13. Punto debole

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Quando Gisele se ne va io me ne torno di nuovo di sopra in camera mia non volendo parlare con nessuno. Gli ho raccontato tutto quello che è successo poche ore fa in palestra e lei ancora una volta mi ha consigliato di andare a dire la verità a Ronnie perché se poi lo scoprirà lei peggiorerò solo le cose. Ha ragione, ma ho paura di quello che mi potrà dire e mi sento una stupida.

Mentre sono sdraiata sul letto a pensare alle mille cose che non vanno nella mia vita, sento un leggero ticchettio non capendo da dove proviene. Non ci do peso e prendo il mio cellulare per entrare su instagram e smetterla di deprimermi. Dopo pochi secondi sento di nuovo quel ticchettio, ma più forte, e così capisco da dove proviene, dalla porta del mio balcone. Mi alzo dal letto e sposto la tenda, non immaginando però, che ci potesse essere una persona fuori, non pensando che potesse venire proprio lui, come ai vecchi tempi.

"E tu c-che ci fai qui?" Dico sorpresa verso il ragazzo difronte a me una volta aver aperto la porta. È salito sul tettuccio del garage e si è arrampicato sul mio balcone come faceva anni fa, quando veniva da me nel bel mezzo della notte solo per dormire insieme ed ora invece mi fa così strano vederlo qui fuori.

"Tu hai tutte le ragioni di questo mondo per essere arrabbiata con me e pensare quanto io sia stato uno stronzo-"

"Lo sei ancora" aggiungo interrompendolo.

"Voglio dirti tutto" mi dice Justin serio. In un primo momento rimango spiazzata non aspettandomi minimamente che sarebbe venuto da me, poi mi faccio da parte e lo incito ad entrare. Si guarda intorno per vedere se ho fatto qualche modifica alla mia stanza, ma in realtà non ho cambiato quasi niente, ho persino le nostre foto attaccate ancora alla parete. Si siede sul letto e si morde il labbro. È nervoso.

Prima di sedermi accanto a lui vado a chiudere la porta a chiave evitando qualche sorpresa dei miei genitori, e resto a guardarlo per un po' in silenzio prima di decidermi a parlare.

"Uhm... allora... da dove vuoi iniziare?" Gli domando con un filo di voce. Ho sempre voluto sapere la verità, ed ora che lui è qui ed è pronto a dirmi tutto ho paura.

"Cosa vuoi sapere per prima? Di New York, della mia scappatella la settimana scorsa, del tatuaggio o di Travis?" Mi domanda in un modo quasi ironico. Sono tante le cose che non so.

"Travis è la cosa meno importante sinceramente" gli dico, volendo sapere solo qualcosa di lui, di cosa gli è successo.

"Non sembrava così in palestra, oggi" constata lui. È per caso geloso? Gli ha dato fastidio il mio comportamento? Non dovrebbe pensare a stare sul serio con Ronnie?
Mi sto già innervosendo, iniziamo proprio male.

"Cosa t'importa a te di me e Travis?" Dico stizzita.

Lui scuote la testa facendo una mezza risata. "Senti, io non so come vi siete conosciuti ora, ma lui ti sapeva già anni fa" dice guardandomi negli occhi.

Io corrugo la fronte non capendo. Justin si morde la guancia e si sdraia sul mio letto sbuffando.

"Due anni fa ad una partita contro quelli della north, nella loro palestra, tu venisti per supportarmi e Travis ti adocchiò" dice cercando di farmi capire qualcosa, ma ancora non ci riesco.

Sono girata nella sua direzione e lo guardo aspettando che continui.

"Alla fine del primo tempo io venni vicino a te perché eri da sola e non conoscevi nessuno, lui vide tutto e quando andai negli spogliatoi mi chiese di te, mi disse "è roba tua quella ragazza con cui stavi parlando sugli spalti?" me la ricordo bene quella frase" fa una risata nervosa scuotendo di nuovo la testa.
" "Roba tua", come se tu fossi un oggetto" continua con tono schifato. "Mi è sempre stato sul cazzo quel coglione. Io comunque gli dissi che doveva starti lontano" parla guardando il soffitto bianco immerso nel discorso.

"E lui cosa ti rispose?" Domando a questo punto interessata a questo racconto di cui io sono la protagonista e che non so niente.

"Ci sei andata a letto?" Domanda a sua volta abbastanza serio e serrando poi la mascella come se avesse timore della mia risposta.

"C-cosa?" La sua domanda mi spiazza. "La mia domanda è più importante" rispondo a mia volta riprendendo il controllo, stizzita per quello che mi ha chiesto.

"Faith ci sei andata o no?" Mi guarda fisso non intenzionato a lasciar perdere.

"Dovresti saperlo già visto che le mie amiche pensano che io sia vergine" lui si ammutolisce dopo la mia risposta. Così dicendo ho ammesso inconsciamente che dopo lui non sono stata con nessun altro, anche se avrebbe dovuto capirlo già quando venne a casa mia per chiedere spiegazioni sulla battuta di Ashley.
Forse ha pensato che non parlo in generale dei miei rapporti con le mie amiche, non so cosa pensare, più conosco questo "nuovo Justin" e più mi manda in tilt. "Non continui ora?" aggiungo a braccia conserte e dedicandogli solo le mie peggiori occhiate.

"L'ho chiesto per il tuo bene" si giustifica. Dopo un breve silenzio non vedendomi replicare continua con il suo racconto. "Comunque ritornando a quel giorno della partita, iniziò il secondo tempo poi e giocammo. Quando finì la partita e andai di nuovo negli spogliatoi mi disse che se avesse voluto tu ci saresti andata a letto facile con lui, era contento per la vittoria della sua squadra e voleva a tutti costi innervosirmi perché non ci siamo mai andati a genio e poi, forse aveva capito che tu eri il mio punto debole" continua a spiegare, ammettendo quasi in un sussurro l'ultima affermazione.

Perché me le dice solo ora queste cose? Cerco di apparire apatica, di non farmi vedere nervosa e di non far trasparire nessuna emozione, ma è difficile.

Abbasso la testa. "Cosa gli rispondesti?" Domando di nuovo.

"Non lo risposi, gli diedi solo un bel pugno su quella faccia di merda che si ritrova" mi risponde fiero di se.

Come ho fatto a non essere a conoscenza di questa cosa?

"E la cosa bella è che il coach Wilson era proprio dietro di noi" dice quasi ridendo. È per caso divertente tutto ciò?!
"Se ti ricordi, la settimana dopo non ho giocato proprio per questo motivo, ma n'è valsa la pena" finisce di raccontare tutto abbozzando quasi un sorriso.

L'argomento "Travis" era l'ultimo che volevo affrontare e alla fine siamo finiti per parlare proprio di lui.

Sono sorpresa e schifata, oltre a sentirmi usata. Quindi Travis quest'estate si è avvicinato a me, ha fatto il carino, gentile, il ragazzo per bene, solo per cercare di portarmi a letto? Per provare qualcosa ai suoi amici? Quegli amici che ci vogliono tanto insieme. O addirittura provare a Justin di aver "vinto"? Provo solo un grande schifo. Come si può essere così senza cuore e usare una persona solo per i propri scopi? Come si può fingere fino a questo punto?

"Non te l'ho detto due anni fa perché non volevo darti inutili preoccupazioni, ma quando ti ho sentita parlare di lui da Ronnie, quando sei tornata, ti ho avvisata subito, l'ho fatto più di una volta a dire il vero, solo che non volevo farti soffrire dicendoti la realtà dei fatti. Penso proprio che lui si sia avvicinato a te perché si è ricordato chi sei, mi dispiace" si siede sul letto e si avvicina a me, io però mi allontano da lui.

"Ti ringrazio per avermi messo al corrente di questo schifo, ma tu non sei meglio di lui, quindi evita di dirmi "non volevo farti soffrire" perché nel caso te lo fossi dimenticato, tu l'hai fatto" lo rispondo arrabbiata. "Perché te ne sei andato Justin? Sono stanca di chiedertelo e non ricevere mai una risposta, ora siamo da soli ed è arrivato il momento di dirmelo, me la merito una spiegazione" continuo guardandolo negli occhi ormai stanca di questi segreti.

Lui annuisce.

È arrivato il momento della verità.

.....

SAME OLD LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora