XXIII

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Era una strana sensazione quella che si allargava piano nel petto di Audrey a mano a mano che si avvicinava alla fermata di Tower Hill station al termine della sua giornata di prove al Menier. Riprendere quella routine, dopo lo stacco di quattro giorni – due per andare a Glasgow e altri due perché era assente il direttore d'orchestra – le dava un senso di sicurezza. Non aveva ancora detto al direttore che, forse, avrebbe lasciato il Menier Chocolate Factory, dal momento che il suo colloquio con Dominic McAllister pareva essere andato in modo stupendo e la cosa le provocava qualche preoccupazione. Clint, appena l'aveva scorta fra i colleghi, l'aveva subito tempestata di domande sulla sua audizione e, essendo praticamente davanti a tutti, la cosa l'aveva messa in imbarazzo. Ora che la fermata della Underground diventò ben visibile, anche l'agitazione si impossessò della pianista, sommandosi al resto di sensazioni che stava provando e generando uno stato emotivo complesso e per niente d'aiuto.

Con preoccupazione, imbarazzo e agitazione, anche l'ansia si fece strada e appena Audrey varcò i tornelli d'accesso alla metro, proprio l'ansia prese il controllo su tutto il resto. La ragazza era così agitata perché per la prima volta dopo cinque giorni avrebbe rivisto Peter e, soprattutto, lo avrebbe rivisto dopo la sua ultima conversazione con Oliver. Non era riuscita a fare a meno di pensare ossessivamente a quello che aveva detto l'amico e, quindi, si ritrovava a pensare anche a Peter. Come diretta conseguenza di quella situazione, nella sua mente si erano accavallate, in quei giorni, immagini su immagini di possibilità insieme all'illustratore, di ipotetici scenari futuri fra loro e altre supposizioni che Audrey non aveva mai formulato prima – fra cui guardare La La Land insieme. Dentro di sé sentiva che era in gran parte colpa delle parole di Oliver, che con molta probabilità avevano deviato la direzione dei suoi pensieri, tuttavia non poteva essere dovuto esclusivamente a quello.

Ci stava ancora rimuginando sopra quando arrivò alla sala centrale di Tower Hill, dove il pianoforte verticale era silenzioso e immobile, superato in gran fretta dai passanti. Anche se non era suo, quel bellissimo strumento le era mancato come se lo fosse stato. Lo raggiunse subito e vi si sedette come faceva ogni giorno. Smise di pensare appena posò le dita sui tasti, dopodiché diede libero abbrivio alla musica. Senza rendersene conto, le note di City of Stars uscirono in sequenza. Era stato l'istinto a scegliere quale canzone suonare e l'istinto aveva scelto quella. Si rese conto di ciò che aveva suonato solo una volta aver terminato la canzone, quando era tornata alla realtà e si era trovata davanti la stazione di Tower Hill e il suo implacabile via e vai di persone. Si alzò dal pianoforte, voltandosi verso il punto della sala in cui, solitamente, si fermava Peter per ascoltarla suonare. Appena si girò, infatti, trovò il ragazzo proprio lì. Aveva il sorriso stampato in volto e indossava una di quelle felpe leggere da squadra di baseball bianca e nera, che teneva slacciata, mostrando la camicia azzurra che portava sotto di essa. Audrey non poté fare a meno di sorridere in direzione dell'illustratore. Sentì anche una lieve stretta all'altezza dello stomaco, ma sospettò che tutto fosse condizionato in gran parte dalla sua mente.

Tuttavia, appena raggiunse Peter e lo salutò, fu davvero contenta di sentire di nuovo la sua voce.

«Sei tornata ai vecchi classici?» le chiese lui, dopo averla salutata a sua volta. Si incamminarono verso la banchina della metropolitana, scendendo gli ultimi gradini e Audrey, per un momento, si domandò come sarebbe potuto essere se, dopo quei semplici "ciao" scambiati quasi per tradizione, fra loro ci fosse stato anche un rapido bacio. Ignorò quel pensiero mentre rispondeva alla sua domanda. «Sono andata d'istinto. Mi sono seduta e ho iniziato a suonare la prima canzone che mi passava per la mente. Ha vinto City of Stars

Nuovamente l'illustratore le sorrise; schivò un paio di persone, dopodiché si voltò verso Audrey, arrestandosi, subito imitato dalla ragazza. «Allora, com'è andata? Racconta» la incalzò. Era chiaro che si stava riferendo all'audizione per la BBC Scottish Symphony Orchestra; la pianista gli aveva già detto, seppur brevemente tramite Facebook, che secondo lei il provino era andato bene, ma Peter voleva sapere di più.

Qualcuno nella follaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora