XXI

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L'ansia aveva avvinghiato Audrey dal primo istante in cui aveva messo piede nel teatro dove si tenevano le audizioni della BBC Scottish Symphony Orchestra e non l'aveva più abbandonata per la mezz'ora successiva.

In quello splendido teatro, poco fuori il centro di Glasgow, si erano presentate solo altre quattro persone oltre a lei, tutte con la speranza di diventare il nuovo pianista dell'orchestra.

Audrey aveva indagato con discrezione ed era arrivata a scoprire che tutti quelli che si trovavano lì erano stati precedentemente contattati dai responsabili dell'orchestra stessa. Si trattava di una selezione, dunque, una selezione a tutti gli effetti che lei aveva superato grazie a un video comparso su YouTube in cui suonava l'epilogo di La La Land alla fermata di Tower Hill. Trovava che la cosa avesse dell'assurdo, al punto da farla sentire ancora più sotto pressione. Non voleva fare brutta figura, né sminuire le proprie capacità di pianista e tutto ciò non la faceva stare calma.

Prese un lungo respiro, imponendo al suo cuore di rallentare i battiti. Nel lungo corridoio che portava alle quinte del palcoscenico era ormai rimasta sola, l'ultima dei quattro. Era spesso l'ultima, quasi sempre dato il suo cognome – Wright. Tuttavia quel giorno avrebbe preferito togliersi quel pensiero in fretta e farla finita. Invece era ancora lì, seduta sulla sedia, le sue cose posate in grembo. Le sembravano passate ore da quando l'uomo prima di lei era entrato nella sala e la cosa non fece che accrescere la sua agitazione.

Sfiorò con l'indice gli angoli dei fogli di carta che uscivano dalla carpetta che si era portata, il suo unico avere in quel momento insieme alla borsetta e alla giacca. Erano gli sparititi di Epilogo, che aveva con sé poiché credeva – ma soprattutto sperava – che le venisse chiesto di suonarla. Avrebbe voluto che i suoi amici più importanti fossero lì; Oliver, April, Sadie, anche Peter, li avrebbe voluti tutti lì accanto per l'ultimo incoraggiamento prima di varcare la soglia. Non era semplice affrontare quella situazione da sola.

D'improvviso la porta si aprì. Non fece alcun rumore, venne aperta piano, ma Audrey era talmente tesa che anche quel debole suono la fece sussultare. Sollevò gli occhi in direzione della porta, trovandosi davanti la signora che aveva invitato i pianisti a entrare fino a quel momento. Stava guardando fissa Audrey e lei non ebbe più alcun dubbio su cosa stava per avvenire. Si alzò prima ancora che venisse pronunciato il suo nome.

«Venga pure signorina Wright. Lei è la prossima.»

La ragazza si alzò e raggiunse la donna, la quale le sorrise in modo affabile, quasi a dirle di non preoccuparsi. Audrey, però, si preoccupava eccome; da quel colloquio avrebbe potuto dipendere il suo futuro, il possibile trasferimento a Glasgow, il dover lasciare indietro tutti gli amici, il posto al Menier Chocolate Factory, tutto dipendeva da quella manciata di minuti in cui avrebbe mostrato le proprie capacità. Mentre saliva gli scalini per arrivare sul palcoscenico si chiese se davvero era quello che voleva. Tuttavia, appena vide il pianoforte a coda al centro del palco, illuminato dai fari che si riflettevano sulla sua laccatura nera e lucente, pensò che quel provino rappresentasse una svolta e che una simile occasione era da cogliere subito. Suonare per la BBC Scottish Symphony Orchestra avrebbe portato lustro alla sua carriera di pianista, aprendole strade che non avrebbe potuto immaginare e consentendole una notevole sicurezza legata al proprio nome.

Si avvicinò al pianoforte, quasi questo la stesse richiamando a sé. Era uno strumento di eccellente qualità e raffinata bellezza, uno di quelli che lei aveva desiderato suonare da sempre. Riuscì a resistere alla tentazione di allungare una mano a sfiorarlo e venne riportata alla realtà dalla voce di un uomo in platea.

Qualcuno nella follaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora