Capitolo 19

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La conchiglia suonò di nuovo, riportando il semidio alla realtà. Non aveva molta voglia di andare alla mensa quella sera, avrebbe preferito rimanere lì nel silenzio e nell'oscurità della sua cabina, che durante le notti invernali sembrava solo più spettrale.

Dopo il terzo sospiro si tirò su, uscendo dalla cabina e dirigendosi verso il padiglione. La notte calò in fretta sul campo, la nebbia sembrava restargli impigliata addosso, le ombre parevano allungarsi come a prostrarsi a lui. Solo le torce illuminavano il campo, rendendolo perfetto per un set da film dell'orrore.

La mensa, l'unica parte davvero illuminata del campo, era già piena di semidei che seduti ai tavoli riempivano quell'aria gelida e cupa di piacevoli e calde risate. Ad attenderlo al tavolo c'era Jason, mano nella mano con Piper – che era arrivata solo più tardi quel pomeriggio. I due erano talmente assorti a parlare che non si accorsero dell'arrivo di Nico finché questo non si schiarì la voce, lasciando cadere un velo di imbarazzo tra di loro.

« Bentornato » esclamò Piper, sciogliendo la mano da quella del suo ragazzo « Tutto bene a Nuova Roma? ».

Nico si strinse nelle spalle, raccontandole a grandi linee dei suoi mesi trascorsi là. Le raccontò principalmente della scuola, sorvolando sulla gentilezza dei compagni di classe.

« Insomma, niente di che » concluse il figlio di Ade, prendendosi il piatto per fare la sua offerta, seguito dagli altri due. « E con quel tuo amico? » sussurrò Piper.

« Normale » disse, lanciando un'occhiata a Jason, sperando non le avesse raccontato troppo. 

I tre semidei gettarono la loro offerta nel fuoco, facendo mute richieste o ringraziamenti agli dei. Insieme tornarono al tavolo, che tra tutti era quello più distante dal tepore del fuoco. « Avete parlato un po' durante questi mesi? » chiese ancora Piper, ordinando successivamente al suo calice di riempirsi di succo di mela. « Qualche volta » disse Nico, non riuscendo a non alzare lo sguardo verso Jason. « Abbiamo parlato principalmente della scuola »

Piper annuì, sperando di cavargli qualche informazione in più. Jason nei suoi messaggi Iride non le aveva mai raccontato nulla, non voleva essersi persa qualcosa di importante.

« Ha iniziato un corso di canto » le raccontò, anche se lei si aspettava di sentirsi dire altro.

La serata proseguì abbastanza tranquillamente, Piper ogni tanto faceva qualche domanda per spezzare il silenzio e Nico era sempre pronto a darle una risposta, anche se in qualche caso rimase piuttosto evasivo.

A fine cena alcuni gruppi tornarono nelle cabine, altre si misero attorno al fuoco. Era tutto diverso senza i ragazzi di Apollo a condurre il coro e deliziarli con la loro ottima retorica.

Nico rimase un po' insieme a Jason e Piper, che ogni tanto si scambiavano baci e si bisbigliavano qualche parola all'orecchio. Rimasero un po' a sentir parlare i ragazzi della casa undici, che intrattenevano i pochi rimasti con scene comiche e racconti esilaranti. Più tardi però anche il figlio di Ade se ne andò, ormai l'umore generale era fiacco e pure il fuoco stava diventando di un giallo opaco. Salutò gli amici dirigendosi verso la sua cabina avvolto dal mantello freddo della notte.

Quella notte era davvero deciso a dormire, allontanò ogni possibile pensiero dalla testa, ignorando quelle fastidiose e testarde farfalle nello stomaco. Il momento in cui Will sarebbe arrivato si stava facendo sempre più vicino e questo pensiero lo stava tormentando da troppo tempo.

Si girò verso la finestra che dava sull'esterno, il cielo era ricoperto da grigie nuvole che al loro passaggio oscuravano le stelle e la Luna. Gli alberi del bosco ormai erano completamente privi del loro verde fogliame e pure i grugniti e le urla dei mostri che vivevano nella selva si erano spenti con l'arrivo di dicembre. Quel silenzio sembrava davvero innaturale.

Il figlio di Ade si strinse di più tra le lenzuola, evitando di dar retta alle voci che gli giravano in testa. Non aveva intenzione di scappare quella volta, avrebbe fatto come gli aveva detto Percy: lo avrebbe affrontato e pure a testa alta, lasciando i timori alle spalle.

Alla fine di tutto riuscì poi ad addormentarsi, divorato però dai suoi sogni che lenti si trasformavano in incubi. Era da un po' che non sognava qualcosa, era certo che stesse accadendo qualcosa al di fuori di quel campo e non desiderava nemmeno sapere cosa li aspettava più avanti. L'incubo poi si interruppe, riportandolo ai suoi sogni più tranquilli fino a scomparire assieme alle prime e gelide luci dell'alba.

Nico non si alzò immediatamente, rimase semplicemente fermo a fissare il paesaggio che lento si stava risvegliando. Aveva lo stomaco in subbuglio, come prima di una verifica. La forza sembrò venirgli improvvisamente a meno, avrebbe tanto voluto rimanere nel letto, nascosto sotto le lenzuola oppure scomparire da qualche parte e ripresentarsi più avanti, ma una parte di lui non lo voleva realmente fare. Con una spinta di coraggio si mise in piedi, toccando con la pianta dei piedi il pavimento ghiacciato della cabina.

Si preparò con cura, mettendoci più tempo del solito in bagno, voleva fare una bella impressione quella mattina. Dall'armadio scelse un maglioncino a collo alto che aveva trovato in un negozio a Nuova Roma, la signorina gli aveva detto che su di lui calzava come un guanto e in effetti gli stava proprio bene.

Dopo essersi incoraggiato davanti allo specchio uscì, diretto al padiglione. Non aveva un grande appetito quella mattina, le farfalle nello stomaco non smisero nemmeno per un istante di muoversi.

Come ogni giorno lo attendeva al tavolo Jason, seduto vicino a Piper che gli sorrideva in un modo strano. « Buongiorno » salutò Piper, allargando il sorriso. Nico rispose con un cenno del capo, sedendosi al tavolo e venendo immediatamente servito. « Jason mi ha detto che oggi dovrebbe arrivare il tuo amico ».

Nico lanciò un sospiro, affermando quello che già Piper sapeva. Dal modo in cui Piper non lo smetteva di fissare era abbastanza sicuro che Jason le avesse raccontato di più oltre che al suo prossimo arrivo. « Sai quando arriverà? » domandò la ragazza.

« Credo nel pomeriggio » rispose, in realtà non lo sapeva nemmeno lui quando sarebbe arrivato. « Probabilmente andremo alla baia, non c'è mai nessuno lì » l'anticipò, ormai rassegnato del fatto che non lo avrebbero lasciato in pace se non gli avesse raccontato per filo e per segno tutti i suoi piani. « È una buona idea » annuì Piper. « Hai già preparato un discorso? » e a quella domanda Nico scosse la testa. « Improvviserò » le raccontò anche delle sue misere prove davanti allo specchio.

« Ti scioglierai quando l'avrai davanti » lo rassicurò Jason, comprendendo la difficoltà di esprimere a parole i propri sentimenti.

Ne parlarono ancora un po', la figlia di Afrodite ogni tanto gli dava qualche consiglio come quello di non perdere il contatto visivo. Era fantastica Piper, spontanea e genuina, avrebbe dovuto raccontarglielo prima invece di tenerselo per sé. « Non fare un discorso troppo lungo, arriva al punto » concluse la ragazza, dandogli delle semplici dritte. Nico apprezzò davvero quel gesto.

RICOMINCIO DA TE // solangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora