XXII

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Audrey aveva ormai preso l'abitudine di vivere da sola nel proprio appartamento. Si era sempre adattata in fretta alle novità, anche quando queste non erano di suo gradimento. Tuttavia, anche se era riuscita ad accettare una casa vuota, le fu molto più complicato imparare a convivere con il fatto di non poter più vedere Oliver con l'assidua frequenza antecedente al matrimonio. Da quando si era sposato, infatti, quella era solo la seconda volta che i due si trovavano uno di fronte all'altro e i giorni avevano lasciato spazio alle settimane.

Oliver aveva già raccontato di Venezia alla ex coinquilina, mostrandogli anche diverse fotografie – perché glielo aveva chiesto lei, per lo più – e ora, mentre erano insieme, la loro conversazione non poteva che essere incentrata sul provino di Audrey per la BBC Scottish Symphony Orchestra. La pianista era rientrata da Glasgow il giorno prima e quel pomeriggio – tardo – Oliver l'aveva raggiunta nella casa che avevano condiviso per anni per chiederle com'era andato tutto quanto.

Audrey si era persa per una decina di minuti buoni a parlare di Glasgow e dell'audizione. Aveva iniziato proprio da quest'ultima e aveva speso parole su parole per osannare il pianoforte che aveva avuto la fortuna di suonare. Descrisse Dominic McAllister, la buona impressione che aveva avuto di lui e delle cose che le aveva detto quando aveva finito di suonare entrambe le sue canzoni. Infine raccontò a Oliver della città e della sua serata al Blue Jam, l'aspetto che dovrebbe avere secondo lei il paradiso.

L'amico l'ascolto per tutto il tempo come solo lui sapeva fare, dimostrando che nulla era ancora cambiato nel loro rapporto.

«Mi sembra di capire che l'esito di quell'audizione sia stato più che positivo» osservò infine, appena la pianista smise di parlare.

Lei ci pensò un momento. Non voleva farsi false illusioni, o elevare le sue aspettative perché poi queste la deludessero, tuttavia non poteva fare a meno di ripetere nella sua testa le parole di McAllister. Anche considerando il modo in cui il resto dello staff lo aveva guardato mentre pronunciava quelle frasi, Audrey aveva intuito che c'era qualcosa che l'uomo non avrebbe dovuto dire, o che non aveva ancora detto prima. Per tale ragione non riusciva a evitare di farsi delle aspettative e sentiva sempre di più di potercela fare a entrare nell'orchestra della BBC. Ora che quella possibilità le sembrava tanto concreta, si era resa anche conto di volerlo, di desiderare di vedersi trascorrere il resto dei suoi giorni a Glasgow, per suonare in quel prestigioso complesso musicale. Londra le sarebbe mancata, certo, ma avrebbe imparato a vivere lontano da essa, così come avrebbe fatto del proprio meglio per mantenere saldi i preziosi legami che aveva nella capitale inglese.

«Sono molto ottimista» disse poi, finendo con il mordersi appena il labbro inferiore. «So che non dovrei farmi illusioni, lo so perfettamente. È solo che...beh, avessi visto il modo in cui McAllister ha detto quelle cose. E anche come lo hanno guardato gli altri, come se avesse detto qualcosa impronunciabile. Come se si fosse esposto, ecco» concluse.

Oliver annuì a quelle parole. «Beh, in effetti è ben augurante. Stando a quello che mi hai detto, intendo.»

«Non riesco a smettere di pensare che posso farcela davvero. Forse se lui non avesse fatto quelle allusioni ora non starei così.»

«Questo è poco ma sicuro» bofonchiò l'amico.

«Secondo te mi sto illudendo?» domandò di punto in bianco Audrey. Si fidava totalmente del parere di Oliver, al punto che sapeva che lui avrebbe potuto aiutarla a fare chiarezza dentro di sé. Il ragazzo era un prezioso supporto.

Lui ci pensò un momento, giocando distrattamente con la fede nuziale – gesto che si era insinuato in fretta fra quelli che compiva sovrappensiero. «Beh, non saprei, in totale onestà» rispose poi. «Se devo essere sincero, forse sì. Ambienti come quelli sono altamente selettivi, Audrey, lo sai bene anche tu. Tuttavia, anche visto quello che ti hanno detto, mi pare normale che tu ti stia facendo delle aspettative così alte. Anche io al tuo posto avrei di certo fatto lo stesso.»

Qualcuno nella follaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora