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Austin's Pov.

É una settimana che sto per o fatti miei, tutti in casa pensano che voglio solo più attenzioni, perciò mi ignorano.

Mi sento male quando vedo che qualcuno viene abbracciato e coccolato davanti ai miei occhi...

Vorrei tanto essere al loro posto, vorrei essere coccolato, ma a quanto pare non me lo merito.

Robert mi ha fatto solo qualche domanda sui tagli, ma vedendo che non  gli davo risposte ha lasciato perdere.

E ora io sto nel bagno.

Ho chiuso la porta a chiave e mi sto tagliando di nuovo.

Vorrei smettere ma non posso.

Il sanague che cola sulle mie braccia e il bruciore che mi procurano sono droga.

Non posso smettere perché mi da conforto mi da sicurezza.

Perché quei tagli sono una l'unica cosa buona che faccio.

Sono una certezza che non mi lascerà mai.

Ogni volta che ho la lametta in mano ,proprio come ora, ho il desiderio di fare un taglio netto e mettere fine a tutto.

Ma poi penso, magari domani andrà meglio ma se morirò non potrò scoprirlo.

L'unica cosa che mi fa vivere è la speranza di un qualche miglioramento.

Ma sapete qual è il guaio? Beh quella speranza ormai non c'è quasi più.

E quindi presto non avrò motivo di fermarmi.

Ciò significa che presto le mie sofferenze avranno fine.

Io sorrido soddisfatto guardando le mie braccia ricoperte di sangue.

La mia vita fa schifo ma presto avrà fine e sarò io a porle fine.

Ma prima.. prima troverò il modo di far capire a tutti i miei fratelli che la mia morte sarà stata solo colpa loro.

La porta del bagno si apre. Io l'avevo chiusa cazzo...

"Austin?" Sento la voce di Arthur chiamarmi.

Io mi appiccico al muro e metto le braccia dietro alla mia schiena.

Inizio a tremare e a piangere aspettandomi tutti gli insulti che mi tirerà dietro mio fratello.

"No..No..No" dice Arthur avvicinandosi a me.

"No, piccolo no.." sussurra in tono disperato.

"Vai..vai via.. perfavore vai via" dico disperato.

Non voglio nessuno, odio tutti,non mi fido di nessuno.

"Cucciolo cosa stai facendo?" Dice spaventato.

"Nulla ora vattene perfavore" la lametta e nella mia tasca c'è un po' di sangue nel lavandino ma posso giustificarlo.

Lui si gira a guardare il lavandino e io prendo un po' di sangue dalle braccia e senza che se ne accorga lo uso per sporcarsi pochissimo il naso e di nascosto prendo della carta r la sporco del mio sangue.

"Cos'è quel sangue?" Domanda tornando a guardarmi.

"Mi è uscito dal naso ora vattene." dico freddo.

Voglio che se ne vada, deve andarsene deve.

"Pensi di riuscire a prendermi in giro?" Dice prendendomi le braccia e io gemo dal dolore.

"Austin...ma che hai fatto?" Dice prendendomi in braccio.

"Perché ti stai interessando a me...?"

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