11 - Game Day

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Scott sta fissando il coach Finstock sbrodolare incoraggiamenti, oltre che frasi senza un vero senso logico, da infiniti minuti.
Non lo sta veramente ascoltando, ovviamente, finge interesse mentre nella sua testa passano tutti altri pensieri, tutti molto lontani dalla partita che stanno per giocare.

Il lacrosse, da quando è diventato un licantropo, per lui non comporta più molto sforzo.
È veloce e agile di sua natura, forte da poter pensare di spostare qualunque giocatore, anche il più grosso e potente di tutti.

Se non fosse che risulterebbe alquanto strano, probabilmente non si allenerebbe nemmeno più durante la settimana.

Fatto sta che non sta ascoltando.

Il suo cervello vaga prima sugli omicidi -ai quali non sanno ancora dare una spiegazione, ma quel che c'è di buono è che ormai sono settimane che nessuno muore- e infine torna sempre a pensare ad Allison.

Non può fare a meno di domandarsi quelle venti volte al giorno dove sia, con chi, cosa stia facendo.
Non sa staccarsi dalla mora, non del tutto e questo lo spaventa perché lei invece sembra stare bene, sembra essere andata avanti, mentre lui è rimasto al punto di partenza.
L'estate lontani non aveva aiutato per niente. E rivederla ora, ogni giorno, trattarlo da amico, mentre sembra avere con Isaac una sorta di sintonia, lo uccide.

Scuote la testa e si volta per guardare il suo migliore amico seduto accanto a lui.
O meglio il fantasma del suo migliore amico.

Stiles ha un colorito pallido e delle borse sotto gli occhi che per poco non strisciano per terra.
Il lupo sa benissimo che non ha ancora smesso di fare ricerche, anche se non lo confessa apertamente, lo conosce abbastanza da dire con assoluta certezza che sta facendo ancora le ore piccole piegato in due sul computer, alla disperata ricerca di cosa non è dato ancora saperlo a nessuno di loro.

O comunque lo riconoscerebbe dall'odore.
L'odore di Stiles emana da ogni poro stanchezza e agitazione, talmente tanto da aver portato persino Derek a chiedergli di farlo smettere, che si sta autodistruggendo da solo.
Aveva pensato tutta la giornata a quella strana conversazione con l'alpha, lui che non pare mai preoccuparsi più del dovuto.

"Bene ragazzi!" Il coach batte le mani, riscuotendolo, e con un sorriso al limite dello psicotico continua. "Andate lì fuori e rendetemi orgoglioso di voi."

"Ma cosa stai facendo!"

Le urla del coach gli perforano le orecchie come se qualcuno gli stesse infilando spilli direttamente nel timpano.

Stiles si massaggia il ponte del naso mentre gli occhi rimangono incollati sul campo e sulla partita di fronte a lui.
I ragazzi stanno andando bene, ma non brillano come loro solito, fanno punto, ma subito dopo gli avversari li raggiungono ancora una volta e pare essere un circolo vizioso da cui non riescono ad uscire.

Scott è distratto e questo lo capisce senza tanti sforzi.
Guarda gli spalti alla ricerca sempre di qualcuno e ci metterebbe la mano sul fuoco che sta cercando Allison.
Ogni volta che la trova la fissa per secondi interi, perdendo palle e facendosi buttare nel fango.
Cosa gli passi per la testa lo può sapere solo lui.

"Stilinski! Cosa succede al tuo amico McCall sembra ubriaco stasera!"
Stiles si stringe nelle spalle a corto di risposte, di certo non può rivelare la natura dei pensieri del suo amico o probabilmente lo condannerebbe a 100 giri di corsa attorno alla scuola per i seguenti sei mesi.
"Non glielo so dire coach."

Finstock digrigna i denti e torna a urlare comandi e insulti ai suoi giocatori.
Teme possa avere un collasso da un momento all'altro.

Stanno giocando contro la squadra di Brett, il lupo avversario è agguerrito, sembra trovare piuttosto appagante gettare al tappeto Scott ogni volta che riesce.
Ovvero parecchie da quando il fischio dell'arbitro ha dato il via alla partita.

Incubus || SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora