XI

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Mancavano solo poche ore alla prima dello spettacolo al Menier Chocolate Factory. A differenza di quello che accadeva sempre il sabato all'ora di pranzo, Audrey, April e Sadie non erano sedute intorno a un tavolo a Camden Market, ma nel piccolo soggiorno con angolo cottura di Audrey. La ragazza aveva invitato lì le amiche così che, dopo il pranzo, le sarebbe bastato fare una doccia, prendere i vestiti puliti per la prima e raggiungere il teatro per la prova generale senza dover compiere ulteriori viaggi intermedi, in un risparmio notevole di tempo. In tutto ciò, Oliver non era in casa, ma si trovava a Watford con Aisha e ci sarebbe rimasto fino al giorno successivo.

Fuori dalle finestre stava scendendo una pioggia fitta, le gocce ticchettavano ritmicamente contro i vetri, mentre il piccolo soggiorno di Audrey era pieno di un piacevole tepore, un leggerissimo vapore e un profumo invitante.

Le tre amiche avevano sotto i rispettivi nasi una ciotola colma di zuppa di legumi, preparata dalla pianista la sera prima. Sebbene fosse maggio, quel giorno il clima non era affatto clemente e un pasto caldo era esattamente quello che ci voleva. Sadie e April erano intente a conversare animatamente di musica – le due, infatti, ascoltavano all'incirca gli stessi artisti, a differenza di Audrey – mentre la pianista mangiava tendendo loro l'orecchio nonostante, di tanto in tanto, perdeva alcuni passaggi per ricordarsi i brani che quella sera avrebbe dovuto suonare.

«Come ti senti, Audrey?» domandò all'improvviso Sadie. Era convinta che l'amica non la stesse ascoltando – e, viste le circostanze non l'avrebbe biasimata – ma questa rispose subito, reattiva. «Sto bene. Mi sento pronta» pronunciò con tranquillità.

«Ne sono contenta. Dev'essere un periodo piuttosto pieno questo per te. Insomma, fra lo spettacolo del Menier e il matrimonio di Oliver, ne hai avute di canzoni da imparare, no?» osservò April, stringendosi nelle spalle e sorridendo in modo contagioso.

Audrey era pronta a darle ragione quando un lampo le attraversò gli occhi. Le vennero in mente le partiture che le aveva regalato Peter all'inizio della settimana; le venne in mente il ragazzo e il fatto che, forse, quella sera sarebbe stato presente. Si era completamente dimenticata di dire alle sue amiche di sempre cosa l'illustratore le aveva regalato, con la conseguenza che loro erano anche all'oscuro delle sensazioni che aveva provato quando si era resa conto che quei pentagrammi non racchiudevano una canzone qualunque, ma una delle canzoni di La La Land. L'Epilogo, per essere esatti.

Abbandonò il cucchiaio nella zuppa e sollevò la testa spalancando gli occhi.

«Ragazze» esclamò. «Devo farvi vedere una cosa.»

Si alzò senza aspettare una qualsiasi reazione e si avviò in camera sua. Ne riemerse poco dopo con il regalo di Peter stretto al petto.

«Guardate cosa mi hanno regalato.»

Le due ragazze presero fra le mani le tavola acquerellate. Le sfogliarono ammirandone i lavori, lasciandosi sfuggire qualche complimento per i disegni o i colori.

«Che canzone è?» domandò Sadie, intenta a osservare le sfumature degli acquerelli.

«L'Epilogo di La La Land. Fatto apposta per il pianoforte» rispose Audrey, dal cui tono si poteva percepire perfettamente la gioia della sorpresa.

Le amiche la guardarono di colpo all'unisono, abbandonando le tavole e spalancando gli occhi.

«Ci prendi in giro? E chi te lo avrebbe regalato, scusa?» volle sapere Sadie.

«Peter» rispose con nonchalance la pianista, sorridendo.

«Chi?»

La domanda di April arrivò inattesa. Audrey la guardò con espressione confusa, dopodiché capì tutto. Non aveva mai parlato del ragazzo alle due amiche. Non sapeva esattamente perché, ma non l'aveva mai fatto. Si ricordò di aver accennato a lui un paio di volte, chiamandolo semplicemente "un ragazzo che conosco" e in quel preciso istante si chiese per quale motivo non si fosse mai ricordata di raccontare tutto alle amiche. La sua mente continuava a essere un mistero perfino per se stessa, alle volte.

Qualcuno nella follaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora