2 - Fidarsi.

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Il terzo cadavere viene ritrovato di giovedì, Stiles ne è sicuro ancora prima che suo padre parli.
Quella mattina lo trova già pronto, alle 7 meno un quarto, si sta appuntando la stella al petto davanti allo specchio in corridoio.

Sembra teso e nervoso. Le sue mani tremano leggermente, mentre cerca di posizionare nel modo più giusto la spilla.
Impreca tra i denti e questo gesto non fa altro che preoccupare il ragazzo dietro di lui.

I suoi occhi sono ridotti a due fessure, il colorito della sua pelle è tendente al giallognolo, segno che deve avere dormito poco e niente.
Non si ricorda nemmeno l'ultima volta che si è seduto a tavola, insieme a suo padre, per mangiare qualcosa di caldo in serenità.

"È successo di nuovo?" Domanda, strofinandosi gli occhi dagli ultimi residui di sonno.
L'uomo annuisce solo, voltandosi per guardare il figlio, i suoi occhi sono vacui e fanno salire un brivido lungo la schiena del giovane che vorrebbe solo poterlo aiutare.
È la persona più importante della sua vita e si sta riducendo all'ombra si se stesso senza che lui possa fare qualcosa.

"La colazione è già pronta, non fare tardi a scuola, ci vediamo stasera." E con questo si precipita giù dalle scale, afferra la giacca e si sbatte la porta alle spalle.
Stiles rimane impalato sulla soglia di camera sua per quelle che paiono ore, mentre cerca di ricomporre i pezzi e fare mente locale sul da farsi.
Nemmeno a dirlo, oggi a scuola non ci metterà piede.

Il ragazzo si riscuote e cerca di non perdere un secondo di più.
Si butta sotto la doccia, sfregando la sua pelle chiara quasi con forza nel tentativo di fare il più velocemente possibile.
Proprio mentre le piccole goccioline d'acqua calda gli cadono addosso, la consapevolezza di quello che sta per fare lo risveglia completamente.
È come se in quel momento, qualcuno avesse girato la manopola verso l'altra parte.

Si veste in meno di mezz'ora.
Un paio di pantaloni grigi della tuta e una maglietta blu sono le prime cose che gli capitano a tiro, e senza pensarci più di un secondo le indossa.
Vanno più che bene per quello che sta per fare.

Afferra le chiavi della jeep e prima che se ne renda conto è già in strada che guida in modo automatico verso la sua destinazione.

Spera soltanto di non prendere l'ennesima bastonata in faccia, mentre passa a dritto ad uno stop, non guardando nemmeno le macchine che gli vanno incontro.
Ma per una ragione a lui sconosciuta, il suo sesto senso riesce a calmarlo, intimandogli di fidarsi per una volta.

***

Il loft dove Derek si è trasferito da qualche tempo, è forse peggio del deposito abbandonato e della vecchia dimora bruciata degli Hale, sempre che questo sia possibile.
Ci sono infiltrazioni ovunque, gran parte dei muri presentano macchie di muffa notevolmente grosse e il freddo penetra anche nelle ossa, ma l'alpha non sembra uno che si lascia disturbare da questi dettagli.

In fin dei conti viveva in una casa semi distrutta, con nemmeno corrente e acqua calda.
O acqua in generale.
Dubita anche avesse un letto.
Forse il mannaro si scavava una tana tra le foglie secche, per riposare la notte. Come un lupo in tutto e per tutto.

Lo sguardo truce che gli rivolge quando se lo ritrova davanti una volta aperto il portone in ferro, è il massimo che il licantropo gli rivolge come saluto.
Per un attimo teme anche che possa aver captato i suoi pensieri di poco prima.

"Ciao Derek, sono contento anche io di vederti." Ironizza, intrufolandosi all'interno prima che lui abbia il tempo di chiudergli di nuovo la porta in faccia.
Non ne sarebbe stupito lo facesse, ecco.

"Cosa vuoi?" Sempre con quei modi gentili, che Stiles quasi potrebbe mettersi a piangere.
"Ecco... io dovrei parlarti di una cosa" mugugna, ad un tratto in imbarazzo.
Perché si trovi proprio lì deve ancora capirlo, sembrava un'idea geniale quando si era alzato quella mattina, ora decisamente meno.
Un po' troppo meno.

Incubus || SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora