Quella mattina Audrey fu svegliata da un continuo rumore di stoviglie, piatti spostati, tegami e... un frullatore?
La ragazza afferrò la sveglia dal comodino, vide che erano le 7.40 e si chiese cosa – diavolo – stesse combinando Oliver. Scese dal letto, incespicando leggermente nelle coperte come ogni mattina e si avviò verso il soggiorno. Aveva i capelli scarmigliati, il pigiama tutto scomposto, la fronte aggrottata; ogni giorno si svegliava in quelli stato e solo un buon caffè l'aiutava a riacquistare il pieno controllo di sé.
Aprì la porta e puntò gli occhi gonfi di sonno verso l'angolo cottura.
Oliver era seduto al tavolo, le mani fra i capelli e una tazza di qualcosa di caldo sotto il naso. Il caos non proveniva da lui, infatti il ragazzo aveva tutta l'aria di essere solo un'altra vittima.
Vicino ai fornelli si stava affaccendando Aisha, la fidanzata di Oliver, una trentenne dai lineamenti sicuri e dalla pelle di un lucente color caramello, dovuta alla madre marocchina e al padre inglese.
«Ehi, ciao Audrey. Spero di non averti svegliata» esclamò la ragazza quando vide la pianista affacciata alla sua stanza.
«No, figurati» bofonchiò in risposta quest'ultima, mentendo. Adorava Aisha e sapeva perfettamente quanto si sarebbe spesa in scuse se avesse scoperto di averla svegliata a causa della sua confusione.
Anche Oliver lo sapeva alla perfezione e si limitò a lanciare un'occhiata di intesa alla coinquilina.
«Vuoi della cioccolata calda? Ne ho preparata in abbondanza.»
Aisha mise davanti a Audrey una tazza fumante di liquido scuro, da cui saliva un meraviglioso profumo di cioccolato lievemente mischiato a cannella. Solo in quel momento Audrey si rese conto della quantità di profumi presente nel piccolo soggiorno. C'era odore di vaniglia, fragola e, forse, crema. Guardò verso il forno e lo vide acceso, intento a cuocere quello che era custodito al suo interno.
«Stai preparando una torta?» domandò poi ad Aisha, dopo aver assaporato un goccio della sua ottima cioccolata calda.
«Non una torta, la torta» la informò Oliver.
La sua fidanzata lo guardò. «Oh, per favore. Sai che potrebbe non essere così.»
Audrey li guardò entrambi. Forse sapeva di cosa stavano parlando, ma era stata svegliata solo cinque minuti prima e il suo cervello non stava funzionando ancora a pieno regime.
«Ragazzi, mi sono appena svegliata» decise di far notare agli amici.
«Aisha sta facendo delle prove per la torta nuziale» le rispose Oliver. «Che prova è questa? La terza?»
«La quinta» replicò la sua ragazza.
«Ecco. Trovata la torta che soddisfa entrambi abbiamo trovato la nostra torta» concluse lui.
«Ma non dovrebbe occuparsi la pasticceria della torta?» chiese poi Audrey, pulendosi le labbra dal cioccolato.
«Aisha è la pasticceria» disse Oliver, ridacchiando.
Audrey sorrise, davanti allo sguardo che la coppia si stava scambiando. Adorava la storia di Oliver e Aisha. I due si erano conosciuti per lavoro diversi anni prima e fin da subito qualcosa aveva detto a Audrey che fra di loro c'era qualcosa di unico. Aisha lavorava come pasticciera per un piccolo laboratorio in continua espansione. Oliver aveva contribuito a una delle campagne di marketing della pasticceria e lì aveva conosciuto la ragazza, uno dei cardini del laboratorio. Fra di loro era nata subito una visibile sintonia, qualcosa che era maturata nei due anni successivi, fino alla proposta di matrimonio di Oliver, quel gennaio. Per Audrey, Oliver era il perfetto Sebastian di Aisha.

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Qualcuno nella folla
RomanceAudrey è solita prendere la District line a Tower Hill station ogni giorno. Pianista di professione, amante di musica jazz e cinema, trascorre il tempo in attesa ripercorrendo mentalmente note e partiture, allontanandosi totalmente dal mondo reale. ...