Capitolo 1 - parte 2

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Ho a malapena il tempo di alzare lo sguardo che lui è già di fronte a me. Deglutisco (ops).
È magnifico! I suoi capelli scuri e spettinati accarezzano un viso angelico dai tratti delicati.
Anche nella penombra riesco a vedere i suoi occhi di un verde brillante, ammalianti.
Cavolo! È tanto bello quanto la sua musica...
P:" Che fai? Non dovresti essere qui."
La sua voce è dolce, quasi soave. Ho sentito raramente una voce così bella, così particolare.
(Dovrebbe usarla più spesso!)
Sento le mie guance farsi rosse.
G:" Mi spiace averti disturbato. Ho sentito della musica, quindi sono venuta a vedere..."
Mi guarda intensamente, come a valutarmi.
Ok, questo è il suo modo di conoscermi... Perché no? Sono una ragazza aperta.

G:" Suoni molto bene."
Ho sentito raramente musica tanto sofisticata e, al contempo, così toccante. Lui ignora il mio commento.
P:" Suono spesso il piano in tarda serata. Chiuderò la porta, la prossima volta. Ti chiedo di non tornare."

È così misterioso, così freddo...
Le sue parole mi fanno male.
Sto solo cercando di conoscerci meglio. Voglio davvero conoscerlo, scoprire cosa nasconde dietro a quei begli occhi verdi. Ma non sembra volersi rivelare.
Il suo modo di rispondermi con tanta freddezza mi disturba, ma mi comporto come se nulla fosse.
G:" Hai composto tu questa musica?"
Sembra sorpreso dalla mia domanda.
P:" Si. "
Suscita la mia curiosità, ma sembra non essere ancora disposto a parlare con me.
Insisto , perché le sue dita che scivolano sul piano mi affascinano davvero tanto.
G:" Sei un musicista professionista?"
Sembra perso nei suoi pensieri, come se dei ricordi stessero vorticando nella sua testa. I suoi occhi si velano di tristezza.
P:" Non più."
Non più? Come può un ragazzo così giovane parlare in questo modo? Sta per chiudere la porta.

G:" Mi spiace di averti interrotto. "
Alza le spalle con noncuranza. Senza un'altra parola, mi chiude la porta in faccia. Mi rendo conto di aver trattenuto il respiro. Ora posso riprendere fiato.
Quel che si dice una chiacchierata fulminea!

Che cafone!

Mi premo contro la porta e dico, con tono di voce sommesso:
"Avrei preferito uno scambio più caloroso."
Non so se mi abbia sentita.
Torno nella mia stanza pensando alla sua strana personalità. Ho notato nei suoi occhi un pizzico di malinconia che mi ha toccata profondamente.
E quel pezzo al piano!
Voglio sapere di più su di lui. Non sembra essere molto disponibile, ma riuscirò a tirarlo fuori dal suo guscio!

Potrebbe essere una sfida impossibile, ma farò di tutto per riuscirci!
Il mio sorriso sarà la mia arma vincente! Torno a letto.
Quando sento la musica del piano riprendere debolmente, sorrido.

La musica è troppo ammaliante perché possa dormire, soprattutto dopo il confronto appena avuto con Peter.
È così bello, eppure sembra così disperato! Come se una parte di lui non fosse davvero qui, nel mondo reale, con me.
La musica sembra stregarmi, come se fosse più magico che umano. Non so perché, ma mi sento connessa a essa.
Lo ascolto per un'altra ora, incapace di addormentarmi.
Peter suona tutta la notte? Non dorme...?
(Chi sei Peter? Sembri un diamante nero, così luminoso e cupo.)

Mi alzo.
Non riesco più a stare ferma. Devo tenermi occupata per non pensare a tutte le cose che mi girano nella testa.
Quando apro la finestra, il profumo della notte mi colpisce.
Sento i versi degli animali notturni. In lontananza, mi sembra anche di sentire un lupo.
La luna é alta nel cielo. Illumina il giardino del maniero, con i suoi alberi, siepi e cespugli.
É davvero bello.
Guardo il mio telefono è mi accorgo che é già tardi.
(Forza, Grace, a letto!)
Sospiro e cerco nuovamente di addormentarmi.
Se non ci riesco, domani sarò un disastro.
La musica di Peter cambia leggermente, come se avesse udito le mie preghiere e volesse aiutarmi a trovare il sonno.
La melodia è così dolce, come una ninna nanna, delicata e lenta.
Sembra quasi che voglia costringermi a dormire.
Questa musica mi fa scordare del disagio che mi provoca il maniero.
Guardo fuori dalla finestra. C'è la luna piena. Allora nota, su nel cielo, il movimento di ali di un bianco brillante.
È lei! Da quando sono arrivata a Mystery Spell, una civetta ha continuato a vegliare su di me.
Apro la finestra per far indicare la mia presenza. Lei si avvicina e viene a posarsi sul bordo della mia finestra.

La considero una presenza rassicurante in questo strano posto. Tento di accarezzarla.
Lei non si tira indietro.
Il mio rapporto con questo animale è così speciale che le ho perfino dato un nome.
Piuma emette uno stridio di soddisfazione e vola via di nuovo.
Si allontana verso la foresta che si estende dietro il giardino del maniero.
Chiudo la finestra e torno a sedermi a gambe incrociate sul mio letto.
Chiudo gli occhi e mi concentro sulla melodia suonata da Peter.
Pian piano, riesco a prendere sonno...

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