XVII

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Era sorprendente come i clienti riuscissero a far perdere molto più tempo del necessario. Quel giorno, quando Peter si era incamminato come di consueto per andare alla fermata della metropolitana, era in ritardo sulla sua tabella di marcia. Dall'ufficio erano passati l'autore e l'editore del libro del ballerino di tip-tap – In Tempo, così si sarebbe intitolato – con alcune prove di stampa. Peter aveva finito con le tavole, ma si incontrava regolarmente con i due per discutere di ogni test e fare qualche miglioria ai lavori originali nel caso fosse necessario. Quella era la sua fase di lavoro preferita. Vedere le sue tavole stampate su quelle belle carte patinate, amalgamate alle parole e dare vita a una storia, riusciva ad emozionarlo ogni volta come fosse la prima. L'unico problema era che i due responsabili con cui si confrontava sempre non finivano mai di parlare. Nonostante avessero raggiunto Peter in anticipo sull'orario prestabilito per l'incontro, erano comunque riusciti ad andare via in ritardo di dieci minuti. Non di molto, ma comunque in ritardo e proprio quando lui aveva intenzione di incontrare Audrey e parlarle. Solo la sera prima aveva discusso con Damian sulla sua improvvisa idea di trasferirsi e gli era stato impossibile non pensare alla pianista e al fatto che anche lei, con tutta probabilità, stava progettando la stessa cosa. Voleva capire le sue intenzioni e scoprire se, magari, rimaneva comunque la possibilità di incontrarla ancora alla fermata della metro, almeno per non perdere quell'abitudine che aveva ormai fatto sua e che gli dava piacere.

Accelerò il passo, pensando che non avrebbe mai fatto in tempo a raggiungere Audrey per sentirla suonare il piano. Alzò il volume della musica – Tiptoe degli Imagine Dragons – sperando che la cosa potesse caricarlo ulteriormente e superò diversi passanti. Proseguì oltre i tornelli d'accesso e scese di fretta lungo le scale mobili, dove si sfilò gli auricolari e si mise in ascolto, in cerca del suono del pianoforte fra il vociare costante delle persone. Percepì alcune note e, più si avvicinava, più queste diventavano chiare. Tuttavia non era City of Stars quella che stava risuonando dalla sala di Tower Hill station; Peter ormai la conosceva e quella che sentiva era senza dubbio un'altra canzone. Probabilmente Audrey aveva già finito di suonare e si era avviata al binario. Quando raggiunse la sala con il pianoforte, però, capì di essersi sbagliato. Era proprio Audrey la ragazza seduta al pianoforte intenta a suonare, così concentrata sui tasti dello strumento che, probabilmente, nessuno sarebbe riuscito a richiamare la sua attenzione. Intorno al piano, Peter notò un piccolo capannello di persone, alcune delle quali stavano filmando con il telefono cellulare. Rimase interdetto per parecchi secondi, almeno finché non riconobbe un passaggio nella canzone che Audrey stava suonando. Era l'epilogo di La La Land, la versione per pianoforte che lui le aveva regalato per il compleanno. Si spostò dalla ressa di persone che gli scorrevano tutt'intorno e si sistemò contro la parete, dove si fermava sempre per ascoltare Audrey suonare. Rimase sorpreso ancora una volta dalla sua abilità. Quella canzone era davvero articolata; passava da un tratto lento a uno molto più rapido con pochissimi istanti di scarto ed era degno di lode il modo in cui lei riusciva a stare dietro a tutti quei cambi di ritmo. Era talmente brava che Peter si ritrovò a chiedersi come mai quel gruppo di persone intorno a pianista e pianoforte non si fosse formato prima di quel momento.

La canzone durò ancora per un paio di minuti – era piuttosto lunga, in effetti – e appena Audrey finì di suonare ci furono numerosi applausi, cosa che la colse impreparata. Peter la vide sorridere per la sorpresa, radunare i fogli pentagrammati che aveva usato come traccia e alzarsi in piedi, lanciando subito un'occhiata nella sua direzione, dove lei sapeva lo avrebbe trovato. Il ragazzo infatti sollevò una mano e la salutò, esibendosi poi in un silenzioso applauso a mano a mano che lei ai avvicinava.

«Il tuo seguito sta crescendo» le disse appena lei l'ebbe raggiunto. Audrey si voltò automaticamente indietro, ma il gruppetto di persone che si era fermato ad ascoltarla si era ormai disperso.

Qualcuno nella follaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora