25 - Epilogo

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Ha il sole puntato negli occhi, ma non gli interessa per niente.
Il leggero venticello che sente entrare dalla grande vetrata, riesce a fargli tirare un sospiro di sollievo ogni tanto.
È sudato e appiccicoso, però se ne frega anche di questo, perché non riuscirebbe ad allontanarsi da lì neanche sotto tortura.
Il corpo di Derek schiacciato sotto al suo è fin troppo comodo.

Il respiro regolare lo culla, facendolo quasi ricadere tra le braccia di Morfeo, le mani forti dell'Alpha lo stringono ancora, come hanno fatto per tutta la notte passata.
Sa che è sveglio, in quel mese hanno passato talmente tanto tempo insieme che Stiles ha imparato a riconoscere ogni suo sospiro, ma non ha intenzione di emettere neanche una sillaba.

Così si sta bene, non voglio andarmene.

Pensa, stringendo ancora di più la presa sul corpo possente del moro.
Avverte la sua mano spostarsi verso la schiena, il tocco è leggero e delicato.
Si è reso conto più volte della leggerezza con cui Derek lo sfiora, come se fosse fatto di cristallo, e questa cosa gli fa contorcere lo stomaco dalla gioia.
Le attenzioni che ogni attimo gli dedica, così diverse dai gesti che fa con gli altri, lo fanno sentire importante ed amato.

"Stiles." La voce dell'Alpha è roca e sensuale. Sente un brivido percorrergli interamente la schiena, andandosi a fermare proprio dove è poggiata la mano dell'altro. "Dobbiamo alzarci." Continua lui, tirando un sospiro più lungo degli altri.

Lo sa, il castano lo sa fin troppo bene, ma non ne ha voglia.
Mugola in segno di diniego; non ha intenzione di spostarsi neanche di un millimetro da quella posizione, perché si sente a casa più lì che da ogni altra parte. Si sente al sicuro e non ha per niente voglia di uscire da quella bolla, per affrontare di nuovo il mondo esterno.

Non possiamo restare così per sempre?

Ma la risposta alla sua domanda arriva subito. Un suono sordo e regolare inizia a perforargli le orecchie quando qualcuno fa scattare l'allarme del loft.
Sente Derek ringhiare e il suo corpo poggiato sul petto del moro vibra a quel suono.
"Scott, arrivo." Urla sopra il frastuono, che per fortuna dopo pochi attimi smette di fischiargli nei timpani.

Stiles sbuffa, rotolando di fianco e coprendosi con il lenzuolo quasi fino alla fronte. Odia il fatto che ogni singola volta ci sia qualcuno che fa irruzione in quella casa, come se fosse di tutti.
Non sono quasi mai riusciti a stare un giorno completamente da soli; prima Scott, poi Lydia, dopo Isaac e come se non bastasse anche Peter era andato più volte a trovarli.
Il castano aveva pure pensato di cercare una compagna per lo zio -era fin troppo acido- ma l'uomo gli aveva ringhiato contro e così si era arreso.

"Dovresti farti una doccia, sai che tra poco arriveranno tutti."
Si cavolo, ne è a conoscenza, ma ha ancora sonno e adesso è pure incazzato con il suo migliore amico per aver interrotto quel momento di pace.
Così "scendo tra poco" borbotta, e si rannicchia di nuovo contro il cuscino.

Derek sospira, gli lascia un bacio sulla fronte e poi si lancia giù per le scale a chiocciola. Giura a se stesso che, se Scott si prova a bussare un'altra volta, gli stacca la giugulare con i suoi stessi canini.
Il grande portone del loft cigola, rivelando agli occhi dell'Alpha un Beta abbastanza alterato e stanco.
"Era ora!" Esclama infatti, entrando come una furia dentro casa sua. "Si può sapere cosa cavolo stavate facendo?" Urla poi, incrociando le braccia al petto e fermandosi in mezzo alla stanza.

Il moro si affretta a richiudere la porta e lancia uno sguardo a Scott per nulla tranquillo.
Lo sta fulminando con gli occhi e cavolo, forse deve iniziare a farsi i cavoli suoi.
"Okay non voglio sapere cosa fate voi due a letto, -alza le mani, iniziando a girare tra i diversi scatoloni sparsi qua e là.- ma mancano poche ore alla festa e Lydia sta impazzendo letteralmente. Vuole la lista di cosa c'è e cosa manca." Sospira, alzando la testa verso Derek che, tranquillamente, si è seduto sopra il suo comodo sofà.

Incubus || SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora