia di un qualsiasi rumore si trasformava in un graffiante e sensuale suono,
scriveva delle sue mani che stringevano sempre lo stesso pacco di sigarette che aveva imparato a condividere con lei,
scriveva di tutto riguardo quella personalità così diversa nella sua unicità, senza stancarsi mai e alla continua ricerca di sorprese.«Bene allora stasera vengo da te, porto le pizze e guardiamo un film, basta che mi mandi l'indirizzo, ci divertiamo a modo tuo ma domani, ti faccio vedere io come si diverte Damiano David.»
Le aveva detto Damiano non dandole alcuna possibilità di tirarsi indietro mentre usciva dal bar e si posava il cappello sul capo.Così, qualche ora dopo Charlotte si ritrovò ad aprire la porta di casa con le mani tremanti, felice per l'assenza di sua madre, per dare modo a Damiano di entrare in casa.
«Ciao amo', hai visto che te le ho portante le pizze.» Le aveva detto Damiano sorridendo sornione mentre entrava in casa facendo spiccare leggermente l'accento Romano che tanto si ostinava a nascondere in sua presenza.Charlotte aveva posato le pizze sul divano e mostrato la casa a Damiano che intanto aveva posato la sua pelliccia nella stanza di lei e si guardava intorno spaesato.
Era il primo venerdì sera che Damiano passava a casa ma era felice di essere lì con lei, perché non gli importava che tipo di rapporto avessero, oppure dove si trovassero, a lui bastava sapere di poter familiarizzare con quel paio di occhi azzurri ai quali stava imparando a piccoli passi ad abituarsi.
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The ache /Damiano David/
Fanfic«È un continuo ostentare in un mondo che sa di sogni infranti e terra bruciata Dam.»