Ventitre

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Partì "River" di Ed Sheeran ed Eminem, risposi al telefono. Era mia madre, sbuffai per poggiare il cellulare all'orecchio <Pronto?> sibilai debolmente in attesa della ramanzina da parte della donna.
Stranamente non sbottó come pensai all'inizio, il suo tono era calmo e leggero <Allison, stasera mi assento per lavoro. Hai qualche programma per caso?> chiese tranquilla.
Buttai in occhio sui ragazzi per cercare una risposta senza rendermi conto che non avevano preso parte alla conversazione non avendo impostato il telefono in vivavoce.
Mi lanciarono un'occhiata perplessa ma Finn, che era riuscito a sentire quella poche parole, trovò un modo per non farmi restare a casa da sola.
<Dille che dormi da Mark> sussurrò con voce roca al mio orecchio.
<Sto da Mark stanotte> le risposi prima che sbottasse per una mia risposta che poteva giungere prima.
<Va bene, allora a domani> mi salutò caldamente come ogni volta per poi riattacare. Iniziai a sudare freddo, speravo non chiedesse nulla alla madre del mio migliore amico per non creare casini, quella sera sarei rimasta da Finn a dormire.

I suoi genitori erano via mentre suo fratello impegnato con il lavoro. Non avevo problema a raccontare di Finn a mia madre ma, conoscendola, avrebbe iniziato a farmi un interrogatorio fino a giungere a certe domande domande come  "Si droga?" oppure "Questo ragazzo fuma?".

Fu Wyatt ad interrompermi dai miei pensieri passando una mano davanti ai miei occhi, provocò una leggera risata da parte mia. <Quindi che si fa?> chiese calciando un sassolino l'unico ragazzo con i capelli lisci che secondo lui avevano vita propria.
Alzai le spalle, <Per me va bene tutto> sorrisi rivolgendo il mio sguardo verso gli altri. <Che ne dite di stare a casa mia? Ho film, giochi, c-> lo interrumpemmo in coro <Veniamo> a seguito di questa affermazione scoppiò una risata generale.
<Pensavo che tra di noi l'unica ragazza fosse la tipetta qui!> finì per indicarmi e ridacchiare. <Wolfhard non chimarmi tipetta.> assottigliai lo sguardo.

Odiavo i nomignoli e i soprannomi. Fin da piccola mi chiamavano "Al" o "Ellie" oppure "Els" ma se devo essere sincera, l'unico che ha il permesso di chamarmi in qualsiasi modo, è Mark. È sempre stato il mio migliore amico ed ha sempre rappresentato una figura da fratello maggiore per me. Lui mi può chiamare "nana", "idiota", "cogliona", "piccola", "amore", attribuendomi altri milioni di nomignoli senza darmi fastidio o irritarmi.

<Va bene tipetta> ridacchiò il riccio provocandomi. Alzai gli occhi al cielo sospirando per poi seguire gli altri che si erano già incamminati verso casa di Finn.
Come il proprietario della casa aprì la porta, Wyatt, che era stanco morto, si lanciò sul divando accendendo la televisione a schermo piatto che si ritrovava il suo amico.
Jack e Noah si diressero in cucina per cercare del cibo, mentre io, dopo aver appeso il mio cappotto, andai in bagno.

Sciacquai un momento la faccia sistemando il trucco. Tolsi un attimo la maglia per mettermi il deodorante, pensavo che non avrebbe dato fastidio a nessuno se avessi usato un minimo di bomboletta per non risultare sudata.
Precedentemente non chiusi la porta a chiave pensando di metterci poco tempo e di conseguenza non farmi trovare da nessuno, ma non fu così.
La porta si spalancò rilevando la figura di Finn che mi fissò arrossendo a causa della situazione che mi vedeva ancora in reggiseno. Le mie guance andarono a fuoco in un lampo per l'imbarazzo. Rimanemmo lì fermi a fissarci, senza dire niente e senza commettere nessun movimento.

My favorite mistake was you/ ~Finn WolfhardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora