«Pensi che sia quella giusta?» Chiese Victoria la mattina seguente ingoiando il pesante groppo che da troppo tempo sembrava opprimerle la gola e risvegliando l'attenzione di Damiano che appena sveglio, riportò lo sguardo su di lei.
«Penso di si Victó. Che poi giusta che significa?» Chiese sfacciato.Era Damiano e per lui non c'era giusto o sbagliato che tenesse quando si trattava di sentimenti.
«Non lo so neanche io Damià, non più.»
Rispose incapace di velare la coperta di amarezza che le rivestiva gli occhi.
«Che vuol dire?» Chiese lui assottigliando lo sguardo al suono delle sue ultime parole.
«Lascia perdere Damià, sei troppo felice ed io, troppo incasinata per rovinare il tuo ordine.» Disse regalandogli uno sguardo affranto ed una carezza sul volto, prima di lasciare la stanza e lasciarlo nella completa confusione.Confusione
Come quella che aleggiava nella mente di Victoria quella mattina e che da troppo tempo stava mettendo da parte, costruendo con minuzia il suo possente muro di ambizione.
Conosceva Damiano da anni, ma forse solo da pochi mesi si era abbandonata all'intrinseco sentimento che provava nei confronti di questo e che lesto si era insinuato dentro di lei, senza che potesse far niente, se non accettarne la fine ancor prima che iniziasse.Perchè era Victoria e lo amava forte, cosí tanto che a volte aveva paura che il rumore del suo amore potesse rimbombare così tanto da riscuotere il suo Icaro dal suo sogno e fargli perdere il volo, mentre lui era Damiano e le voleva solo bene, incredibilmente, ma non abbastanza, non quanto necessario per tramutarsi in amore, non quanto Victoria meritava.
Per troppo tempo era stata forte, aveva foggiato ogni sguardo innamorato di Damiano nei confronti di Charlotte in bocconi velenosi che aveva mandato giù, senza rimostranze ma quel giorno il macigno che gravava sul suo cuore fu troppo pesante, anche per una come lei.
Non successe niente di particolarmente sconvolgente, semplicemente si svegliò, con le lacrime agli occhi e l'anima affranta di chi, tentava miseramente di rassegnarsi all'idea di un amore impossibile, e passò la giornata, a dondolarsi sull'altalena di insicurezze che non le appartenevano, ma alle quali quell'amore l'avevano esposta, lasciandola sola e agonizzante, a soffrire un amore nato dall'uragano ed agonizzante nel limbo.
«Vic davvero, se c'è qualche problema, parlamene, siamo sempre noi.» La bionda sussultò quando lo trovó sull'uscio della porta della sua camera, ancora in pigiama, ancora bello come il sole.
Quante stragi avevano fatto quel paio di occhi?
«Va tutto bene Damiano, sono un po' destabilizzata per la Danimarca, le solite paure del cazzo.» Inventò sul momento, cercando come era suo solito di tenere tutto il dolore per se'.
«Sicuro?» Arrancò verso di lei, che era ancora distesa sul letto disfatto e involontariamente pensierosa.
«Va tutto bene Dam. Domani magari andiamo a suonare in piazza che dici? Vediamo un po' l'impatto» Propose cercando di sviare il discorso improntandolo sulla musica, attraverso la quale faceva di Damiano la sua ispirazione e si trasformava in una distrazione, una affilata esternazione dalla realtà che pareva farle bene.«Magari poi ne parliamo con gli altri così iniziamo con sta roba.» Concordó lui, congedandosi silenziosamente con un bacio sulla fronte al quale lei reagì serrando le palpebre.
Probabilmente il giorno seguente sarebbe stata bisognosa di un contatto del genere ma, in quelle circostanze era l'ultima cosa della quale necessitava e che più la spaventava.
Perchè le faceva bene.
Lui le faceva bene, da star male.Quel giorno se lo promise, non lo avrebbe distratto dalla sua felicità,
sarebbe rimasta sull'uscio della porta della sua vita, e non le sarebbe importato di avere il cuore pesante e l'anima stanca.Perchè era Victoria,
e avrebbe lasciato andare l'idea di lui, mettendosi da parte, ancora una volta.Perchè era Victoria, e lo amava da far schifo.
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The ache /Damiano David/
Fanfiction«È un continuo ostentare in un mondo che sa di sogni infranti e terra bruciata Dam.»