Sei una città etrusca Damia'.
In te ho ritrovato i frammenti di una vita straordinaria, lotte, guerre e demoni.
Ed io, archeologa inesperta fremo di emozione al tuo cospetto, ogni volta che ti osservo e mi immergo nella pienezza di quello che sei.
Mi perdo nei tuoi occhi e torno illesa dal mio naufragio mentre, fra le macerie delle mie fragilità navigo per ritrovarti in ogni dove e per volerti in ogni come.Scrisse, mentre lo guardava dormire e si appuntò silenziosamente di passare altre mille notti a perdersi nella sua estasiante bellezza.
Quando dormiva, i tratti marcati perdevano la loro durezza e svelavano la sua vera essenza, pura e limpida ma che, ogni giorno si ostinava a coesistere con la solita arroganza sfrontata.
Si rigirava fra le coperte, scompigliava i capelli sul cuscino e ricercava la presenza di lei, nonostante lo stato di incoscienza.La ritrovava e la stringeva, avvolgendola fra le braccia toniche, poi si voltava di nuovo e la lasciava libera, per poi riprendere il suo gioco.
La meraviglia probabilmente non avrebbe retto il confronto con lui e gli avrebbe lasciato il suo posto, dichiarando fallimento.Che mi hai fatto Damià?
Come hai fatto?
Mi hai stregata.
E non mi importa di quello che accade fuori se ci sei tu accanto a me,
non mi interessa se domani mi romperò, oppure se oggi cadrò se a restare integro sarai tu.
Ti guardo, e tutto si azzera, sopravvive, rinasce e torna a riformularsi.Sei una piramide egizia, sbalorditiva all'esterno e ancor più prodigiosa all'interno, hai tanto da dare ed io ancora tanto da prendere.
Sei oro bianco, anche quando la gente ti vede argento, e ti credi argento quando la gente ti vede oro bianco.
Non andare mai, non strapparmi il cuore ora che lo stai modellando, non farlo mai, non lo sopporterei.
Non andare, resta.
Resta te, ed io sarò me.«Che fai?» Le chiese lui con la voce resa roca dal sonno intrecciando le gambe lunghe con quelle esili di lei.
«Penso un po'» Poggió la testa sul suo petto.
«A cosa?»
«Noi, a cosa siamo, a cosa sei per me.» Sussurró lei.
«Siamo quello che viviamo Char, non c'è niente da aggiungere.» Le rispose baciandole la fronte.
«Non andare via Dam.» Alzò Lo sguardo verso di lui.
«Non vado da nessuna parte.» Rispose sicuro, lasciandola cadere tra le braccia del suo Morfeo.Non vado da nessuna parte Char.
Perché se me ne andassi,
se solo mi allontanassi anche solo con il pensiero dalla tua persona perderei la mia.
Te che sei mille tramonti anche se ti fingi nubifragio, che sono un marinaio e tu il mio porto sicuro.
E non ti lascio andare,
perchè la musica arriva più all'anima se so che é per te sto cantando.E mi sento leggero se so che ci sei tu a sorreggermi.
E posso svestirmi dinanzi ai tuoi occhi, perché so che il tuo calore, mi scalda più della coperta di arroganza che la vita mi ha cucito addosso, conficcandomi le spille nella carne e tappandomi la bocca per impedirmi di lamentarmi dal dolore.
E mi sconvolgi, mi rigeneri e, mi fai incazzare quando mi guardi insicura di quello che sei, te, che a me dai solo sicurezze, e ti bacerei fino a consumarti le labbra per dimostrarti quello che sei, fino a perdere il fiato.
E non lo so come hai fatto, quale tassello hai dovuto toccare per sconvolgere ogni meandro del mio cuore, ma ce l'hai fatta.
E no, non me ne andrò.
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The ache /Damiano David/
Fanfiction«È un continuo ostentare in un mondo che sa di sogni infranti e terra bruciata Dam.»