20 - Pazzia

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"Altre sostanza organiche con cui abbiamo a che fare sono per esempio la benzina, l'olio o..."

Stiles è appoggiato mollemente al bancone della classe di chimica, tiene un matita in mano con cui scarabocchia il quaderno.
Non è sicuro quello che sta disegnando assomigli a un omino su una bicicletta, ma poco importa. Non sa nemmeno come gli sia venuto in mente di disegnare un tizio, su una dannata bicicletta durante l'ora di chimica.

Ci ha davvero provato a prendere appunti, per tutta la mattina, ma il suo cervello non è in grado di collaborare.
Ogni tentativo di concentrazione era miseramente fallito, dirottando ogni fibra del suo corpo all'analisi di quella assurda situazione che si trova a vivere.

Sono ormai due settimane che i membri del branco gli stanno con il fiato sul collo, ed è stato solo perché si è impuntato con tutta la sua testardaggine, se non lo seguono anche quando va in bagno.

Sospira leggermente, disegnando degli alberi intorno al suo omino, mentre adocchia l'orologio sopra la testa del professore.
Ancora mezz'ora.
Crede di non farcela. Pensa che sarò sull'orlo di un esaurimento da li ai prossimi tre secondi.

Si volta verso Scott, la sua faccia e premuta sul palmo, la bocca leggermente aperta e lo sguardo perso nel nulla.
Forse non è il solo per cui quelle settimane sono state stressanti e faticose.

Scott e Derek si sono smezzati le notti con lui, e di sicuro stare svegli per tutta quel tempo a fissarlo per evitare che tenti di nuovo di buttarsi dalla finestra nel cuore della notte, non deve essere stato un compito leggero.

Si è arrovellato il cervello come non mai alla ricerca disperata di una soluzione, ma tutto quello che è riuscito a pensare non sembra abbastanza, non sembra bastare mai.
Hanno bisogno di un piano, e anche alla svelta.
Hanno bisogno di sapere che c'è ancora speranza, perché scappare per il resto della sua miserabile vita non lo alletta per niente.

Non può arrivare a settant'anni ancora a dormire nella sua camera, con il suo migliore amico a fargli la veglia. Si rifiuta, categoricamente.

Purtroppo - per lui - ha trovato una sola, e terrificante, soluzione: deve fare da esca.

Il solo pensiero, quando lo sfiora, è in grado di gettargli dei brividi lungo tutto il corpo, ma sa bene questo sia l'unico modo per arrivare alla fine di quella pazzia.
Crede davvero che soltanto in quel modo riusciranno a liberarsi di quel mostro.

È semplice in fondo, no?
Non deve far altro che attirare il demone, far in modo che si palesi a loro e il resto lo avrebbero fatto i licantropi: morto il demone, morto il problema.
Semplice come bere un bicchier d'acqua.

Ma allora perché continua a tremare al solo pensiero di entrare in contatto con quell'essere?
Perché, anche se tenta di ignorarlo con ogni fibra del suo corpo, sa bene che la percentuale di mal riuscita di quel piano da quattro soldi è altissima.

Forse fin troppo alta.

Sa anche che lo scoglio più grosso sarà far accettare tutto quello a Derek e Scott.
Probabilmente questa è la parte peggiore, è sicuro si opporranno, testardi e iper protettivi nei suoi confronti come sono.
A pensarci bene, non sa se ha più paura di ritrovarsi davanti al demone o davanti all'Alpha incazzato nero. Entrambe le cose gli fanno tremare le gambe dalla paura.

Sposta nuovamente la sua attenzione al suo migliore amico.
I suoi occhi ora sono semi chiusi e Stiles è sicuro si sia addormentato.
Per il bene di tutti sa perfettamente che non possono fare altrimenti, devono stanare quella creatura ed eliminarla, solo così avranno finalmente pace.

Solo che no riesce a capacitarsi del perchè, in questi casi, debba sempre finirci in mezzo lui.
Non tocca mai, per esempio, ad Isaac o a Ethan, loro se la caverebbero egregiamente, sono lupi, lui è un povero umano indifeso che rischia la pelle ogni sacrosanta volta.

Incubus || SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora