Stamattina mi alzai di malavoglia, sapendo di dover andare a scuola. Guardai la sveglia appoggiata sul comodino segnare le sei e trenta. Scesi dal letto ed andai a fare colazione. Appena entrai in cucina mi cadde l'occhio sul calendario, il sei giugno: l' ultimo giorno di scuola. Il mio viso serio si trasformò in un sorriso raggiante, non solo perchè iniziava l' estate per poi passare più tempo con gli amici, ma anche perchè finiva la scuola e il gruppo di Bowers non poteva più romperci (anche perché a Derry i bulli non ti prendevano solo in giro ma facevano anche peggio).
Finito di fare colazione e finito di prepararmi andai a salutare mia madre e presi la bici per andare a scuola.
Durante il tragitto trovai Bill Denbrough, uno dei miei migliori amici, anche lui in bici, avanzare verso di me.
I miei amici sono lui, Beverly Marsh, Richie Tozier, Stan Uris, Eddie Kaspbrak e Ben Hanscom . Noi siamo il Loser Club (nome dato da Bowers e i suoi "amici").
"C-ciao" balbettò lui venendomi in contro "ciao Bill, pronto per questi tre mesi di libertá?" gli chiesi "certo! Non v-v-vedo l'ora!".
Arriviamo a scuola dove vediamo Eddie, Richie e Beverly chiacchierare. "Ciao" dicono in coro i tre "ciao" li salutiamo "gli altri?"
"Non sono ancora arrivati"
"Richie prima ha avuto l'idea di andare alla cava oggi" dice Eddie "perfetto" rispondiamo in coro per poi scoppiare a ridere. Nel mentre gli altri arrivano e suona la campanella.
Le lezioni per fortuna non durano molto e al termine di queste ci mettiamo tutti d' accordo per oggi pomeriggio.Alla fine ho invitato Beverly da me dato che i miei genitori non ci sono e nemmeno mia nonna.
Arrivati a casa
"Allora Bev, ti piace qualcuno?" chiedo maliziosamente mentre apparecchiamo la tavola "oh...beh..." inizia a balbettare come Bill "poco, anzi POCHISSIMO Bill" io rido "lo sapevo che Tartaglia avrebbe preso posto nel tuo cuore" dico in modo teatrale "ah e a te invece?" mi guarda anche lei maliziosamente "nessuno" mento "Martha dimmi la veritá...ti conosco" dice alzando gli occhi al cielo "poco...poco...POCO Stan"
"COOOOOOSA?!" urla sbarrando gli occhi "non me lo sarei mai aspettata" dice per poi iniziare a mangiare.Il pomeriggio passa in fretta finchè non arriva l'ora di andare alla cava.
"Martha?!" mi chiama lei
"Si?"
"Non ho un costume io!"
"Aspetta te ne do' uno mio" dico passandole uno dei miei costumi.Arriviamo alla cava e vediamo gli altri che non si sono ancora tuffati.
Io e Bev ci lanciamo uno sguardo di intesa per poi urlare "andiamo noi fifoni!" i ragazzi si girano e ci guardano tuffarci "ma che caz?" urla Richie mentre Stan e Bill si buttano.È praticamente un' ora che siamo in acqua e decidiamo di uscire. Ci sediamo su una roccia e chiacchieriamo.
"Ragazzi io devo andare o mia madre non mi fara più uscire di casa" dice Eddie "vado anch' io" esclama Richie prendendo la sua roba.
Dopo un po' tutti se ne vanno tutto e rimaniamo solo io e Stan.
Richie sbuca dietro di noi spaventandoci e facendoci urlare,poi dice "ho dimenticato l'asciugama... ma voi che state facendo?"
"nulla Richie e tu sei il solito stupido pervertito che dimentica le cose" alza gli occhi al cielo Stan.
"Beh...di cosa stavate parlando?" chiede Richie sedendosi vicino a me "di unicorni e fatine...come piacciono a te!" rido io e lui mi da un pugno sulla spalla.
"Vabbò io vado ragazzi a domani!" dico io allontanandomi.Richie's pov
"Beh...che mi racconti?" chiedo, "Ci siamo visti mezz'ora fa!"sbuffa Stan
"Intendevo fra te e Martha" dico facendo faccia pervy.
"Cos-a! Ma sei un deficiente!!"
"Va bene, visto che non ne vuoi parlare, andrò a casa sua per cena" dico facendo l'occhiolino,
"Sì, sei molto simpatico"
Riesco a sentire la rabbia che sta salendo dentro di lui, quanto posso godere.
Mi alzo, prendo il mio asciugamano e me ne vado con passo fiero.
Tornando a casa penso alla mia discussione con Stan, si vedeva lontano un miglio che era geloso, ma perché mi interessava tanto andare a recuperare l'asciugamano? Potevo andare benissimo domani.
STAI LEGGENDO
𝐈'𝐦 𝐚 𝐥𝐨𝐬𝐞𝐫 // 𝐥𝐨𝐬𝐞𝐫𝐬 𝐜𝐥𝐮𝐛
Fanfiction"Non ho paura di morire, ho paura di non aver vissuto abbastanza"